Yu gi oh Zexal: I Cinque Prescelti

di Katty Fantasy
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Prologo
 
Guerra.
Questa è la parola adatta: “guerra”. Una guerra che non finirà mai.
L’isola era in fiamme. Guerrieri di regni diversi in lotta fra di loro per la conquista. Grida strazianti. Gente che scappano da loro per ripararsi in posti sicuri, donne, bambini e vecchi non venivano risparmiati per ordine del principe.
Il loro sovrano era un dittatore, un terribile Principe della Follia. Venne soprannominato dai suoi abitanti per l’orribile omicidio dei genitori nelle stanze del Re. Perciò, aveva strappato il Contratto di Pace con i regni misteriosamente e dichiarato guerra per conquistare le isole per costruirne un Impero.
Si procura una flotta di mille navi e migliaia di uomini a sua disposizione, cominciando a conquistare l’isola più vicina.
L’isola di Nasch.
Non appena che si sono sbarcati avevano cominciato la guerra, massacrando gli abitanti vicine al mare, sotto lo sguardo divertito del sovrano. Nasch decide di scendere in campo di battaglia di lottare contro il Principe della Follia e aveva ordinato di mettere in salvo i servitori e gli abitanti lontano da quell’isola infuocata.
Abitazioni incendiate. Torce di Luce al calar del crepuscolo. Tutti correvano verso le navi a disposizione. Solo uno che voleva.
Una ragazza… una principessa di sangue reale.
-Principessa, dobbiamo andarcene via!- gli grida il comandante, molto giovane, trattenendola per un braccio.
-Non posso! Così si uccideranno entrambi!- ribatté la fanciulla dai capelli corvini, togliendosi bruscamente il braccio e corse, ignorando le chiamate del ragazzo.
Si diresse verso il palazzo sventolando il vestito bianco e il velo sul capo, ansimando per la corsa. Doveva trovarli e fermali prima che sia troppo tardi!
Percorreva per tutti corridoi alla ricerca di lui. Era tutto il suo amore. La sua parte i è stessa. Lo aveva sempre amato con tutto il suo amore nei ultimi anni che erano stati assieme e di sposarsi con colui che sarebbe stato il Principe della Pace.
Cosa era successo? Perché era cambiato?
Alla fine lo trova.
Il giovane con gli occhi viola duellava contro il giovane sovrano dell’isola. Due mostri sul campo di gioco. Il mostro del ragazzo dai capelli viola lo attacca distruggendo il mostro dell’avversario e l’altro viene scaraventato a terra per molti metri.
Nasch aveva vinto.
La giovane corse verso di loro nel campo di gioco appena concluso.
Nasch si avvicina verso il ragazzo dai capelli arancioni, tentando di alzarsi –Arrenditi, dittatore. Per te è finita!- gli disse, sguainando la spada e puntando verso di lui.
Il ragazzo non si scompose, abbozza un sorriso maligno senza voltarsi –Hai ragione…- disse -…ma non tutto è finito!- gli grida, voltandosi e sguaina la spada per colpirlo.
Nasch lo blocca con la spada. Lama contro lama.
La fanciulla gli urla –No! Fermi! Fermatevi!-
Nasch gli fece volare la spada dell’avversario e puntandolo contro di lui –E’ la tua fine!- gli urla, prese la rincorsa e… colpisce la ragazza.
I due rimasero pietrificati. Nasch rimase con gli occhi spalancati ed estrasse la spada dal corpo della fanciulla.
Il Principe della Follia la prese al volto chiamandola di continuo, grosse lacrime salate scesero dal viso, guardando la fanciulla morente che lo guardava con gli occhi socchiusi e un sorriso pieno di dolcezza e di amore.
Vector aveva il cuore spezzato in mille frantumi. Perché doveva capitare a lei! La ragazza che l’aveva amata un tempo. Chiuse gli occhi pieni di dolore e urla con tutto il fiato nei polmoni al nulla facendo l’eco…

 
-…non si sapeva cosa era successo ai due innamorati. Si dice che si fossero uccisi a vicenda oppure avevano lasciato l’isola senza lasciare le tracce. Fu questa la leggenda del Principe della Follia e della Principessa dai Occhi di Galassia. Fine- concluse la donna, chiudendo il libro antico che aveva trovato in uno dei suoi viaggi con il marito. Merial aveva raccontato quella storia a sua figlia per farla addormentare ma niente successo –Ti è piaciuta?- chiese.
La piccola aveva quasi cinque anni, i capelli cortissimi quasi da maschiaccio, il pigiamino semplice e coperta dalla lenzuola leggera bianca per l’estate.
Adorava ascoltarla.
-Mi è piaciuta!- disse entusiasta la piccola.
Merial sorrise. Gli piaceva vedere sua figlia piena di allegria. Era uguale a lei ma con il carattere di suo padre. Appoggia il libro sul comò e la imbocca dentro il letto –Bene. Ora, mia piccola birbante, è il momento di dormire- gli disse con dolcezza e gli tocca con il dito il nasino della bimba.
-Secondo te, pensi che sia vera o no la leggenda?- chiese curiosa la piccina.
Merial, invece di risponderle la verità, gli disse –Ogni leggenda c’è un fondo di verità- Alcune ciocche di capelli neri gli scesero sulla fronte, diede un bacio sulla fronte della figlia
-Buona notte!- disse la piccola, chiudendo gli occhietti blu. 
-Buona notte- Merial si alza dal letto e apre la porta, rimanendo sulla soglia della porta –Ti voglio bene- gli sussurra e chiuse la porta.




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