Disclaimer:
si ricorda che la storia narrata non equivale in alcun modo a fatti
reali, gli Avenged Sevenfold non appartengono all'autrice e nessuno
scopo lucrativo è perseguito.
***
Guardavo le stelle con te e mi piaceva che mi tenessi la mano
"Mi ricorderò del tuo viso,
sono ancora innamorato di quel
posto."
Atlas Hands - Benjamin
Francis Leftwich
All'inizio tu non parlavi mai, te ne
stavi lì col naso all'insù a guardare le stelle.
Io invece era te
che guardavo, il viso pieno e il sorriso accennato; ti ho guardato
dal primo momento in cui sono entrato in classe, nessuno aveva
prestato attenzione al nuovo arrivato ma tu sì, avevamo
dieci anni e
tu gli occhi più luminosi che avessi mai visto.
Però le tue labbra
restavano serrate, non si schiudevano da chissà quanto
tempo, così
tanto che ormai a nessuno importava più.
Mi chiedevo sempre cosa pensassi, cosa
avessero le tue guance stanche, ma avrei potuto domandartelo milioni
di volte e tu non avresti comunque risposto; mi guardavi anche tu, a
volte, come se sperassi che qualcuno riuscisse ad interpretare quella
luce che si intravedeva nelle pupille, un leggero barlume immerso
nell'oscurità. Forse avevi scelto me, forse ero stato
l'unico a
sedersi sulla sedia accanto alla tua.
Mi chiamo Brian,
tu ti sei voltato dalla mia parte ma non hai risposto.
Col
tempo ho imparato che era questo che facevi, ti voltavi ed ascoltavi,
poi tornavi nella tua bolla e quasi mi sembrava di vedertici, seduto
nel vuoto, ad accarezzare i pensieri che non riuscivi a trasformare
in parole.
Non
parlavi mai, non lo facevi da prima che ci conoscessimo e io non
avevo mai fatto domande, guardavo le stelle con te e mi piaceva che
mi tenessi la mano. Accarezzavo il palmo della tua e poi tornavo ad
osservare il palcoscenico scuro sopra le nostre teste; mi nutrivo dei
tuoi silenzi, delle parole che non mi dicevi, del ritmo lento dei
tuoi respiri.
Mi piaci,
ho sussurrato, in una serata come tutte le altre dove c'eravamo solo
io e te in mezzo alla sabbia, mi piaci, Zacky.
E non
so nemmeno io cosa mi aspettavo, però te l'ho detto
perché non ce
la facevo più, perché avevo diciassette anni e
certe cose non
potevano restare segrete per sempre. Neanche allora hai parlato, hai
stretto la mia mano che era finita sotto la tua, ma i tuoi occhi
continuavano ad essere rivolti alle stelle.
Parlami,
ti ripetevo a bassa voce; tu vedevi che crollavo, ti sei voltato ed
hai ascoltato, e poi niente più.
Mi
sono ritrovato comunque a guardarti, qualunque cose fosse
accaduta, a non parlare neanche io ed aspettare che ti spegnessi,
perché è questo che avresti fatto, te ne saresti
andato in silenzio
e io non avrei avuto modo di fermarti; è questo,
che fanno
le persone che non riescono a rompere la bolla, ormai l'avevo capito,
si dissolvono a poco
a poco, sfumatura dopo sfumatura, fino ad essere solo stelle.
E anche
lì io continuerò a fissarti Zacky, le tue guance
stanche e gli
occhi luminosi, le parole che non hai mai detto, i respiri adesso
trattenuti.
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