A Goodbye's Promise.

di Halloween_
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A Goodbye's Promise.





Mai aveva immaginato una possibilità simile; nemmeno nel peggiore dei suoi incubi si era insinuato uno scenario così assurdo. Mai. Nemmeno una sola, misera, volta. Eppure… Eppure ecco lì, seduto sulla poltrona con la principessa a stringerlo tra le sue braccia così esili, il telefono abbandonato nella mano e la voce di Izumo ancora a rimbombargli nella testa come un triste requiem.
Sin dalla telefonata di Totsuka sapeva. Sapeva che non avrebbero fatto in tempo a salvarlo, ma una minuscola, testarda e irragionevole, parte di lui aveva sperato. Sperato con tutto il cuore.
Quel giorno, quell’otto dicembre, doveva essere di festa e non di gelido lutto. Uno sguardo scivolò sul comodino: lo schermo digitale della sveglia segnava la mezzanotte da poco passata e la rosa, di un bel color rosso, se ne stava ferma lì come in attesa di qualcosa. Magari aspettava di essere riunita alle sue simili per comporre il bel mazzo carminio che Anna avrebbe dovuto stringere a sé al suo compleanno. Una rosa da ogni membro dell’Homra.


Ma quel fiore finì, sì, tra le mani della principessa, ma solo per essere posato dolcemente sul legno che imprigionava il corpo di Totsuka, ormai privo di calore. Quello stupido era morto sorridendo, incredibile! Però preferiva così, meglio saperlo sorridente per sempre anziché con la fine dipinta anche in volto: non gli si sarebbe addetta per niente.
La notte era fredda e il vento salmastro del mare spirava insinuandosi tra le persone in attesa, provocando brividi di cui però nessuno si curava; alcuni piangevano lacrime sommesse, silenziose, e pensavano a mostrarsi forti. Non potevano fare altro. Sapevano che Totsuka avrebbe preferito vederli sorridere –come stava facendo anche lui, del resto– però il dolore era troppo grande, e già trattenere le lacrime –o almeno provarci– era uno sforzo immane.
Mosse un passo e un altro ancora, guardò quel monotono colore, quell’involucro orribile di cui presto nulla sarebbe rimasto.
E l’incendiò.
Lasciò che le sue fiamme avvolgessero il legno sino ad arrivare a Tatara e permise loro di consumare ogni cosa, accompagnate dalle voci –meno la sua– dell’Homra.
Nulla sarebbe rimasto.
Niente sangue.
Niente ossa.
Niente ceneri.
Era il commiato perfetto per un membro del clan rosso.
Clan che, lo sapeva ormai, non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo; la fine era sempre più prossima anche per l’Homra. Anche per lui, il Re.
Ma prima… Prima avevano un’ultima, importante questione da risolvere: avrebbero vendicato Totsuka, a ogni costo.
E quel bastardo che aveva ucciso il suo amico sarebbe arso tra le sue fiamme sino a consumarsi, senza lasciare né sangue, né ossa, né ceneri dietro di sé. Promise Mikoto davanti alla pira già quasi completamente consumata.
E poi, lui e Tatara, avrebbero osservato l’Homra rinascere assieme a colui che sarebbe divenuto il nuovo Re Rosso.
















{Angolo di una Festa}
Ecco... Buonasera a chiunque arrivi a leggere fin qui.
È la prima volta che scrivo su K e pubblico qui, anche se è da tempo che bazzico a leggiucchiare ogni tanto. L'ho scritta qualche mese fa questa flash, però è rimasta in una cartella del mio computer finché non mi sono decisa a riesumarla, sistemarla un po' e -con non poco nervosismo- pubblicarla.
La scrissi abbastanza di getto, quindi non è troppo elaborata o lunga, ma non me la sono sentita di cambiarla eccessivamente. Spero, comunque, a qualcuno piacerà o vorrà lasciarmi qualche parere. Accetto volentieri anche le critiche costruttive, perché aiutano a migliorare.
Grazie mille a chiunque abbia speso un po' del suo tempo per leggere queste righe. ❤︎
Oh, vero, scusa se titolo e introduzione non sono granché ma, come detto subito, sono la mia croce... Sigh, non ci so proprio fare. çwç
Alla prossima, magari ❤︎


Kuro




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