I go
‘Bow wow wow wow’
Words:
6.215
Summary:
Una strana maledizione si abbatte su tutti gli idol dopo aver
debuttato, ma i
B.A.P non hanno tempo per queste sciocchezze. Quando è la
loro volta, è il caos.
Yongguk
non era mai stato il tipo da credere alle
voci di corridoio. Era un giovane che preferiva vedere le cose con i
suoi occhi
anziché sentire pettegolezzi, grazie tante.
La prima volta che gli capitò di sentirne parlare fu nei
suoi anni da trainee.
Himchan era corso da lui con un’espressione sconvolta,
balbettando parole
sconnesse fra loro («Hyosung, uomo, uguale, sala»)
mentre tentava di riprendere
il fiato.
Yongguk
dovette fare appello a tutte le sue
abilità telepatiche (!) per capire che il suo coetaneo gli
stava dicendo di
aver visto un uomo che assomigliava grottescamente a Hyosung nella sala
da
prova. Strizzò gli occhi e contorse le labbra, perplesso,
mentre Himchan
continuava a ripetergli che “non stava scherzando, era vero,
ed era stato super
raccapricciante vedere Hyosung-uomo”.
«Sei
stanco,» gli aveva detto Yongguk, dandogli
delle leggere pacche sulla spalla, «probabilmente,
è uno nuovo. Tutto questo
allenarti ti sta dando alla testa, perché non ti riposi un
po’?» Dopodiché se
ne andò, lasciando l’altro nel corridoio a
balbettare parole incomprensibili,
ancora sotto shock.
Altri dei suoi compagni trainee gli avevano detto di aver sentito voci
su come
gruppi di idol sparissero per un po’ di tempo; chi a uno o
due anni dal loro
debutto, chi dopo appena pochi mesi. Yongguk aveva solo scrollato le
spalle,
quando gli dissero che qualcuno aveva visto dei sosia maschili delle
Girls
Generation girare vicino all’edificio della SM.
Poi ci fu il debutto del suo gruppo, e i B.A.P furono risucchiati da
attività a
cui partecipare e programmi da filmare. Poche furono le
opportunità per poter
prestare particolare attenzione agli altri gruppi (a meno che non
facessero
parte della concorrenza), ma di tanto in tanto, i loro stilisti
bisbigliavano a
proposito dei NU’EST, che avevano debuttato più o
meno nel loro stesso periodo,
e del fatto di aver visto una Ren-donna uscire da un supermercato
– sempre che
Ren possa avere una sosia che somigli più ad una donna di
lui. Ancora una
volta, Yongguk si dimenticò presto di quelle voci.
Sul serio, chi crederebbe mai che si può cambiare da un
sesso all’altro e
rimanerci? Roba da matti.
Una
mattina, qualche giorno dopo la fine delle
promozioni del loro ultimo album, l’intero dormitorio dei
B.A.P fu percorso
dallo strillo perforante di Youngjae. Yongguk balzò nel suo
letto, mettendosi
immediatamente a sedere, mentre Himchan si lagnava per essere stato
svegliato e
Jongup si stropicciava gli occhi assonnati.
«Yoo Youngjae,» gemette Daehyun dai letti sopra i
loro, con la voce smorzata
dalle coperte, «ti uccido se non la smetti nei prossimi
cinque secondi!» Ma
Youngjae non lo sentì, troppo preso a gridare per
chissà che orrore.
Con bassi brontolii, Yongguk decise di alzarsi per dare
un’occhiata al loro
vocalist. Strascicando i piedi, arrivò alla porta del bagno
dove Youngjae era
fermo, con le mani che tentavano di coprirsi il petto (sebbene
indossasse una
t-shirt) e una smorfia mortificata sul viso. Gli diede una pacca sulla
spalla e
quello smise di strillare, lo guardò, e si rimise a gridare
invece
«HYUUUUUUUNG!». Yongguk grugnì, indeciso
sul da farsi, decidendo infine di
mollargli una pacca più forte. Youngjae smise di nuovo, e
sembrò che fosse sul
punto di piangere.
Non capendo cosa avesse causato il suo grido, Yongguk si
affacciò nel bagno,
dove il vocalist stava guardando. Dentro ci trovò una figura
che stava
staccando i palmi delle mani dalle orecchie con esitazione. La prima
cosa che
notò era che era alta; la seconda era che si trattava di una
ragazza.
Yongguk dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà
per limitarsi solo ad
un grido strozzato, e non ripetere la stessa scenata di Youngjae.
La ragazza sobbalzò, con il seno che ballonzolava lievemente
sotto la sottile
stoffa della maglietta – oh mio dio
una
ragazza una ragazza nel dormitorio dei B.A.P codice rosso codice rosso
c’è una
ragazza codice rosso aiuto
«Hyung,» disse lei (una
ragazza che
chiama un ragazzo ‘hyung’ oh no codice ancora
più rosso), «hyung, sono io,
Junhong!»
Yongguk sbatté le palpebre una, due volte.
Cominciò a notare dei dettagli – i
capelli stropicciati che cascavano sulle spalle, gli occhi grandi e
spalancati
che assomigliavano così tanto a quelli del maknae, la voce
che sembrava la
stessa ma poco più sottile e femminile, la maglietta che
Junhong usava per
dormire. «J-Junhong?» balbettò con
esitazione, ancora incredulo.
Junhong-a si illuminò a quell’unica parola e gli
rivolse un sorriso da mega
watt. «Esatto, esatto! Sono io!» esclamò
con entusiasmo. «Oh, meno male,
pensavo che non mi avresti creduto; quando l’ho detto a
Youngjae hyung ha
cominciato a gridare.» Il suddetto gemette mortificato e si
attaccò alla
maglietta del leader, come se fosse un bimbo sperduto.
