I ciondoli d'acqua

di Bellatrixsapiens
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"Domani devi partire per Londra! Vai a dormire!"
"Ora vado mamma".
Dopo dieci minuti la casa sprofondò nel silenzio. La ragazzina si alzò. Chiuse la porta e poi tolse le coperte dal letto. Tolse un vecchio cuscino che aveva usato come tappo e poi afferrò il telefonino.
Schiacciò qualche tasto e accostò il cellulare all'orecchio.
"Ciao Bea!"
"Ciao Sara,sei agitata?"
"Moltissimo!"
"Anche io!"
"Hai fatto la valigia?"
"Si, da una settimana!"
"Io la ho finita venti minuti fa."
"Sei sempre la solita!"
"Hai preparato tutto per la fuga, vero?"
"Si"
"Bene, a domani!"
"Ci vediamo alle sei! Ciao!"
Sara mise giù e poi richiuse il buco con il guanciale. Rifece il letto e strinse in mano i due biglietti.
Non vedeva l'ora di scappare.
Si sarebbe liberata di sua madre. Lei non le voleva bene. La disprezzava e quando vedeva un brutto voto della scuola la picchiava e la chiudeva in camera sua per due giorni.
Beatrice dormiva nella parte opposta della via.
Come lei non aveva un padre.
La sua mamma si comportava come quella di Sara.
Quella mattina era con Beatrice. Notarono che un gufò planava verso di loro.
Afferrarono le buste che reggeva e le porsero poco dopo alle madri. 
"Dove avete preso queste lettere?"
"Le abbiamo prese da un gufo in giardino signora Warsaw!"
"Non usare quel tono con me bambinetta!"
"Scusala mamma! È solo agitata per domani!"
"Filate di sopra è buttate via questa spazzatura, cinne!"
Le due corsero in camera di Sara. Chiusero la porta a chiave e riaprirono le lettere.
Dopo aver letto le nascosero nel materasso.
Avevano finalmente la libertà in mano.




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