In punta di piedi nudi lungo il fiordo

di lunadelpassato
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Il primo respiro della neve                                               (461 parole)



La prima cosa fu una voce.
Una voce femminile che cantava.
Let it go (scorderò), let it go (quel che so)
Turn away and slam the door (e da oggi cambierò)
Aprì gli occhi. La seconda cosa fu la neve. La stessa neve di cui aveva fatto parte non molto tempo prima, ora lo circondava candida e immateriale. Una donna avanzava diritta e sicura si sé alla sua sinistra: forse era lei che cantava. Portava un lungo mantello scarlatto che la avvolgeva e i capelli chiari raccolti in uno chignon. La guardò allontanarsi lasciando una scia di ghiaccio dietro di sé. Gli ci volle un po’ per capire che era stata
(Elsa)
a crearlo. Che cos’era? Non lo sapeva ancora.
Provò a muovere le dita a sinistra, sapendo bene di non possederne. Con sua enorme sorpresa, ci riuscì. Provò la stessa cosa con la destra, poi avanzò incerto di un passo per vedere se gli erano apparse anche le gambe tanto desiderate. Gli sembrava così strano… lui, che non era che candida neve destinata a sciogliersi tra pochi mesi.
Cadde rovinosamente nell’azione di ripetere il passo incerto di prima, e ridacchiò divertito mentre si rimetteva in piedi. Dopotutto era appena nato! Seguì arrancando nella neve la voce della donna (elsa?) finché gli fu possibile; quando divenne troppo stanco per camminare si fermò, sedette e resto così, interrogandosi sulla sua natura.
Un pensiero si fece sempre più nitido nella sua mente e lui non esitò a esprimerlo al mondo con la sua nuova voce. Il suo primo pensiero fu ascoltato solamente dalla luna impegnata a tramontare e dalla montagna innevata; e fu il pensiero del suo essere.
-Ciao, sono Olaf e so di amare i caldi abbracci!
Fece una pausa, poi continuò: -E amo anche l’estate!
Non aveva la minima idea di cosa fosse l’estate: era semplicemente una cosa che sapeva di conoscere e di amare. Si rialzò trottando felice e, dimentico del fatto che non sapeva camminare, avanzò tranquillo nell’unica direzione che conosceva.
Mentre la sua prima alba faceva capolino dalle cime innevate, tornò al luogo in cui era stato creato.
Là ammirò il suo riflesso nel ghiaccio che brillava alla nuova luce rosata. Quasi non si riconosceva: due lunghi bastoncini erano affissi nella sfera centrale del corpo in cui era composto, mentre due occhi sinceri –gli stessi che aveva tanto desiderato quando era semplice acqua allo stato cristallino- facevano capolino nella sfera più alta. Sentì il buonumore inondargli ogni singolo cristallo di cui era formato.
-Che bellezza la vita! –esclamò puntando gli arti superiori verso il cielo.
Dopo di che si coricò e, esausto, si addormentò nella neve soffice di cui un tempo aveva fatto parte.
Il salice piangente sopra di lui brillava di gocce di ghiaccio nella nuova luce.












Angolo Autore
Eccoci ad una nuova piccola fiaba (?) su Frozen.
Vi ricordo che in questa raccolta potete decidere quale personaggio caratterizzare nel prossimo capitolo; in caso di parità di voto verrà data la scelta al caso.
Sperando che le storie non siano troppo idiote,
Luna




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