Yongguk era ancora confuso e scombussolato, con la mente che nuotava
nel vuoto
più totale, e sperò che quello fosse tutto un
incubo e che presto si sarebbe
svegliato. Dopo aver capito di essere ancora nella solida, incredibile
realtà,
si decise (o, almeno, provò) a ricomporsi.
«Junhong, dove… come hai fatto a
diventare… così?» riuscì a
farfugliare.
Il, la maknae aggrottò
le
sopracciglia, in uno sguardo concentrato. «Non lo so.
Stamattina mi sono
svegliato e sono andato in bagno, e mi sono trovato con queste due cose
qui.» E
prese tra le mani le due masse di grasso sul suo petto che, anche se
non erano
proprio grandissime, sembravano così
morbide e restavano così
bene nei
suoi palmi.
«Oh. Mio. Dio,» sospirò Youngjae, con
gli occhi incollati a Junhong. Yongguk
sospirò stancamente all’assoluta
ingenuità della maknae.
Giusto in quel momento, Himchan arrivò tempestivamente per
controllare la
situazione, brontolando rumorosamente. «Si può
sapere cosa diavolo ti è preso,
Youngjae? Urlare di prima mattina? Devi essere proprio fuori di testa
per–»
Si fermò davanti alla porta del bagno. Squadrò
Junhong dalla testa ai piedi,
poi dai piedi alla testa, sbattendo le palpebre più del
solito e strizzando
infine gli occhi. Poi realizzò. «Oh.»
«Buongiorno, hyung,» sorrise Junhong
impacciatamente, staccando lo sguardo dai
tre in imbarazzo e grattandosi la nuca che ora era nascosta dietro una
tenda di
capelli.
Himchan si voltò lentamente verso Yongguk con
un’espressione illeggibile sul
volto. Probabilmente, era per metà scioccato e
l’altra metà voleva
semplicemente gridare aiuto. Gli disse, nel tono più solenne
e impotente che
Yongguk lo avesse mai sentito usare: «Bbang, qui urge una
riunione di
famiglia.»
Nei
dieci minuti successivi, nella quale Jongup
prese la situazione meglio di tutti quanti e Daehyun imitò
Youngjae con un
grido effeminato alla vista di Junhong (non aveva pensato che fosse
tanto
importante ed era uscito dalla camera con addosso solamente le sue
mutande),
tutti i membri si riunirono nel salotto, seduti disordinatamente sui
divani.
Junhong di aggiudicò la poltrona più comoda
grazie al suo nuovo status appena
acquisito. Non si lamentò di ciò, mentre
affondava felicemente il suo corpo
nella soffice imbottitura.
«Siamo in uno stato di emergenza,»
dichiarò solennemente Himchan, afferrando i
bordi del tavolino da caffè che aveva di fronte. Era
l’unico, oltre a Jongup,
ad avere abbastanza forze per tenere un discorso sensato senza svenire
alla
vista di Junhong palparsi le sue nuove tette. Yongguk era ancora troppo
scioccato per poter ricordare i suoi doveri da leader, e il suo sguardo
vagava
dal– dalla maknae ai suoi
altri
membri.
«Hyung, pensala in questo modo: almeno per il momento non
abbiamo nessun
comeback da preparare,» offrì Jongup. Himchan
sospirò con esasperazione.
«Okay, okay, va bene. Con calma. Un passo alla
volta.»
«Ho una domanda,» disse Youngjae debolmente,
alzando la mano. «Come faremo con
manager hyung? E le nostre attività?»
«Anch’io ho una domanda,»
imitò Daehyun. «Cosa faremo con Junhong? Non
possiamo
mica lasciarlo… così. In mezzo a cinque
uomini.»
«Io non ho problemi,» disse Jongup con calma,
sbattendo innocentemente le
palpebre. La vocal line si voltò verso di lui, con
un’espressione scandalizzata
sul loro viso. «Che problema c’è?
È sempre Junhong, solo donna,» spiegò
la loro
dancing machine, come se fosse la cosa più normale del mondo.
I due si voltarono verso la diretta interessata, che ora stava
ispezionando le
punte dei suoi capelli con uno sguardo investigatore. «E tu
sei d’accordo con
questo?!» chiese isterico Youngjae, gli occhi spalancati.
Junhong alzò gli occhi
su di lui, sbattendo le lunghe ciglia con sorpresa, e
scrollò le spalle.
«Calmatevi, voi due,» li richiamò
Himchan in tono duro. «Per risponderti,
primo, manager hyung lo scoprirà, prima o poi. Secondo, non
possiamo lasciare
che Junhong esca così, ma non possiamo nemmeno non
rispettare i nostri impegni.
Dovremo andare senza di lui– voglio dire, lei.»
Himchan gettò un’occhiata a Yongguk al suo fianco,
sperando che avesse avuto la
decenza di ricomporsi, dal momento che era il leader. Tuttavia, nel
momento in
cui fecero contatto visivo, il più anziano si
alzò e farfugliò qualcosa che
doveva essere un «Vado a prendere un bicchiere
d’acqua». Gli altri membri lo
guardarono sfrecciare in cucina, ipnotizzati da come Yongguk la stava
prendendo
male.
«Il nostro leader è caduto,»
annunciò Himchan a bassa voce. Tutti gli altri
fecero un cenno, e ne seguì un minuto di silenzio.
Dopodiché, il secondo più
anziano riprese in mano la situazione: «Ad ogni modo,
dovremmo stilare delle
regole per una buona convivenza senza… intoppi.»
Lanciò uno sguardo d’avvertimento
alla vocal line, e in particolare Youngjae, che stava ora annuendo
energicamente.
Jongup prese diligentemente carta e penna, pronto a scrivere.
«Regola numero
uno,» dettò Himchan, «non girare per il
dormitorio mezzi nudi.»
Junhong aggrottò le sopracciglia, facendo una smorfia.
