I invite you to a world where there are no such thing as time

di _wonderwall
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Era da un po’che Vincent cercava il suo padrone. Aveva sentito dei passi, quindi aveva deciso di seguirli, incerto, pensando alla possibilità che appartenessero a Glen. Arrivato alla base di una scala, aveva iniziato a sentire una canzone. Era la voce di Lily, quindi era sicuramente lei a cantarla. Era l’unica, lì dentro, che ravvivasse un po’il glaciale silenzio che regnava soltamente negli ampi corridoi della villa. E, solitamente, lo faceva con le sue cantilene. Non che a Vincent dispiacesse l’inquietante silenzio delle grandi case. C’era abituato, in fin dei conti. A villa Nightray, normalmente, gli unici rumori che si sentivano erano le sue forbici, oppure il tonfo che seguiva la caduta di un mobile, intervallato da qualche urlo. In quel caso, le fonti rumorose erano certamente il suo fratellastro Elliot, e Leo.
Ovviamente, prima che quest’ultimo diventasse il capo dei Baskerville, e che il primo morisse. Quel giorno, però, non era una cantilena, quella che proveniva dalla bocca di Lily. Era una canzone, e aveva un che di inquietante, per Vincent. La collegò ad Abyss non appena sentì le prime parole. Man mano che saliva i gradini, la voce si sentiva sempre di più, e questo voleva dire che Lily era in camera sua, situata proprio accanto alla scalinata. Guardando meglio, Vincent scorse una figura che si stagliava davanti alla stanzetta: Era Glen: Sembrava rapito da quelle parole, nonostante l’espressione inquieta che aveva sul volto. Vincent capì subito che questo contrasto tra espressione e volontà era dovuto alle due coscienze che il suo padrone possedeva. Quindi, si fermò a metà della scala, in attesa che quella macabra canzone finisse, e si concludesse anche l’ondata di ricordi che gli riportava alla mente.




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