Requiescat in pace

di TastemyMarsBar
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Prologo


Nel silenzio, nel buio del paese, quella fiammella, quella candela accesa nel segreto della sua stanza era l’unica luce che osava competere con la luna.
Mezzanotte. Godric’s Hollow dormiva. Albus no.
Chino sul suo scrittoio addossato alla finestra, fissava la casa su cui affacciava. Guardava senza sosta le persiane viola, serrate, pensava al volto che dietro di esse riposava.
La cera della candela macchiava il foglio, ne bruciava le estremità. La piuma non aveva ancora toccato la pergamena, e forse mai l’avrebbe fatto.
Cosa scrivere? Cosa dire? Come trovare le giuste parole?
Avrebbe rovinato tutto, ma era il momento.
Intinse la punta nell’inchiostro nero e inspirò.
Due parole, cinque lettere. Aveva scritto saggi, articoli, lettere per i Ministri, ma mai aveva dovuto scrivere parole più importanti, delicate, difficili. Da quelle parole dipendeva il suo futuro.
Macchiò il foglio una goccia di china, due, tre. Abbassava la piuma con terrorizzata lentezza, mentre le dita tremavano.
Abbandonò la piuma, abbandonò l’idea. Si alzò a chiudere la finestra e scivolò nel suo letto senza un’altra parola, frustrato da quella codardia.
Prima di dormire però, al nulla, all’aria, al buio, a sé stesso, sussurrò quelle due parole. Le rese vere e se ne marchiò a fuoco il cuore, sapendo di essere ormai condannato.

Ti amo. 


Progetto forse un po' pretenzioso che spero però di riuscire a portare avanti. 
 




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