«Hyung, vi ho visti nudi
più di quanto crediate. Per me non c’è
alcun problema se cominciate a
spogliarvi–»
«NON GIRARE PER IL DORMITORIO MEZZI NUDI,»
ripeté isterico Youngjae. Jongup
decise di non aspettare altro tempo per cominciare a scrivere, mentre
Junhong
guardò per terra e unì le labbra facendo un
tenero muso.
«Regola due,» riprese Himchan, evitando il suo
sguardo per non cadere nella
trappola-aegyo della maknae, ora mille volte più adorabile,
«bussare prima di
entrare in bagno.»
«Ve l’ho detto, non ce n’è
bisogno, sul serio–»
«BUSSARE PRIMA DI ENTRARE IN BAGNO.»
Questo continuò per il seguente quarto d’ora,
nel quale Yongguk si decise
finalmente di ritornare tra loro con un bicchiere d’acqua in
mano, più o meno
con i piedi per terra. La lista delle regole fu attaccata in bella
vista sul
frigorifero con una calamita trovata nei pacchetti delle merendine.
Himchan si buttò esausto sul divano e guardò
l’orologio appeso davanti a lui:
erano appena le sei e mezza del mattino. Pensò a
quell’ora di sonno che aveva
perso e si sentì ancora più stanco di prima.
Chiuse gli occhi, ma non riusciva
più a prendere sonno.
Fu in quel momento che Daehyun, il quale era rimasto sorprendentemente
silenzioso per i precedenti minuti, immerso nei suoi pensieri,
parlò. Chiamò la
maknae, che lo guardò innocentemente da sotto la frangia
più lunga del solito.
La spostò con un veloce movimento della mano.
«Junhong, sono… vere?» le chiese
Daehyun, indicando il suo petto. Junhong
spostò lo sguardo sul suo seno e poi di nuovo sul suo hyung.
«A quanto pare,» gli disse. «Quando le
prendo nelle mani, sembrano proprio
vere.»
«Posso toccarle per verificare?» se ne
uscì l’altro senza pensare, e Himchan
sbarrò istantaneamente gli occhi, drizzando la schiena e
voltandosi verso il
vocalist.
«Yah, Jung Daehyun! Cosa credi di fare?!» gli
strillò, tirandogli un cuscino in
testa, a cui Daehyun rispose con un lamento mortificato. Junhong,
finalmente
conscia del suo nuovo corpo, arrossì fino a quando le punte
delle sue orecchie
non diventarono bordeaux.
Un altro silenzio imbarazzato passò per la stanza. Qualche
minuto dopo, Junhong
sembrò ricordarsi di qualcosa. «Ora che sono una
ragazza,» cominciò con
esitazione, «dovrò chiamarvi
‘oppa’?»
Yongguk si strozzò nell’acqua che stava bevendo.
Il
manager Kang la prese meglio di quanto
avessero previsto. Era andato al dormitorio per prendere i B.A.P e
portarli al
primo appuntamento della giornata, e quando vide Junhong-femmina girare
in una
felpa e pantaloni lunghi da ginnastica (perché Mamma Himchan
voleva proteggere
l’innocenza della sua figlia appena acquisita dalle grinfie
dei suoi fratelli
maggiori), aveva semplicemente reagito con un «Era ora, stavo
cominciando a
preoccuparmi perché non era ancora toccato a voi».
Al cui i membri risposero con qualche bicchiere rovesciato,
l’inciampare nei
loro stessi piedi e grida accusatorie.
Successivamente, il loro manager, da gran brava persona che era, si
offrì di
accompagnare Junhong dalle Secret. Anche se era praticamente tre
centimetri più
bassa di Jongup, Junhong-femmina era molto meno robusta di
Junhong-maschio,
quindi tutti gli indumenti le stavano troppo larghi. E aveva davvero
bisogno di
qualche paio di reggiseni e mutandine perché «Le
tette sono le cose più
dolorose del mondo quando state ballando, hyung, ci ho provato, dovete
capirmi».
Quella sera, quando Junhong ritornò al dormitorio con
finalmente della
biancheria intima e qualche maglietta della sua taglia, il resto dei
B.A.P
dovette assicurarsi che quella ragazza fosse davvero la loro maknae.
Se di mattina erano stati tutti d’accordo sul fatto che
Junhong era una ragazza
carina, allora dovettero davvero ricredersi. Perché le
Secret erano state fin
troppo entusiaste all’idea di una Junhong-femmina,
sbizzarrendosi con trucco e
abbigliamento, e Junhong era ora in piedi all’entrata con i
capelli arricciati
in soffici boccoli, gli occhi contornati da una linea perfetta di
eye-liner e
da lunghe ciglia, le sue curve più accentuate dal vestito
che portava e «Wow,
Junhong, sei davvero una gran figa» (Daehyun).
Himchan lanciò un’occhiata a Yongguk, e vide che
ancora non si era ripreso
dallo shock della mattina. Sospirò, e predisse che lo
avrebbero aspettato dei
giorni davvero molto lunghi.
Ma
Mamma Himchan ebbe anche qualcos’altro di
cui preoccuparsi quando, qualche giorno dopo, si svegliò a
pancia in giù e
sentì un gran dolore al petto. Così si mise a
sedere e si toccò quella zona e
«Oh mio dio mi sono cresciute delle tette
aiutatemi».
Ci fu un’altra visita alle Secret perché i
reggiseni di Sunhwa erano troppo
piccoli per lei. Hyosung le diede un paio dei suoi con un gran ghigno
sul viso,
e Himchan avrebbe voluto sprofondare sottoterra in quel preciso
istante.
Tuttavia, ci vollero solamente dieci minuti perché le
ragazze la convincessero
che, a differenza di Junhong che sprizzava innocenza da tutte le parti,
lei
aveva un corpo da favola ed era sexy da far paura, e Himchan
ritornò la super
diva che era da uomo in men che non si dica.
