Bro-Day Everyday

di _Atlas
(/viewuser.php?uid=98885)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.



Capitolo 2

 

Era sera tardi, verso le undici.
Felix si era svegliato di soprassalto a causa di un forte tuono e del violento scrosciare della pioggia: a quanto pare era arrivato un temporale davvero violento.
Provò ad accendere la bajour, posta sul comodino di fianco al letto, ma la luce non diede segno di volersi destare.

Immediatamente, regalando occhiate spaurite all'oscurità che pervadeva la stanza, rischiarata all'improvviso da sporadici lampi, la sua mente iniziò a risvegliare in lui timori, paure e tante poco rassicuranti immagini, probabilmente anche frutto del suo lavoro/hobby.

Combattendo l'impulso irrefrenabile di cacciare la testa sotto le coperte e di restare immobile fino al mattino, aprì a tentoni il cassetto del comodino ed impugnò la fedele torcia elettrica, che per ovvi motivi teneva a portata di mano.

Scese dal letto ed uscì in corridoio quasi correndo, accompagnato dallo scrosciare sempre più intenso della pioggia sui vetri.

Alla luce della torcia tutto sembrava spettrale, proprio come nei gameplay che si ostinava a registrare. Maledisse più volte di non essersi impegnato a piegare e stipare i vestiti, perché quel piccolo mucchio appoggiato sulla sedia gli era sembrato tanto uno dei mostri di Amnesia.

Notò che la porta della camera di Ryan era aperta, e per un secondo immaginò di andare a spiare all'interno. Poi però si riscosse, ed immaginò che l'amico fosse andato a riattivare la corrente.

Titubante, si avvicinò alle scale per scendere al piano di sotto.

E non poté non pensare ad SCP-087-B.

E non poté non sentire la scarica gelida che gli percorse più volte la schiena.

E non poté evitare alla sua mente di risvegliare orribili immagini e suoni.

Gli parve persino di sentire bussare alla porta… Inquietante.

Con passo tremante si accinse a scendere le scale, e quando fu al piano di sotto, quell'attimo di sollievo in cui si era crogiolato svanì per lasciare posto al terrore che si stava dilagando dal cento del suo petto. Felix non osò muovere un muscolo, e restò sul posto come pietrificato, con gli occhi sgranati ed appannati.

Per un momento, proprio mentre girava il raggio della torcia verso la cucina, aveva visto una forma all'ingresso.

Il cuore gli balzò in gola, e lo svedese ebbe una scarica di sudore freddo.

Con il respiro corto, si voltò di scatto ed illuminò… i giubbotti appesi all'ingresso.

Il ragazzo tirò un sospirone, percependo tutti i nervi del suo corpo rilassarsi: si era lasciato ancora prendere in giro dalla sua mente.

Un ennesimo lampo pervase la stanza di una luce bianca seguita dall'immancabile rombo di tuono e, proprio in quel momento, qualcuno bussò violentemente alla porta.

Ovviamente Felix urlò, molto forte.

Dopodiché, silenzio.

Si sentiva solamente la pioggia battere violentemente contro i vetri delle finestre, all'esterno.

D'un tratto, di nuovo quel bussare alla porta.

Il ragazzo non osava muoversi, impietrito com'era dal terrore. Chi, o cosa, poteva essere a fare quel baccano?

C'era solo un modo per scoprirlo, anche se tutti i film che aveva visto finivano immancabilmente in tragedia proprio perché uno dei personaggi agiva.

Ma era anche vero che nei videogiochi non potevi andare avanti se non facevi qualcosa.

Felix mandò giù un groppo di saliva e, tremante, si avvicinò alla porta, mentre fuori la tempesta continuava ad infuriare.

Passo dopo passo, e un'eternità di minuti passati a sobbalzare per il bussare alla porta che si era fatto più forte e frequente, riuscì a camminare fino alla porta.

Allungò una mano e, senza pensarci e quasi con le lacrime agli occhi, la spalancò.

"AAAAHHHH!!" Urlò in maniera molto virile e puntando la torcia contro la figura scura che gli si era parata davanti, accecandola proprio mentre stava per scaraventarsi in casa.

"Felix, stai buono! Sono io! E che cavolo, abbassa quella dannata torcia." Sbraitò Ryan, schermandosi gli occhi con un braccio.

Il biondo si zittì subito, preparandosi a capire di aver fatto la figura dell'idiota, mentre l'amico lo scostava ed entrava in casa.

"Ma che ci facevi là fuori? Con questo tempo, poi…" Aveva esordito dopo un po' Felix, grattandosi la testa, mentre l'americano frugava in giro alla ricerca di qualcosa.

"Ero andato a riattivare la corrente, ma quando sono arrivato allo sportello sul retro mi sono accorto di non avere la chiave per aprirlo, e quando stavo per rientrare… beh, mi sono accorto di aver dimenticato anche le chiavi di casa. Fortuna eri sveglio."

Alla fine Ryan trovò ciò che stava cercando e, senza dire una parola, si fiondò fuori di nuovo. Poco dopo la corrente era stata riattivata e i due erano fermi all'ingresso, mentre il moro gocciolava sul posto, fradicio come un gattino.

"Togliti un po' di vestiti, che vado a cercare degli asciugamani. Vuoi che ti porti anche un cambio?" Domandò lo svedese.

"Bastano degli asciugamani. Sai dov'è il bagno, giusto?" Rispose l'altro, mentre si toglieva il cappotto e le scarpe.

Felix annuì e poco dopo tornò con le braccia cariche di strofinacci spumosi.

 

Dopo svariati minuti i due si ritrovarono davanti al fuoco, seduti sul tappeto, a godersi il tepore delle fiamme mentre fuori continuava a piovere a dirotto.

Ryan era avvolto in un una montagna di asciugamani, e dal mucchietto spuntavano solo il suo viso e una mano, che gli serviva per tenerseli adesi.

"Come mai non hai aperto subito quando ho bussato? Ti ho sentito bene urlare, sai." Esordì il moro, sogghignando.

"Beh, ecco…" Lo svedese era arrossito. "… è stato perché ero davvero spaventato. Sai, la situazione nell'insieme non era molto rassicurante. Riuniva in sé tutte le cose di cui ho paura, capisci?"

Dopo un attimo di silenzio, Ryan non riuscì a trattenersi e scoppiò nella sua classica risata cristallina, e Felix lo seguì a ruota.

Passarono ancora un po' di tempo a parlare e scambiarsi battute e, quando finalmente le membra dell'americano ebbero acquistato un po' di tepore, asciugarono come poterono il lago all'ingresso e si augurarono la buonanotte, affondando nei rispettivi letti, alla ricerca di un calore che nessuno dei due riusciva a percepire.

 

 

 




L'Angolo di Zazzy:

-Schifo schifo schifo.
Questo capitolo fa schifissimo XD E dopo tutta quest'attesa, poi!
Imperdonabbbbile ç^ç
Beh, almeno è qui.... e mi sa che per un altro anno.... scherzo, dai! :'D
Putroppo ho un periodo (che dura da un bel po', come potete notare) di ispirazione zero, una tristezza assurda =___=
E pensare che la trama della storia c'è tutta, nella mia testa! E vorrei svilupparla anche decentemente, ma faccio schifo XD

Vabbé dai, consideriamolo un tentativo... un modo per allenarsi! Mi spiace solo per quelli che apprezzano questo obbrobrio di storia :')
Vi voglio bene ^3^

Ora vi lascio in pace; alla prossima!

Bacioni <3 Zazzy



 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2775461