Una
catastrofe
- Lily! È una
catastrofe! Un’assoluta catastrofe!
La moglie lo guardò
distrattamente dal bordo del libro che
stava leggendo.
- Una catastrofe? In questo
posto?
Lo guardò gettarsi
sul letto e mugolare contro il cuscino.
- Tesoro, gli occhiali.
- Ci stavo giusto pensando.
L’uomo
alzò il viso, si tirò via dal naso gli occhiali e
li
porse alla consorte, prima di ritornare ai suoi lamenti funebri contro
la
federa. Lily sospirò, piegò le stanghette degli
occhiali e li posò sopra al suo
libro, chiudendolo e mettendolo sul comodino.
- James, non è
così terribile, su.
Disse, massaggiandogli la
schiena con una mano. L’uomo
sobbalzò e si voltò di scatto, guardandola come
se gli avesse pugnalato la
schiena.
- Primo: è una tragedia,
altroché; secondo: tu come fai a saperlo?
La donna sospirò e
tolse la mano dalla sua schiena,
sistemandosi una ciocca di capelli rosso scuro dietro
l’orecchio e
appoggiandosi meglio contro i due cuscini che fungevano da comodo
schienale.
- Può darsi che
abbia parlato con Severus… Oh, insomma, non
fare quella faccia!
Si precipitò ad
aggiungere allarmata quando vide James
impallidire.
- Te l’ha detto lui?
Quel… Quel…
- James! Stavamo parlando e
semplicemente me l’ha detto,
null’altro!
Il marito riappoggiò
il capo contro il cuscino, così la sua
voce risultò parecchio soffocata quando parlò.
- Certo, come no. Scommetto che
è venuto a vantarsene,
neanche fosse merito suo!
Lily arrossì; in
fondo non era andato così lontano dalla
verità. Ed era certa che se quei due si fossero incontrati
sarebbe successo il
finimondo: immaginò già i ghigni alteri
dell’amico e la rabbia funesta del
marito. Ma “teoricamente” non dovevano trovarsi in
una dimensione di pura pace
spirituale?
- Caro, effettivamente è
merito suo, giusto? Pensaci: se Harry è
sopravvissuto così a lungo…
Si bloccò
all’occhiata infuocata dell’altro.
- Di certo non ho chiesto io di
venire fatto fuori da un
pazzo furioso, sai? E sono proprio le persone come Mocciosus che gli
hanno permesso
di fare tutto questo!
La moglie sospirò.
- Ti prego, smettila di
chiamarlo così. Alla fine si è
redento, no?
Sentì un sonoro
sbuffo sarcastico provenire dal materasso
accanto a lei, e Lily si arrese.
- Va bene, finiamola qua. Tanto
non riusciremo mai a venirne
a capo, dico bene?
- Esatto.
- Allora buonanotte.
- ‘Notte.
Lily prese la mascherina per
gli occhi che teneva sempre
dentro il cassetto – perché
in quel posto
c’era sempre troppa luce, persino con le tende tirate
– e se la sistemò sul
viso, sdraiandosi di fianco e dando le spalle al marito.
- Ma quello che non
capisco…
Ricominciò
improvvisamente James; la donna fece una smorfia
a metà tra un sorriso divertito e una mossa che equivaleva a
dire
“Lasciami-Dormire-Una-Buona-Volta”.
- Insomma, come ha potuto Harry anche solo pensare di chiamare il suo
secondogenito come quel maledetto
traditore? L’uomo che amava sua madre anche se era sposata
con un gentiluomo
come me!
Piagnucolò
disperato, e Lily si portò una mano alla fronte,
massaggiandosela piano. Con calma cercò di trovare le parole
adatte a zittirlo,
finalmente.
- Tesoro, devi capire che anche
se tu odi una persona con tutto il
cuore, non per questo lo deve fare
anche tuo figlio. Anzi, io sono molto orgogliosa dei nomi che ha scelto.
- Bella forza, tu non hai
problemi, sai già che la prossima
nipote si chiamerà sicuramente come te.
- Ti ricordo che anche tuo
nipote porta il tuo stesso nome,
insieme con quello di
quel debosciato…
La donna di bloccò,
scioccata, ed entrambi i coniugi
balzarono a sedere sul letto contemporaneamente, mentre Lily si
toglieva con un
solo gesto la mascherina.
- Sirius!
- Sirius, sei in casa?
Un grugnito proveniente dalla
cucina venne in risposta al
richiamo. James si diresse verso l’altra stanza e
trovò l’amico alle prese con del
Whiskey Incendiario. Controllò sotto la gamba del tavolo e
trovò altre tre
bottiglie dell’alcolico, tutte vuote.
“Ahia”
pensò l’uomo. “Non l’ha presa
affatto bene”.