Quel pomeriggio, trascinò una Junhong svogliata per
Myeongdong a spendere soldi
su trucco e capi d’abbigliamento, anche se il manager Kang
aveva detto loro che
non era una situazione permanente.
«Unnie,» piagnucolò Junhong dopo qualche
ora di camminata non-stop, «mi stanno
facendo male i piedi. Perché non–»
Himchan si bloccò di colpo in mezzo alla strada, beccandosi
alcune occhiatacce
dalla gente attorno a loro. Lentamente, molto
lentamente, si girò verso Junhong con
un’espressione sorpresa, e la più
giovane dovette trattenersi dal dirle che sembrava completamente
ridicola.
«Come mi hai chiamato?» le chiese Himchan, in un
filo di voce.
Junhong si sentì presa alla sprovvista.
«Uh,» borbottò,
«unnie…?»
Himchan sbatté le palpebre un paio di volte, prima di
indossare un gran
sorriso. «Giusto. ‘Unnie’. Devi chiamarmi
così d’ora in poi.»
Si voltò soddisfatta e continuò la sua
passeggiata tra le vetrine con i sacchetti
che le penzolavano dalle braccia. Junhong avrebbe davvero voluto dirle
che
l’aveva fatto solo perché erano in pubblico, ma
decise di lasciar stare e di
non rovinare la sua gloria di essere una ragazza appena trovata.
Yongguk
non si sorprese più di tanto quando,
due giorni più tardi, Daehyun mise piede nella sala e
parlò con una voce più
acuta del solito. «Credevo che questa situazione avrebbe
fatto schifo,» annunciò,
attirando l’attenzione di tutti i membri sul suo nuovo corpo,
«ma devo
ammettere che avere una vagina non è niente male.»
Youngjae quasi si strozzò nella sua tazza a quelle parole,
mentre Himchan la
guardò con un’espressione impressionata,
caffè in mano. «Wow, Daehyun, sei
passato dall’essere imbarazzato a guardare Junhong palparsi
a guardarti le
parti intime femminili senza pudore in una sola settimana. Sono fiero
di te.»
Daehyun portava i capelli più corti di Junhong e Himchan, e
incorniciavano il
suo viso adorabilmente nonostante sapesse sfoggiare anche uno sguardo
provocante. Questo, e le sue labbra piene fecero sì che
Jongup e Youngjae
dovessero scusarsi parecchie volte nei tre giorni successivi perché dovevano andare in bagno,
con la
presenza di Himchan che non aiutava per niente.
(Yongguk non fu influenzato troppo da tutto ciò solo
perché, da buon leader,
doveva pensare a delle scuse da rifilare alle BABYs per quanto
riguardava
l’assenza di tre dei loro membri.)
A Junhong non importava delle loro frequenti incursioni al bagno, e si
era
divertita invece ad imparare le coreografie di gruppi femminili,
riuscendo ad
eseguirne perfettamente già tre in soli dieci giorni.
«Stavo pensando,» disse ai suoi due hyung (unnie,
più precisamente) un pomeriggio,
quando gli uomini di casa erano fuori a tenere a bada le loro fans,
«se non
riuscissimo a ritornare come prima, potrebbero farci debuttare come una
nuova
girl group.»
Himchan aveva sul viso una maschera per il suo solito regime di
bellezza
settimanale che non le permetteva di muovere i muscoli facciali per
almeno
altri dieci minuti, ma questo non la fermò
dall’assottigliare gli occhi alla
maknae, in uno sguardo ammonitorio. Farle da portavoce toccò
quindi a Daehyun,
che era stravaccata sul divano in modo sgraziato. Stava guardando
distrattamente un documentario sulle balene, giocherellando con le sue
ciocche
biondo scuro. «Non dire cose tanto spaventose,
andrà a finire che succederà sul
serio.»
Junhong guardò i suoi due hyung, unnie, quel che era,
facendo il muso con
un’espressione pensosa, ma poi scrollò le spalle
con indifferenza. Non
contemplava particolarmente quell’idea; voleva restare nei
B.A.P. Ritornò a
studiare la dance version di Pandora delle KARA, della quale aveva
deciso di
imparare la coreografia approfittando del fatto di poterla ballare con
il corpo
di una vera ragazza.
Dopo un paio di minuti, Daehyun fece un «Oh»
sorpreso e continuò a maneggiare
maldestramente i suoi capelli per qualche altro secondo. Himchan e
Junhong la
guardavano in modo interrogativo.
«Credo
di aver capito come si fanno le trecce,»
annunciò con un ghigno soddisfatto mostrando loro il suo
risultato, sebbene
fosse un po’ scialbo.
Jongup-femmina
aveva le spalle larghe ed un
corpo tonificato e in forma. Youngjae fu il primo a notarlo
perché ora dormiva
tra lui, cioè, lei e Yongguk, dal momento che volevano dare
un po’ di privacy
alle tre ragazze ed evitare di toccare involontariamente certe parti
del corpo durante
la notte. Perciò, con Junhong, Daehyun e Himchan sui tre
letti superiori, era
naturale che fosse il primo ad accorgersi che Jongup si era trasformato
in una
ragazza, visto che Jongup dormiva a torso nudo (si era completamente
dimenticato la lista delle regole attaccata al frigorifero) e Youngjae
si era trovato
un paio di tette a pochi centimetri dalla faccia.
Inutile dire che il suo strillo fece da sveglia agli altri membri, ancora una volta.
Junhong aveva aperto gli occhi all’istante, impaziente di
vedere a chi era
toccato questa volta, e si affacciò a testa in
giù dal suo letto. «Hai ancora
gli addominali, hyung,» disse ghignando a una Jongup
assonnata e confusa dopo
qualche secondo di ispezione.
