Tenderness

di Alexiel Mihawk
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Tenderness

Era l’ennesima partita persa.
Certo non era una partita importante, era solo un allenamento occasionale con la squadra di un liceo di provincia, ma pesava.
Frustrazione che andava a sommarsi a frustrazione.
Vecchie ferite che venivano riaperte.
Hiruma si passò una mano sul volto.
Dovevano migliorare.
Dovevano essere i migliori.
Non avrebbe lasciato che questa occasione gli scivolasse dalle mani.
Sapeva troppo bene cosa voleva dire perdere qualcosa che oramai era già suo.
Sena aveva aperto ai Devil Bats un oceano di possibilità.
Dovevano riuscire a sfruttarle al meglio, cogliere la palla al balzo e vincere.
Vincere.
Vincere.
Lui lo diceva sempre, non si trattava di una partita ma di una guerra.
Si allontanò lentamente dal campo senza accorgersi che Mamori lo aveva seguito.
La giovane manager era una ragazza testarda e orgogliosa, aveva coraggio da vendere e una grandissima forza di volontà.
Inoltre riusciva molto bene a comprendere i sentimenti degli altri.
Alcuni l’avrebbero definita empatia, altri umanità.
Fatto sta che riusciva sempre a capire cosa passasse per la testa di quella sottospecie di demonio.
-Andrà meglio. La prossima volta vinceremo.-
Hiruma le lanciò un’occhiata di sbieco.
Come poteva esserne così sicura? Lei nemmeno giocava.
- Se lo dici tu-
Mamori sorrise, dolce come poche volte era stata con lui.
Quindi con molta naturalezza gli prese la mano.
C’era in quel gesto qualcosa che andava al di là della gentilezza e dell’amicizia e Hiruma, che era tutto fuorché stupido, lo capì.
-Anezaki?- domandò vagamente perplesso.
-Che c’è?- rispose lei.
Era arrossita leggermente.
Sapeva che quel gesto in qualche modo la sbilanciava, ma non le importava.
-Ngh, nulla. Stupida manager-
Hiruma piegò la bocca in un ghigno.
Un ghigno differente dal solito.
Le sue labbra sembravano tendere stranamente verso l’alto e sul viso aveva un’espressione rilassata.
Qualcuno l’avrebbe addirittura potuta definire felice.
Strinse a sua volta quella piccola mano calda, stando attento a non farle male.
Accanto a lui Mamori sorrise.





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