- Felpato, per caso hai
saputo…
Sirius grugnì ancora
una volta e continuò a fissare il suo
bicchiere come se volesse incenerirlo con la sola potenza del suo
sguardo.
James ebbe pietà del suo migliore amico e si prese anche lui
un bicchiere dal
lavello della cucina, sedendogli di fronte e stappando la bottiglia di
Whiskey
magico.
Alzò il calice verso
l’amico in un funereo brindisi a cui
l’altro non rispose e lo buttò giù
tutto d’un fiato.
- Bisogna farlo rinsavire,
assolutamente…
Mormorò James
scrutando le poche goccioline rimaste sul
fondo del suo bicchiere come avrebbe fatto la professoressa Cooman con
i resti
del the.
L’ennesimo grugnito
fece da eco a questa affermazione.
Improvvisamente sentirono la porta d’entrata aprirsi, e in
rapida sequela il
tonfo di un corpo mobile che sbatte contro qualcosa, il rumore di un
oggetto
sopra il suddetto che si rompe, l’imprecazione neanche troppo
velata di una
donna e il sospiro divertito – e rassegnato – di un
uomo.
- ‘Giorno anche a te,
Ninfadora.
Disse Ramoso, senza neanche
voltare il capo e controllare
l’identità dei nuovi intrusi. La ragazza
entrò nella cucina accompagnata dal
marito e puntò accusatoria il dito contro James.
- Primo, non azzardarti a
chiamarmi così un’altra volta o ti
troverai con un qualcosa in meno che a tua moglie non farà
molto piacere;
secondo, buongiorno ad entrambi; terzo: ma si può sapere
cosa diamine è saltato
in testa ad Harry?
Lo sguardo di Sirius si fece se
possibile ancora più cupo a
quell’ultima domanda. Lupin si sedette sulla poltrona del
salotto e si fece
pensieroso.
- Sai Felpato…
Sirius gli rivolse
un’occhiata bieca e piuttosto
inquietante.
- Cosa?
Remus si fece subitamente serio
e lo guardò bene in faccia.
- Dovresti proprio dare una
pulita a questi mobili, sono
pieni di peli di cane.
Schivò con una
grossa risata il bicchiere che s’infranse
accanto alla sua testa, mentre James e Tonks sghignazzavano divertiti e
Sirius
si alzava borbottando qualcosa su “i veri amici” e
qualcos’altro che
assomigliava tremendamente ad un “ma che se ne vadano tutti
al diavolo”.
- Ehi, ehi, Felpato! Non sei
per nulla gentile! I tuoi
migliori amici vengono qui per consolarti e tu cosa fai?
James indicò con un
largo gesto di mano sé stesso e gli
altri due, mentre Ninfadora si appollaiava sul bracciolo della poltrona
di
Remus e lui le passava un braccio intorno alla vita.
Sirius scoccò
un’occhiata assassina a tutti e tre e si
ritirò strategicamente nel frigorifero, ficcandoci dentro la
testa per intero e
cercando una bottiglia d’acqua.
Quando la trovò, si
girò brandendola come una spada e la
puntò contro Ramoso con fare minaccioso.
- Queste idee malsane non
provengono da me, sia chiaro.
Questi sono i geni malati del padre, te lo dico io.
L’amico fece una
smorfia di disgusto e gli afferrò la
bottiglia dalle mani, appoggiandola sul tavolo.
- Semmai della
madre… O di un certo insegnante.
Si girarono entrambi
contemporaneamente con aria accusatoria
verso il loro migliore amico, che li guardò interrogativo.
- Ehi, dico, ma vi è
partito definitivamente il cervello?
La moglie sghignazzò
e gli passò le braccia intorno al
collo, appoggiandosi a lui, mentre gli altri due si spalleggiavano
convinti.
- Tu sei sempre stato quello
che lo trovava meno ripugnante,
e hai passato un anno insieme ad Harry. Anzi, anche di più.
Qualcosa in
contrario se troviamo questo atteggiamento sospetto?
James lo guardava estremamente
serio e la faccia di Sirius
era il suo perfetto riflesso.
- Ma cosa state insinuando?
Ricordo che ha passato qualcosa
come sei anni insieme a Severus, e
lo
odiava profondamente anche durante l’ultimo anno. Se poi si
è riscattato
all’ultimo momento non è colpa mia.
Sirius si sedette
d’un botto e lo guardò male.
- Sei morto come uno scemo. Se
almeno tu fossi rimasto in vita,
avremmo potuto impedire ad Harry di
compiere questa scelleratezza!
- Cosa?
Ti ricordo
che sei stato tu a volar
giù dietro
ad un velo, caro il mio signorino! Poi non venire a lamentarti, o
peggio, ad
accusare gli altri!
- Oh, scusa tanto se sono morto
cercando di salvare il mio
figlioccio!
- Ti ricordo che io sono qui
per lo stesso motivo!