Stropicciandosi gli occhi, l’interessata guardò
prima il cumulo di coperte
sotto cui si era nascosto un Youngjae estremamente imbarazzato, poi il
suo
addome. I muscoli facevano capolino sulla sua pelle, e Jongup fu
impaziente di
scoprire se i suoi adorati Cheetos fossero ancora lì.
Tirò un sospiro di
sollievo quando i suoi bicipiti scolpiti erano al loro posto
– molto meno
prominenti, ma meglio di niente.
«Credo di avere legittimamente un’erezione
femminile,» sussurrò Daehyun con
ammirazione, quando si aggiunse a Junhong. Himchan non ebbe la forza di
rimproverarlo perché, wow, i muscoli di Jongup erano davvero
molto, molto sexy.
Ebbe, tuttavia, almeno la decenza di dirle di mettersi una maglietta,
dato che
anche Yongguk aveva realizzato la situazione, ed ora sembrava sul punto
di star
soffocando nel suo cuscino, da come forte lo stava premendo contro la
faccia.
Con quattro ragazze nel dormitorio, le magliette prese in prestito
dalle Secret
ora non bastavano più, e di certo non potevano ancora
chiederne, perché non
sarebbe rimasto più niente a quelle povere (?) ragazze.
Himchan reputò che fosse necessaria un’altra
spedizione di shopping. Ma Junhong
voleva semplicemente trascinare Jongup in sala prove e ballare con lei
la
coreografia di Pandora. Daehyun… era rimasta Daehyun, si
rifiutava di alzarsi
dal divano perché doveva perfezionare le sue doti da
parrucchiera appena
scoperte (le uniche eccezioni erano per andare al bagno e andare a
comprare del
cheesecake alla pasticceria di zona).
«D’accordo!» esclamò irritata
Mamma Himchan, quando vide che Daehyun e Junhong
non facevano che lagnarsi e Jongup non riusciva a smettere di fissarsi
allo
specchio, affascinata dal suo corpo. «Fate come volete. Vado
io a fare compere.
Poi non venite a lamentarvi se vi trovate dei vestiti da nonna tra i
vostri
sacchetti,» e andò a prendere la sua borsa.
Daehyun e Junhong si guardarono, ma
poi scrollarono le spalle, incuranti.
Tanto
sarebbero ritornate maschi. Prima o poi.
«Hyung, aiutami,» piagnucolò
Youngjae quel
pomeriggio, quando lui e Yongguk entrarono nell’edificio
della TS per fare
rapporto al loro presidente circa la situazione con le ragazze.
Sebbene le quattro avessero tentato di calmare le BABYs attraverso
messaggi sui
social network, il gruppo aveva ancora il terrore che le fan buttassero
giù la
porta del loro dormitorio a notte fonda per controllare la situazione.
Questo
era il motivo per cui erano apparse delle terribili occhiaie sotto gli
occhi di
Yongguk.
Tale leader sospirò stancamente alle parole del vocalist.
«Calmati, Youngjae,
le fan non ti uccideranno. Siamo al sicuro.» Yongguk avrebbe
voluto aggiungere
un “Credo” alla fine della frase, ma poi ci
ripensò. Non voleva che Youngjae
andasse ancora più nel panico.
«Non è questo il problema,»
frignò l’altro. «Non riesco a vivere con
quattro
ragazze nel dormitorio. Saranno la mia fine. Ieri ho trovato della loro
biancheria nei miei vestiti. Ti rendi conto? Scommetto che lo fanno
apposta.»
Il che era vero (era stata un’idea di Daehyun), ma Yongguk
non lo sapeva. «Non
essere ridicolo. I nostri vestiti si mischiavano anche prima che loro
diventassero ragazze. Ne stai facendo un dramma più grosso
di quel che è,» e
proprio in quel momento le porte dell’ascensore si aprirono
con il loro solito
tintinnio.
Entrando, Youngjae storse il naso. Decise che il suo leader, per poter
essere
tanto calmo, o si stava godendo quella situazione, oppure era gay da
far paura.
La
più grande crisi mai avuta dai B.A.P fino a
quel momento si presentò il giorno dopo.
«STA USCENDO DEL SANGUE DALLA MIA FOTTUTA VAGINA.»
Furono queste le testuali
parole di Daehyun.
Himchan e Jongup erano corse immediatamente al suo soccorso, seguite da
una
maknae più eccitata all’idea di vedere una Daehyun
sanguinante che preoccupata
per il suo hyung– unnie (nessuno seppe mai cosa le stava
passando in testa,
comunque).
Quando arrivarono, trovarono la loro vocalist, che sembrava sul punto
di
piangere, seduta sul water. Le sue mutandine sfoggiavano
un’orribile macchia
rossa. «Non è giusto,»
singhiozzò lei, «non sono stata ragazza per
nemmeno una
settimana. Perché non è capitato a Junhong per
prima?» La sopracitata scrollò
le spalle, ringraziando per aver evitato quella situazione,
perché la macchia
di sangue era veramente brutta.
«Bbang e Youngjae, chiamate le esperte,» disse
Himchan quando ritornò nella
sala da pranzo, dove gli unici uomini rimasti dei B.A.P erano seduti,
lasciando
la situazione a Jongup e Junhong.
Qualche minuto dopo, le Secret erano state messe in viva voce.
«Oh mio dio,»
dissero Jieun e Hana col respiro mozzato una volta saputa la
situazione. Nel
sottofondo, i tre sentivano le grasse risate di Hyosung e Sunhwa farsi
spazio nella
telefonata.
«Siete la nostra unica speranza,» disse Yongguk, in
tono solenne. Dal bagno, si
sentì l’acqua della doccia scorrere e Daehyun
gridare «STA USCENDO UNA CASCATA
DI SANGUE DALLA MIA VAGINA AIUTO».
