Shadows
È in queste notti senza stelle che il ricordo del principe dei saiyan lo
assale con una violenza insopportabile.
Solo, racchiuso nel silenzio che ha accompagnato gran parte della sua
esistenza, si ritrova a lottare contro i fantasmi del suo passato, nel disperato
tentativo di non cedere al richiamo delle familiari sembianze di un assassino
privo di debolezze o legami.
Mentre le cupe ombre della sera lo abbracciano, i frammenti di una vita che
ha rinnegato senza nemmeno rendersene conto si susseguono nei suoi pensieri,
indifferenti ai suoi sforzi di ignorarli: l'adrenalina per gli scontri
all'ultimo sangue, unica compagna di cui gradisse la presenza; l'odore
inebriante di quel liquido ferruginoso, emblema della sua vittoria; il terrore
delle sue vittime, riflesso nei suoi spietati occhi di tenebra, prima che la sua
stessa mano giungesse a porre fine alle loro esistenze…
Incapace di trovare un compromesso con i suoi ricordi, li respinge e li
assapora nel medesimo istante, attraversando a ritroso la sua vecchia esistenza
da conquistatore, la cupa adolescenza di un ragazzo che non è mai stato bambino,
l'infanzia all'insegna della violenza, da cui è stato forgiato per diventare il
crudele dominatore dell'universo, il più forte combattente della migliore stirpe
di guerrieri.
Mentre le immagini fluiscono rapide nella sua mente, scavando solchi profondi
da cui non è certo di poter guarire, gli sembra quasi di vedere un altro se
stesso stagliarsi nel cielo nero, un uomo invincibile e dal sorriso beffardo,
che non ha ancora dimenticato. Lo fissa in silenzio, consapevole di aver rinunciato infinito tempo prima a chi, nel presentarsi come principe dei saiyan, non si limitava ad assaporare il potere di simili parole, ma rivelava la sua stessa essenza.
E questa figura spietata lo tormenta come Freezer non è mai riuscito a fare,
perché la più intima parte del suo animo ricorda quel principe e lo
rimpiange.
Mille volte ha combattuto contro il richiamo della propria stirpe, la
seducente voce che si appella al suo orgoglio, al suo nome da sovrano e
assassino, al suo istinto, per mettere in discussione gli ultimi anni della sua
vita. Eppure, ancora la sente risuonare nella testa, implacabile e derisoria nel
mostrargli ciò che è diventato.
I suoi lineamenti si contraggono istintivamente non appena ripercorre i lenti
passi con cui si è avvicinato ai terrestri, riconoscendo tutte le frustranti
limitazioni che gli sono state imposte durante quegli anni: ha dovuto abituarsi
a non uccidere per puro sfizio o semplice noia, a non realizzare le proprie
sanguinose minacce, a frenare i suoi più intimi istinti, mentre sentiva che,
attimo dopo attimo, qualcosa d’importante scivolava via da lui per poi
torturarlo con la sua mancanza.
A poco a poco si è indebolito, questo fastidioso senso d'incompletezza,
offuscato dall'insopportabile cicaleccio di una bambina, dal sorriso fiero di un
ragazzino, dal dolce profumo di una donna. Ma, durante la notte, quel principe
imperioso e crudele sarà sempre pronto a riemergere in un'ombra più nera
dell'oscurità stessa, reclamando un posto nel suo animo.
Il passato non si può cancellare, solo combattere.
Un’infinita lotta contro se stesso, da cui non può sperare di uscire
completamente vincitore.
Questi sono gli attimi in cui nella bilancia della sua vita si confrontano le
soddisfazioni e i rimpianti, ciò che ha perso e ciò che ha guadagnato, il saiyan
privo di scrupoli e legami contro il tenebroso guerriero con una famiglia, dalle
mani stranamente immacolate.
E per un istante, un solo lunghissimo istante, si chiede se davvero, quella
volta di tanto tempo prima, avesse compiuto la scelta giusta.
Lei se ne accorge sempre.
L'avverte come fosse palpabile, quella disperata nostalgia che gli incupisce
lo sguardo di tenebra, riportandolo il nemico crudele e spaventoso di tanti anni
prima, giunto sulla terra unicamente per sterminarne gli abitanti. Lo percepisce
nel suo passo meno imperioso del solito, quando lo vede uscire dalla sua camera
per sedersi all’aperto, una sagoma scura sotto un cielo ancora più scuro, alla
ricerca di una solitudine in cui affogare i suoi pensieri.
E ogni volta il suo cuore manca un battito, al pensiero di non risultare
abbastanza forte per fermare il richiamo di quel passato da cui lei, misera
terrestre, è riuscita a strapparlo con le unghie e con i denti. Ogni volta si
chiede se a tornare a casa sarà il compagno dallo sguardo corrucciato che ama
con tutta se stessa o l’assassino che le avrebbe spezzato il cuore prima di
strapparle la vita, e si ritrova lacerata tra l’impulso di rispettare il suo
isolamento o stargli accanto, per non lasciarlo solo ad affrontare i suoi ricordi.
Con il petto prigioniero di una morsa gelida, si prepara a sopportare
secondi, minuti, ore intere che scorreranno lente, lasciandola nella tormentosa
attesa di scoprire se avergli donato il proprio amore e due figli basterà per
sopraffare la nostalgia e l’amarezza, nel momento in cui lui si renderà conto
di quanto elevato sia stato il prezzo della sua scelta.
Incapace di dargli le spalle, lo vede irrigidirsi come se stesse lottando
contro un nemico, prigioniero in un mondo di sangue e violenza che può solo
intuire.
Il mondo in cui lui è cresciuto.
Sa di non poterlo aiutare, questa è l'ennesima battaglia che dovrà combattere
da solo, eppure non riesce a rassegnarsi; allora rifugge il sonno per rimanere
al suo fianco, per accompagnare i suoi ricordi di saiyan con la propria
presenza di terrestre, e, seppur di
riflesso, condivide il suo tormento, seduta tanto vicina a lui da percepire il
suo calore.
Non gli parla, non lo tocca, non lo guarda.
Resta immobile, gli occhi rivolti al cielo nero, il cuore un incessante
rimbombo contro il suo torace, la mente che vaga sulla scia del suo passato di
sangue, senza addolcirlo, senza giudicarlo.
Ma gli è accanto, una presenza impalpabile e silenziosa, unica ombra dalle
iridi cristalline.
E lui, pur sovrastato dalle tenebre del suo animo, sente il suo respiro.
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