Titolo:
For The Good Times
Fandom:
Pokémon
Titolo
Capitolo: Snowflakes in your eyelashes
Tipo
Coppia: Shonen-Ai
Coppia:
HonorShipping (Angelo/Valerio)
Genere:
Fluff
Avvertimenti:
-
N.d.a:
Uh, non credevo che sarei mai riuscita a immergermi nelle acque di
questo fandom. La mia timidezza mi induce puntualmente a stare ferma e
a farmi i fatti miei, ma è altrettanto vero che, delle
volte,
è meglio cimentarsi in esperienze nuove, prendendo a calci
le
proprie insicurezze. Ebbene, sono qui con la mia prima raccolta sui
Pokémon! Nonostante sia il mio diletto e amato videogioco da
sempre, solo da poco tempo a questa parte ho pensato di cominciare a
scriverci su. Ho tante OTP - troppe - e, insomma, pensavo fosse carino
iniziare a scervellarmi seriamente e a partorire fanfiction su di esse.
Spero di essere ben accetta :3 Come già accennato nella
intro, questa raccolta non verrà aggiornata regolarmente.
Alcuni capitoli sono già stati scritti, altri ancora da
iniziare, ma, a causa di forze maggiori e vari brodini di problemi, mi
sarà impossibile pubblicare sistematicamente. Oh, piccolo
avviso: questa raccolta,
yep, vedrà come protagoniste pair conosciute, ma anche pair
molto poco calcolate, da queste parti, o addirittura crack-pairings...
assurde - le cosiddette "Nevermetshippings", ovvero coppie composte da
personaggi che non si sono mai visti, ma che io amo alla follia
perché le crack regnano, nyu (?) -. Volevo farlo presente
per
evitare ogni sorta di diatriba, lol.
Detto questo,
vi auguro una
buona lettura e ringrazio anticipatamente tutti coloro che
leggeranno/avranno voglia di lasciare un piccolo commento/boh non lo
so--VI PREGO, DITEMI CHE ESISTE QUALCUNO CHE AMA LA HONORSHIPPING.
Asfissianti abbracci da grizzly a tutti (?),
Sam
❅ Snowflakes
in your eyelashes.
Piccoli
fiocchi di neve, lenti, scendevano giù dal cielo nerastro di
Amarantopoli, senza infastidire il continuo via vai dei passanti in
giro per le strade lumeggiate dalle lanterne vespertine. Un lieve spruzzo di
foschia era sceso dai monti per velare i tetti delle case e le vie
coperte dal soffice manto latteo della neve, mentre scaglie di ghiaccio
e brillanti strisce di brina decoravano i rami avvizziti degli alberi,
gettandoci sopra un po' di sfumature ceree.
Valerio
si guardò
attorno, incuriosito dal paesaggio. Notò che lo stagno a est
della città era stato ghiacciato dal gelido vento che
quel dicembre greve stava soffiando con prepotenza, e si
accorse
anche del
violento contrasto tonale che la neve creava con quel poco che rimaneva
della scura Torre Bruciata.
Alitò,
abbandonando il proprio fiato alla condensa, stringendosi nel proprio
cappotto e sistemandosi i paraorecchie di lana, mentre il viso, pian
piano, affondava sempre più nel calore della sciarpa nera
che Angelo gli aveva prestato.
“Non
sono mai stato
qui ad Amarantopoli nel periodo invernale,”
affermò placidamente,
“è veramente bellissima.”
Angelo, che
gli stava
camminando affianco, incurvò le labbra in un sorriso
fievole.
Gli piaceva sentire commenti positivi riguardo la propria
città.
Lo rendevano orgoglioso, e lui, della nobile Amarantopoli, andava
estremamente fiero, ma gradiva soprattutto quando era Valerio a
complimentarsi.
Adorava
osservarlo mentre, con quei suoi occhi così teneri e
azzurri, scrutava interessato ogni singolo angolo della zona,
stupefacendosi anche del più esiguo e minimo particolare che
sarebbe potuto sfuggire facilmente alla vista. Un po' come un bambino,
insomma.
Amava discernere la più dolce delle curiosità
stesa su quel volto così serafico, leggerne la meraviglia
impressa nelle iridi.
“Sono davvero contento che la trovi bella.”
soffiò il Capopalestra, contento.
“Amarantopoli
è una città già esteticamente
splendida di proprio,” proferì Valerio, e stava
anche per completare la frase, ma dovette interrompersi quando, con i
piedi, andò a incontrare un fedifrago
tratto di strada ghiacciato, il quale lo fece malauguratamente
destabilizzare e scivolare all'indietro. Era già pronto al
doloroso impatto sedere-asfalto, ma due braccia forti furono subito
pronte a sostenerlo. Angelo, per un pelo, riuscì a
risparmiargli quella brutta caduta, ma – a giudicare dalle
risatine concitate di un gruppetto di ragazze poco distante –
dovevano essere entrambi rimasti ingarbugliati in una posizione
piuttosto imbarazzante, tenendo anche conto della breve –
nulla – distanza delle punte fredde dei loro nasi.
Pareva
qualcosa di vagamente simile a un passo di danza.
Certo, forse un po' sghembo e sbilenco, ma incarnava comunque qualcosa
di stranamente artistico.
La musica
tradizionale,
proveniente dal Politeama lì accanto, si era propagata quasi
per
tutta la via, e Valerio arrossì violentemente, cercando di
evitare il contatto visivo con il suo “salvatore”.
“A-Adesso, p-puoi anche l-lasciarmi.”
balbettò,
imbarazzato. Angelo, però, non lo stette a sentire, anzi;
fece
una presa maggiore sulla sua schiena, continuando a specchiarsi
nell'azzurro
intenso dei suoi occhi.
La pelle
polita del Capopalestra di Violapoli non era poi così
diversa dalla neve che stava scendendo in quel momento: era fredda,
bianca, ma sopratutto soffice e delicata. I capelli blu erano stati
arruffati e scombinati dal vento dispettoso, la punta del naso
arrossata dal gelo, le labbra sottili e turgide nascoste da un lembo di
sciarpa. Le gote dipinte di un morbido acquerello color magenta vivo
risaltavano cospicuamente su tutta quella lattescenza naturale, e
Angelo non poté fare a meno di sorridere, notandole.
Sentì come
una fiamma ardente divampargli con forza dentro il petto, percorrergli
lentamente la gola e risalire fino a imporporargli il viso pallido.
Valerio era decisamente adorabile. Troppo. E lo stargli così
vicino lo mandava letteralmente in sollucchero, gli scaldava
amorevolmente il cuore, scacciando via quell'inverno infingardo da
intorno a sé.
“D-Dai,
ora
lasciami!” rincarò l'allenatore di
pokémon uccello,
sempre più incagliato dalla situazione, mentre il fiato
tiepido mutava in vapore.
Angelo, alla fine, diede
lui ascolto, ma non prima di aver baciato dolcemente le sue ciglia
corvine, fra le quali, furbescamente, si era incastrato qualche buffo
fiocco di neve.
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