«Wow. Non pensavo che i gruppi maschili che si trasformavano
potessero avere le
mestruazioni. Non mi è sembrato che fosse accaduto agli
Untouchable oppa,»
commentò Hana, stupefatta. La loro leader e maknae risero
ancora più forte.
«Uh, penso che vi tocca andare a comprare degli
assorbenti,» consigliò Jieun.
«Tanti. Magari succede ad un altro di voi.» Himchan
fece una smorfia disgustata.
Decisero chi dovesse andare al supermercato per quella missione
giocando a
carta, forbici, sasso. Yongguk e Youngjae furono esclusi per evitare
che
qualche loro fan li incontrasse e diffondesse qualche strano,
imbarazzante
pettegolezzo su di loro. Quattro membri mancanti bastavano e
avanzavano, grazie
mille.
Himchan esultò quando vinse contro la maknae line, anche se
si sentì un po’ in
colpa per lasciare andare le due da sole. La sua preoccupazione
durò cinque
secondi, dopodiché sentì il lamento di Daehyun
provenire dal loro bagno.
Jongup
ispezionò lo scaffale dove erano esposti
i prodotti igienici. Al suo fianco, Junhong aveva uno sguardo
perplesso, non
avendo idea di dove cominciare.
«Hyung,» le sussurrò Junhong, indicando
due pacchetti di colore diverso, «che
differenza c’è fra quello con le ali e quello
senza?»
«Uh, non chiederlo a me,» rispose
l’altra. Aveva ora preso un mano un pacco che
apparentemente sembrava fosse adatto alle “perdite
notturne”. Jongup rabbrividì
al pensiero. «Secondo te Daehyun hyung morirà
dissanguato durante la notte?»
La maknae sussultò all’idea.
«Non… non penso? Se le Secret noona sono riuscite
a sopravvivere fino a oggi, anche lui ci
riuscirà… credo?»
Un altro silenzio imbarazzato cadde fra le due mentre decidevano se
fossero
migliori gli assorbenti che catturavano gli odori o quelli che li
nascondevano
con un profumo. Fortunatamente, nel reparto non c’era
nessun’altra persona,
così si erano evitate una situazione imbarazzante
(perché, anche se avevano
l’aspetto di due normali ragazze, dentro erano ancora degli
uomini molto, molto
virili, che non sapevano neanche lontanamente come funzionavano gli
assorbenti).
Poi, Junhong cominciò a tirare frettolosamente il braccio
del suo hyung.
«Guarda qui,» farfugliò con un tono
scandalizzato, indicandole un pacchetto di
cartone color fucsia. Una dicitura sulla confezione dettava
“assorbenti
interni”. «Sembra che le ragazze si mettano queste
robe dentro di loro per fermare
il sangue. A me suonano come dei piccoli–»
«Ho capito!» la interruppe Jongup, tappandole la
bocca con la mano.
Decisero, infine, di comprare un tipo “anatomico, adatto a
flussi normali”, uno
“lungo con ali” ed uno “ultra con ali,
per flussi notturni”. Non avevano la
minima idea di cosa volessero dire, ma uno adatto a Daehyun doveva
esserci.
Presero anche un po’ di snack, come Hana aveva suggerito,
anche se non ne
capivano il motivo. Meglio fidarsi delle esperte.
Sulla strada del ritorno, Junhong chiese cosa facessero le ragazze
quando
quegli “assorbenti interni” si perdevano dentro di
loro. La dancing machine non
seppe cosa risponderle.
«Mi
sembra di star indossando un pannolino,»
dichiarò Daehyun quando uscì dal bagno.
Essendo Yongguk e Youngjae usciti, a casa era rimasta solo la girl
line, che si
voltò a guardarla al suono della sua voce. Le tre furono
accolte dalla vista di
Daehyun che entrava in cucina camminando a gambe divaricate. Era una
scena a
dir poco pessima e imbarazzante.
«Sembri un incrocio tra un granchio e un pinguino,»
commentò Himchan,
grattandosi il capo. Lo chignon in cui aveva raccolto i capelli era un
po’
fastidioso.
Daehyun le gettò un’occhiata tradita.
«Almeno non ho delle poppe tanto grosse
da far esplodere il reggiseno,» commentò
acidamente, e si diresse
immediatamente al tavolo, dove la maknae line aveva svuotato il
sacchetto pieno
di pacchi di patatine comprati al supermercato.
Jongup dovette fermare Himchan dal lanciare alla loro vocalist una
ciabatta.
Yongguk
svenne quando, quella sera, dovette
utilizzare il bagno e trovò un assorbente sporco dimenticato
da Daehyun.
Due
giorni più tardi, il bagno rimase invece
occupato da Youngjae per più di due ore, facendo
sì che una fila di ragazze si
formasse davanti alla porta. (Yongguk era esausto e voleva approfittare di
quel
giorno di riposo per dormire.)
«Youngjae, ti avverto,» lo minacciò
Daehyun, battendo la mano sulla porta con
forza. «Se non esci da lì nei prossimi dieci
secondi, giuro che sanguinerò su
tutto quello che ami di più.»
Funzionò, e Youngjae si decise di uscire. I bisogni di
Daehyun erano troppo
forti per preoccuparsi di com’era diventato il loro vocalist,
e sbatté la porta
del bagno dietro di lei.
Tra tutte le ragazze, Youngjae era la più minuta. Era
persino più bassa di
Jongup, i suoi capelli bruni arrivavano appena alle sue spalle, e il
suo viso
era rotondo, con dei grandi occhioni da cerbiatta. Himchan avrebbe solo
voluto
pizzicare le sue tenere guanciotte tutto il giorno.
Youngjae tenne il broncio l’intero pomeriggio, chiedendosi
come una cosa del
genere fosse lontanamente possibile.
