Demolition Lovers

di zinzuleddha
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EPILOGO


Fu gioia nell'ospedale non appena il suo cuore ricominciò a battere.
Fu gioia non appena, Frank, il ragazzo coinvolto in un incidente stradale, diede il primo segno di vita dopo ben due settimane di coma, aprendo gli occhi. Presto quella gioia fu però smorzata non appena i medici, dopo svariati controlli, si resero conto della gravità della situazione.
Un grave trauma celebrale, la perdita della vista. Supposero non sarebbe più stato lo stesso di prima, supposero che adesso ragionasse come un bambino. Supposero che non avrebbe superato la notte, supposero che era stato miracolato.
Fecero milioni di supposizioni in quei tre mesi, nei quali, dopo la morte di sua madre, fu trasferito in un orfanotrofio, finendo per essere badato dalle suore, che, restarono stupite alquanto quando, in un freddo giorno d'autunno un uomo dal viso sfigurato si presentò alla porta, chiedendo del ragazzo e, restarono ancor più stupite non appena l'uomo disse di volerlo adottare.
Dopo essersi accertate che l'uomo dai lunghi capelli corvino fosse una persona affidabile, decisero che si, era arrivato per Frank il momento di ricominciare a condurre una vita normale, nonostante le sue disabilità.
Alla vista del ragazzo dallo sguardo perso nel vuoto, adagiato su un lettino al fianco di una grande finestra, gli occhi dell'uomo si illuminarono. Felicità, mista a tristezza. Si sentì morire, ma non crollò. Il suo sentimento per lui era forte, ma il bello della vita è che noi siamo ancora più forti dei sentimenti che proviamo, perciò, dopo un lungo respiro che risuonò nella stanza per quegli attimi che sembrarono anni, si avvicinò al ragazzo, poggiando una mano sulla sua.
Osservò per un istante il suo viso scarnito, prima di precipitarsi sulle sue labbra. Quelle labbra che oramai desiderava da mesi, quelle labbra di cui non avrebbe mai potuto dimenticarne il dolce sapore.
Milioni di ricordi affiorarono nella sua mente, una lacrima scivolò lungo la sua guancia, finendo sul viso del giovane ragazzo, immobile.
Il suo sguardo si posò allora sui suoi occhi, il mondo gli cadde addosso. Perso nel vuoto, non esprimeva nulla, esattamente come la sua espressione. Il suo sorriso era scomparso, portandosi con se anche quel briciolo di speranza che, per quei tre mesi trascorsi in ospedale, l'uomo dal viso sfigurato aveva tenuto vivo.
"Qui ci sono i suoi vestiti" La voce roca dell'anziana suora lo distolse dai suoi pensieri e, dopo ulteriori accertamenti, lo trasportarono su una sedia a rotelle verso la macchina.
"Sta attento, ha le ossa delicate" raccomandò la suora, mentre, con tutta la dolcezza che da anni aveva tenuto da parte, l'uomo lo sollevava.
Un braccio sotto le ginocchia, uno dietro la spalla, la testa del giovane ragazzo adagiata nell'incavo del suo collo. Il suo cuore si riempì di gioia non appena percepì il respiro del ragazzo sul suo collo, la sua speranza si riaccese. Ce l'avrebbe fatta, lo sapeva. Frank era un ragazzo forte, insieme ce l'avrebbero fatta.
Dopo averlo adagiato sui sedili posteriori e avergli allacciato la cintura, si avvicinò nuovamente al ragazzo, molte cose erano cambiate in quei tre mesi, ma il suo inebriante profumo era rimasto sempre lo stesso.
Gli lasciò una carezza prima di salire in macchina e, lentamente, dirigersi verso casa, dove presto molte cose sarebbero cambiate.
Dove presto, per i due avrebbe avuto inizio una nuova vita: la vita che si meritavano.
"Andiamo insieme o non ci andiamo per niente" disse sottovoce l'uomo, un enorme sorriso si fece spazio sul suo volto.
Un enorme sorriso genuino; un enorme sorriso speranzoso che avrebbe portato gioia anche alle anime più scure.
Si voltò, poté giurare di aver visto il ragazzo sorridere. Sapeva che aveva capito, sapeva che ciò che i dottori avevano detto erano solo un mucchio di stronzate, sapeva che infondo, Frank, era lo stesso.
Sapeva che la loro vita sarebbe cambiata nuovamente, ma questa volta, in modo positivo.
Sapeva fin troppe cose, ma quella sensazione che lo assaliva quando trascorreva del tempo con il giovane ragazzo non gli permise di mettere a fuoco i suoi pensieri. O almeno finché non si ritrovarono a casa, dove il suo alter ego crollò definitivamente, sfoderando quello che era il vero se: un ragazzo bisognoso d'affetto tanto quanto bisognoso di donarne.




- Salve a tutti! Ecco l'epilogo.
Ebbene, siamo giunti al termine della storia e, che dire, vi ringranzio di cuore per tutto il supporto e l'affetto che mi avete dimostrato.
VI RICORDO NUOVAMENTE CHE C'E' PERO' UN SEQUEL, NARRATO SOTTO IL PUNTO DI VISTA DI GERARD  ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2783750&i=1 ) e, che dire, spero continuerete a sguirmi!
Se avete delle domande o semplicemente dei dubbi sulla storia, non esitate a scrivermi! (potete contattarmi anche su twitter, sono @sussumella)

Vi aspetto tra le recensioni -

A presto
- Danny x <3
 


 





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