Puoi trovarli ovunque.
Li trovi al bar sotto casa alle sette del mattino mentre sorseggiano un cappuccino e ordinano un cornetto a gran voce.
Li trovi in edicola a comprare il quotidiano.
Li trovi al parco in compagnia di un cagnolino scodinzolante.
Li trovi nei marciapiedi delle grandi città, spesso accompagnati da una signora.
Li trovi sulle panchine e li osservi quando discutono animatamente di politica, delle belle donne, delle partite di pallone.
Li trovi nei locali con le carte in mano, ognuno in attesa del proprio turno.
Li trovi dal fornaio, nei supermercati, dal dentista, nelle sale da ballo, in piazza, nei musei, in chiesa, al mare, in montagna, li trovi con la pioggia e con il sole, con la neve e nelle belle giornate di primavera.
I loro occhi sono vivi, guizzanti, capaci di divorare il mondo, le loro labbra sorridono spesso e pronunciano parole di conforto per chi ne ha bisogno, le loro mani sono malferme eppure delicate e rassicuranti, le loro voci sono roche, le gambe instabili, i capelli radi e bianchi.
Un tempo quegli occhi hanno visto orrori, massacri, violenze, quelle labbra sono state serrate in un muto silenzio, quelle mani hanno premuto un grilletto, quelle gambe hanno percorso svariati kilometri, quei capelli erano di un altro colore.
La loro memoria è arrugginita, ma ricordano perfettamente quello che hanno vissuto, ricordano le immagini, le urla agghiaccianti, gli spari delle armi da fuoco.
Sono sopravvissuti alla Seconda Guerra Mondiale, sono anziani che hanno una storia da raccontare.
Storie piene di tristezza e di devastazione.
Storie di piccoli atti eroici.
Storie di giovani costretti ad arruolarsi.
Storie di giovani che sono scampati al massacro.
Storie di giovani che hanno salvato i loro amici mettendo a rischio la vita.
Storie di giovani che hanno ritrovato la libertà dopo anni e anni.
Storie di anziani tormentanti dagli incubi della gioventù.
Storie di italiani. |