«Non essere così, hyung,» le disse
Jongup, tentando di essere rassicurante,
«dopo un po’, non è poi così
male.»
Daehyun parlò dalla poltrona vicina. «Tranne
quando sei nel mio stato, perché
in questo momento essere una ragazza fa davvero schifo,»
disse, senza alzare lo
sguardo dal suo smartphone. Si beccò una fulminata da
Youngjae, ma lei la
ignorò completamente. «Piuttosto, non
c’è qualcos’altro da mangiare? Ho
fame.»
Himchan aggrottò le sopracciglia. «Hai finito
tutti i pacchetti di patatine che
avevamo praticamente da solo. Finirai per ingrassare!»
Da sotto le sue lunghe ciglia, Daehyun le gettò con uno
sguardo torvo. Schioccò
la lingua minacciosamente e si alzò divano.
«D’accordo! Io sono qui a soffrire
le pene dell’inferno e voi non fate niente per aiutarmi. Gran
bei compagni che
siete.» E si diresse verso la loro camera battendo i piedi ed
emanando
irritazione da tutti i pori sotto gli occhi degli altri membri, le
quali erano
estremamente perplesse dalla situazione.
Yongguk, che stava entrando nella sala, per poco non si
scontrò con lei. Si
spalmò sulla parete del corridoio mentre Daehyun passava, e
quando sentì la
porta sbattere, si affacciò nella stanza e guardò
le ragazze in modo
interrogativo. «Qualcuno mi spiega cosa sta
succedendo?»
Himchan guardò il suo coetaneo, sconcertata. «Non
ne ho idea, giuro,» disse,
alzando le mani. Per una volta, tutti i membri furono
d’accordo con la loro
Mamma.
Junhong riprese a giocare alla sua PSP, borbottando un,
«Femmine».
Francamente,
Yongguk non aveva idea di come era
riuscito a sopravvivere fino a quel momento. Non sapeva se trovare
più
spaventoso il fatto che si stavano trasformando tutti in ragazze uno ad
uno, o
che il manager Kang parlasse di questo fenomeno con gli altri manager,
senza
invece aver detto niente a loro fino a praticamente due settimane fa.
Fuori dall’edificio della TS, quando una fan gli chiese se
gli altri membri
fossero stati rapiti per caso dagli alieni, lui non seppe cosa
risponderle
(anche perché, teoricamente, i B.A.P stessi erano degli
alieni). Avrebbe
davvero voluto dirle che erano a casa, al sicuro, che mangiavano almeno
tre
pasti al giorno ed erano freschi come delle rose. Erano solo delle
donne, ma
aveva giurato segretezza alla compagnia – il che non serviva
molto, perché
Himchan gli aveva detto che i fanboard di qualsiasi gruppo straripavano
di messaggi
che speculavano su questo fenomeno strambo.
Ogni sera, quando tornava a casa, si sentiva completamente stremato. Si
trovava
sotto i piedi milioni di lunghi capelli, il bagno veniva occupato per
più tempo
del solito (la sua prima posizione da più anziano era ormai
inutile), e si era
ritrovato a dormire sul divano perché, da gentiluomo che
era, aveva lasciato la
camera alle ragazze.
Non era che Yongguk fosse irritato da tutto ciò, davvero, ma
avrebbe solo
voluto che tutto ritornasse alla normalità al più
presto.
La
mattina di sabato, Yongguk si svegliò con
una strana sensazione, perché gli sembrava di star
osservando i suoi dintorni
da un punto di vista diverso – più basso. Rimase
per qualche momento seduto sul
divano, tentando di svegliare la sua mente annebbiata dal sonno.
In quel momento, sentì la porta del bagno aprirsi e sulla
soglia del salotto
apparve Youngjae, che aveva un gran bisogno di mettere qualcosa sotto i
denti.
La ragazza sussultò alla vista di Yongguk già
sveglio e seduto. «Oh, buongiorno
hyung. Non credevo che–» Si fermò a
metà frase quando realizzò che il loro
leader era ora una ragazza oh. Mio. Dio.
Youngjae vide di sfuggita un capezzolo di Yongguk-femmina dal momento
che
indossava solo una canottiera, e corse via all’istante,
gridando «MI SCUSO CON
IL MONDO INTERO» come la ragazzina imbarazzata che era. Dalla
loro camera
provennero i grugniti delle altre ragazze, disturbate di
nuovo dalla loro vocalist-sveglia.
Ci volle qualche secondo prima che anche Yongguk si accorgesse che il
suo petto
sembrava più pesante del solito. Quando finalmente si
guardò, tirò un sospiro
di sollievo. «Finalmente, credevo che questo giorno non
arrivasse più,» si disse,
alzando gli occhi al cielo.
Le
ragazze avevano preso l’abitudine di tenere
sfilate di moda dopo la mezzanotte, e per questo, dopo essere state
svegliate
da Youngjae, erano ritornate a dormire senza neanche preoccuparsi di
dare
un’occhiata alla loro nuova leader (meno robusta di Jongup,
ma alta e magra, e
la sua voce profonda e il sorriso-gengive erano rimasti). Per questo,
si erano
alzate praticamente venti minuti prima di mezzogiorno, e ora erano
riunite
attorno al tavolo da pranzo.
«Io continuo a ripetere che ci faranno debuttare come una
nuova girl group,»
disse Junhong, mentre aspettavano che Mamma Himchan servisse il cibo.
«Andiamo,
una leader che è anche rapper, compositrice e paroliera non
si trova tutti i
giorni.»
«Mi oppongo,» disse Youngjae in tono inflessibile.
«Voglio solo che questa
tortura finisca il più presto possibile, prima che qui
dentro qualcuno muoia
dissanguato.»