Si fermarono e guardarono
imbarazzati per un attimo James,
che si stava massaggiando le tempie.
- Effettivamente, qua dentro
siamo tutti morti per cercare di
salvargli la pelle. Quel benedetto
ragazzo porta sfiga.
Tutti sorrisero per la battuta
di James e lui si sistemò gli
occhiali sul naso con aria scanzonata. Ora che Sirius pareva aver
riacquistato
il suo buonumore, la tensione nella stanza era sparita e si rilassarono
tutti.
- Su, Sirius. Almeno hai la
soddisfazione di avere il
primogenito che si chiama come noi due!
Felpato riacquistò
tutt’a un tratto l’aria funebre che
l’aveva accompagnato per tutto il giorno, e Remus
maledì Ramoso per la celeberrima
delicatezza che lo contraddistingueva da sempre.
- Sì, ma
è il secondo nome. Sono considerato alla stessa
stregua di quel venduto! Di quella sporca serpe, di quel…
- Sì, sì,
abbiamo capito. Modera i termini, per favore. Ci
sono dei bambini in questa stanza.
Lupin, ridendo, fece segno di
tappare le orecchie alla
moglie e lei gli assestò oltraggiata una sonora gomitata fra
le costole, e lo
guardò piegarsi in due dal dolore con un sorrisetto
strafottente in volto.
- Bel colpo, cugina.
- Grazie!
Tutti risero un po’,
e James finalmente riprese la parola.
- Suvvia, immagino ci possano
essere cose ben peggiori.
Almeno si chiamerà Albus, e nessuno sarà
così impietoso da chiamarlo Sevy.
Guardò le occhiate
scettiche degli altri.
- Be’, almeno spero.
Rimasero a rimuginare per un
po’ quando Tonks scivolò giù
dal bracciolo e si stiracchiò come un gatto.
- Be’, gente, ora che
è tutto risolto io direi che è ora di
andare, vero lupacchiotto?
Due larghi ghigni si dipinsero
sui volti di Felpato e Ramoso,
mentre la faccia di Lunastorta cambiava colore.
- Va bene, andate
pure… Lupacchiotto.
Remus guardò male
Sirius.
- Vedo che ti sei ripreso in
fretta dalla crisi, eh?
- Che ci vuoi fare, con degli
amici come voi che mi offrono
sempre così volentieri una spalla su cui piangere…
James scoppiò a
ridere allegramente.
- Be’, vado
anch’io, Felpato. Stammi bene.
- Contaci!
Rispose Sirius sorridendo.
Gli altri tre si avviarono
sorridendo verso l’uscita, e
l’udito sottile del padrone di casa gli fece intendere
distintamente qualcosa
con un “Lupacchiotto” di mezzo, e un tonfo sul
tappeto d’ingresso che faceva
capire che l’altro non l’aveva presa bene e
l’aveva spintonato in mezzo al
corridoio, oltre la risata cristallina di Tonks.
Dopo che la porta di casa si fu
richiusa dietro al terzetto,
lui afferrò la bottiglia d’acqua presa in
precedenza dal frigorifero, la stappò
e la bevve direttamente con la bocca – visto che un certo
bicchiere era andato
a fracassarsi contro il muro solo un quarto d’ora prima -.
- Ma sì, questo
posso anche sopportarlo…
Si sistemò meglio in
poltrona e guardò con una nota di
disappunto la massa di peli neri che imperversava sul mobile.
E sul tappeto.
E sul divano.
Sospirò.
- Credo proprio che Lunastorta
abbia ragione. Qua tocca dare
una pulita…
E si riattaccò con
un gesto di disperazione alla bottiglia.
D’acqua.
Severus Piton si stava
guardando con un sorriso compiaciuto
nello specchio sopra il lavandino del suo bagno.
- Spero solo che il bambino
venga bene come colui di chi ha
l’onore di portare il nome.
Quella stessa notte Harry fece
un incubo tremendo. Sognò il
padrino che urlava che lo avrebbe diseredato e disconosciuto come
figlioccio
per l’affronto subito, e subito dopo il suo primo professore
di Pozioni entrava
nel sogno e si dirigeva verso Sirius con un ghigno orrendo che gli
deformava i
tratti del viso, rivendicando un qualcosa su Al.
Si svegliò tutto
sudato con ancora bene in mente l’immagine
dei due uomini che si carbonizzavano a vicenda e guardò la
moglie che lo stava
fissando interrogativa.
- Tesoro, è meglio
se per un po’ non cucini più i peperoni
ripieni, la sera.
Note:
Innanzitutto, un grazie enorme
a Rob, la mia beta XD Thank you very much (_ _)
E poi... So che è
molto stupido, ma è una cosa che ho in mente dall'anno
scorso XD La reazione dei Malandrini ad una catastrofe del genere...
Speriamo bene XD
Kissoni a tutti!!
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