L'estate è una metafora della felicità.

di Yume_no_Namida
(/viewuser.php?uid=118168)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Partire da un pugno di granelli.




“Sakura, non allontanarti da papà e presta attenzione!” sdraiata su un asciugamano, poco distante dall’ombrellone, Miyazawa riserva uno sguardo apprensivo alla primogenita di appena tre anni che è intenta, in compagnia di Arima, a rifinire un castello di sabbia sulla battigia.
Il mare non è particolarmente agitato, quel giorno, ma Asaba sa che i marosi sono meschini, che un’onda alta e oltremodo bastarda può giungere dal nulla, spazzare via ogni cosa,  avviluppare la bambina nonostante l’invidiabile prontezza di riflessi del padre. Condivide le ansie di Miyazawa, ma non le esplicita: non spetta a lui farlo.
E poi lui è forse troppo apprensivo, peggio di una qualunque mamma, tanta è la paura che nutre nei confronti dei flutti imprevedibili... non accade che cullino e all’improvviso travolgano, senza avvisare?
Non vuole costruirsene, Asaba, di illusioni, di fragili castelli sabbiosi, ha bisogno di certezze; di pareti di mattoni e cemento, torrioni altissimi che consentono di scrutare lontano, fondamenta stabili. Quando è andato via di casa per i contrasti con il padre il suo primo, personalissimo maniero dorato in granuli sottili si è accartocciato su se stesso, in un’assenza di suono terrificante. Davanti agli occhi e dentro al corpo l’arida desolazione delle macerie.
Per ogni costruzione lungo le rive c’è un onda macroscopica pronta a fuoriuscire dagli argini - e nessuna bandiera rossa a segnalarlo.
Però.
Però a volte i castelli resistono. A volte i soffitti si crepano, gli appartamenti sul lato ovest vanno in malora, i pavimenti traballano, ma gli architetti intervengono e rimettono a posto, rafforzando l’edificio, sfidando il rischio del crollo.
Per un lungo periodo lo ha creduto, che Miyazawa e Arima sarebbero crollati, e che stavolta il silenzio sarebbe stato densissimo e soffocante, come si conviene alle opere architettoniche più imponenti: finiscono per seppellire con sé innumerevoli vittime, intrappolandole in un carcere di laterizi, distribuiscono palpebre arrossate e gonfie per il nuvolone di polvere e per i rimpianti.
Eppure eccoli lì, più felici che mai, sposati e con una figlia. Hanno insistito, si sono tesi le braccia a vicenda e ne è venuta fuori una splendida reggia, dall’ossatura ferrea e dalle mura confortevoli e tiepide.

“E io? Da dove posso partire, per costruire la mia casa?”

“Zio Asaba?”
Sakura lo scruta con due occhi insoliti per una bambina della sua età, profondi e intelligenti, neri come il bianco nel punto in cui si nasconde, un nero che è anche chiarore e ci affondi consenziente.
“Vieni a costruire il castello con noi?”
La sua manina grassoccia gli avvolge le dita, lo sprona a sollevarsi, lo trascina con sé.
“Ecco” la bambina gli porge un secchiello “inizia a riempirlo!”
Asaba ride di gusto, mentre capovolge il secchio ormai pieno e prende a tamburellarne la superficie, con l’intento di non lasciare residui, Sakura si lascia sfuggire un “Oooh” di meraviglia e Arima batte le mani, contagiato dall’entusiasmo della piccola. Miyazawa scosta appena gli occhiali da sole e i suoi lineamenti sono l’emblema della tenerezza.
“Hai visto, zio Asaba? E’ bellissimo!”
“Sì... lo è davvero.”
Yukino, Sakura e Soichiro.
Ha veramente bisogno di una nuova casa?

Tutto comincia sempre con un castello di sabbia.








Prompt da rispettare: Castello di sabbia



Le situazioni dell'autrice: 520 parole, nonostante l'eccedenza di venti la considero una flashfiction, inutile star lì ad arrovellarsi. Tre anni dopo la nascita di Sakura, Asaba riflette con serietà misurata su quanto non ha voluto indagare del proprio passato, su come l'imprevedibilità non sia solo in negativo. E capisce tante cose - bisogna partire dalla sabbia e dall'ignoto, dal rischio del crollo, ad esempio. Nessuno nasce fortezza rinforzata, né lo resta per tutta la vita, ma osare, aprire gli occhi... che bellissime sensazioni!
Ovviamente Sakura è ancora la piccola, innocente Sakura che non ha rivelato allo "zio" il suo amore (vorrei vedere, a tre anni!)... Asaba ancora non suda freddo al suo cospetto XD
Quindi si giunse alla fine della raccolta, nei tempi previsti.
Avrei voluto dire molto altro su molti altri personaggi, come papà Miyazawa, Reiji, Tsubasa, Kazuma, Tsubaki, Takefumi, la lista si protrae all'infinito! E ancora su Maho, Yukino, Asaba, Arima... ma lo spazio e il tempo sono quelli che sono. Mi propongo di ritornare a scriverci su in un futuro prossimo, questo è certo - ahivoi!
Un ultimo grazie, di cuore, alla giudicia e a chiunque abbia letto, a voi va la mia emozione (ohssignur, che diamine scrive XD)
Ci si legge presto, mi auguro, mata ne!
Yume.






Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2771801