«Guardatela dal lato positivo, almeno stiamo avendo una
vacanza gratis,» le
incoraggiò Daehyun, mangiucchiando una mela. Himchan
l’aveva messa sotto una
dieta forzata perché tutti gli snack che aveva ingerito i
giorni precedenti
erano davvero un no-no.
«E possiamo uscire senza essere riconosciuti,»
aggiunse Jongup, felice di poter
andare alla sala prove della TS senza essere costantemente seguito
dalle
fangirls (Jongup amava le loro fan, sul serio, ma certe volte si
sentiva
costantemente osservato, persino quando era al sicuro nel loro
dormitorio).
Yongguk sospirò stancamente. «Lusingato dalle tue
parole, Junhong, ma vorrei
davvero che tutto ritornasse come prima. Non mi sento a mio
agio… così.»
Youngjae lo ringraziò, perché aveva finalmente
trovato qualcuno che condivideva
i suoi stessi pensieri.
Tutti
i loro impegni per la settimana
successiva furono cancellati, anche se Yongguk aveva detto loro che la
TS aveva
intenzione di programmare un altro comeback. Così le B.A.P
erano rimaste con
niente da fare al loro dormitorio.
Jongup aveva notato che la voce di Yongguk assomigliava paurosamente a
quella
di Amber, così passarono tutto il giorno ad ascoltare
l’intera discografia
delle f(x), e Junhong, Jongup e Himchan tentarono persino di imparare
le
coreografie di Electric Shock e Hot Summer. Successivamente, fu la
volta delle
Girls Generation, SISTAR, After School e 4MINUTE, perché
come avrebbero passato
il tempo, altrimenti?
Si scoprì poi con un torneo a braccio di ferro che Junhong
era la seconda più
forte (perché aveva deciso di sfruttare il suo aegyo pur di
vincere, ma non
aveva funzionato con Jongup). Dopodiché, Daehyun, che aveva
guardato infiniti
tutorial su Youtube, si offrì di acconciare i capelli a
tutte le ragazze, meno
Yongguk che aveva i capelli corti. Altre sfilate furono tenute anche in
pieno
giorno, e tutte si divertirono a far diventare la loro leader una top
model per
un giorno.
Decisero di cantare tutte le loro canzoni con le loro nuove voci. Poi,
Youngjae, che aveva cominciato finalmente a divertirsi genuinamente,
propose di
fare una gara di comporre testi sulla base creata da Yongguk pochi
giorni prima.
La coppia che vinse fu Daehyun-Jongup, che cantò sulle
gengive di Yongguk e
Hyosung, grazie al voto del manager Kang che era andato al loro
dormitorio per
controllare che fossero ancora tutte vive e vegete. Le ragazze lo
pregarono
perché non dicesse niente alla leader dell’altro
gruppo.
In qualche modo, riuscirono a sopravvivere per quella settimana, mentre
il loro
fandom se la passava diversamente. Ma loro non potevano farci davvero
niente.
La
situazione ritornò alla normalità dopo un altro
paio di giorni di reggiseni scambiati e cumuli di lunghi capelli sul
pavimento.
Youngjae fu infinitamente felice di sapere che non aveva più
le tette e che
Youngjae junior era ritornato al suo posto. Junhong un po’
meno, perché non
avrebbe più avuto alcuna scusa per continuare ad imparare
coreografie femminili
(ma continuò a farlo di nascosto comunque). La TS fu
più che lieta di sapere
che il loro gruppo più popolare era ritornato in pista, e
per dimostrare la
loro gratitudine, li riempirono immediatamente di impegni. Non che si
lamentassero,
erano davvero, davvero felici di
poter dimostrare che erano gli stessi uomini virili di prima.
I B.A.P ringraziarono tutte le BABYs per essersi preoccupate ed averli
aspettati fino a quel momento. Dopo aver restituito ciò che
avevano preso in
prestito dalle Secret, non sapendo cosa fare del resto, decisero di
impacchettare tutti i vestiti femminili che avevano acquistato e di
nasconderli
nell’angolo più remoto del ripostiglio del
dormitorio. Giurarono di non parlare
più dell’accaduto per il resto delle loro vite.
Mesi
più tardi, mentre andavano a far pratica
per il loro comeback, i B.A.P videro il manager delle 15&
passare al loro
fianco a passi svelti, con un’espressione corrucciata.
Quando chiesero al loro coreografo se sapesse cosa stava succedendo,
lui disse
che le due ragazze stavano avendo dei certi problemi
d’identità.
I sei annuirono in silenzio, dispiaciuti per loro.
A/N:
sono 100% trasgry e quindi, invece di scrivere
i saggi da brava studentessa che sono (?), scrivo fanfiction inutili.
Ho capito che, se non pubblico storie per un
anno, la mia immaginazione si fa più viva e ne sforno
100000000000 in una sola
volta. È solo che ho troppi feels per la TS family e per
genderswitch!B.A.P,
quindi sopportatemi. (Sto anche pensando di scrivere qualche storia
member-centered aiut il kpop mi sta rovinando la vita)
Sul
serio, c’è questo concept tra i fanwriter
inglesi in cui, in una volta nella carriera dei nostri beniamini,
questi si
trasformano in ragazze lmao. Tra l’altro, ho letto
letteralmente solo due
fanfiction di genderswitch!B.A.P, quindi ho deciso di crearne
un’altra io. Se
dovessi scegliere delle canzoni che vanno bene con questa trama,
sarebbero ‘Female
President’ delle Girl’s Day e ‘Hot
Summer’ delle f(x). Amo quelle canzoni sob
Sul
serio, è la storia più inutile che abbia
mai scritto. Mi scuso per aver scritto di Youngjae in questo modo MA
ERA DAVVERO DIVERTENTE L'IDEA OKAY GRAZIE
Il bias che fa la mamma è il miglior bias sob Y U SO PERF
STRONGCHAN
Rainie
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