Fly Away
Capitolo 1: La Sea
Wolfe
Aileen
guardava il mare,
quella distesa infinita che si fondeva con il cielo, li, da qualche
parte
all’orizzonte, quelle onde che passavano lisce e fluide sotto
il legno levigato
della nave, smussato dall’acqua e dalla salsedine che aveva
solcato per così
tanto tempo.
Indefinibile
e pieno, così
avrebbe definito il mare la giovanissima capitana in seconda della Sea
Wolfe,
una tra le navi più possenti e veloci ad aver mai navigato i
Sette Mari.
Eagle, con
il suo cognome
era conosciuta Aileen, praticamente chiunque aveva sentito parlare di
lei; poco
meno di venticinque anni, pelle olivastra, divenuta tale grazie alla
sua intera
vita passata in mare, sotto il sole caldo e focoso dei Carabi, capelli
lunghi,
lisci, corvini, e occhi blu, oceanici, del colore degli abissi, del
mare che
tanto amava, per ora una delle poche ragioni della sua vita.
«Capitano,
capitano!»
Aileen si
girò velocemente
verso la fonte della voce, cioè alle sue spalle.
Era Reeves,
che attendeva
una reazione da parte del Capitano in seconda, evidentemente per una
cosa
importante, poiché si rigirava nervosamente il cappello tra
le mani, sapendo
quanto la temibile ragazza odiasse essere interrotta in qualsiasi
circostanza.
E farla
arrabbiare era una
delle pochissime cose, o forse l’unica, che i mozzi della Sea
Wolfe temevano.
«I-…
Il capitano Harris vi
desidera nella sua cabina, Capitano.»
Lei si
limitò ad annuire con
decisione, per poi scendere dallo scalino in prua e avviarsi
velocemente verso
la cabina personale del suo capitano.
Diede due
colpi secchi alla
porta, attendendo una risposta di Harris.
«Avanti»
Aprì
poco la porta, tanto
per permetterle di passare, poi la chiuse alle sue spalle,
accomodandosi su una
sedia davanti allo scrittoio del capitano ad un suo cenno,
così da poterlo
vedere in viso.
«Aileen,
c’è una cosa che
voglio farti vedere. Avvicinati.»
Il Capitano Jason Harris
era un uomo
dai tratti giovanili eppure ben definiti, sulla trentina, pelle non
molto
scura, nonostante anche lui fosse un uomo di mare. Gli occhi smeraldini
erano
incorniciati da una folta zazzera arruffata di capelli castani e
leggermente
brizzolati. Era un uomo di grande dignità ed
onestà, nonostante fosse un pirata,
e Aileen era molto affezionata a lui, così come lui era
molto affezionato a
lei.
Le
mostrò una carta nautica,
che lei gli aveva già visto maneggiare di recente.
Conteneva
antiche scritture
probabilmente indecifrabili, con dei tasselli che si potevano far
scivolare uno
accanto all’altro, facendo comparire nuove frasi o territori.
«Vedi
qui?- Le indicò una
terra non troppo distante dagli atolli caraibici, e lei, facendo
scorrere lo
sguardo scorse…- L’aqua de Vida. E’ lei.
Ciò che stavamo cercando. E finalmente
abbiamo le mappe»
«Ma,
capitano… E’ così…
Impreciso. Non è possibile-»
«Non
è probabile. Tutto qui.
Ma a noi quella minima speranza è tutto ciò che
ci serve. Siamo o non siamo i
capitani della leggendaria Sea Wolfe? Cosa dici, Capitano Eagle?
»
«Aye,
Capitano! »
«Voglio
che tu tenga le
carte con te. Sei l’unica di cui mi fido veramente.
» Disse, sorridendo,
mettendogli le carte tra le mani. Lei lo guardò, incredula.
Harris
sorrise intrigato,
scuotendo impercettibilmente la testa.
Sapeva che l’Aqua de Vida era una meta
a
dire di molti irraggiungibile, ma era anche a conoscenza della tenacia
e
decisione di quella giovane bucaniera.
«Bene.
Vai a dire a Williams
di fare rotta per Tortuga. Ci fermeremo li a fare rifornimenti, poi
ripartiremo
il prima possibile. »
Aileen
annuì con la testa, e
si fiondò fuori dalla cabina.
«Williams!
Rotta per
Tortuga! »
«Aye,
Capitano! »
La voce
della ragazza poi
risuonò per tutta la nave.
«Muovetevi,
cani rognosi!
Tirate le vele! Stasera saremo a Tortuga, voglio tre uomini con me!
»
Al richiamo
duro e
improrogabile della Capitana, il viavai solito della nave
aumentò
ulteriormente, con uomini che correvano all’impazzata da una
parte all’altra
della nave, mugugnando un «Aye, aye, Capitano!» a
voce contrita.
Aileen si
avviò poi alla sua
cabina, con un sorriso soddisfatto sulle labbra, mentre si stendeva sul
suo
letto, in attesa dell’attracco a Tortuga.
Nascose
dietro alla cinta le
carte, così che nessuno le potesse trovare.
Poi,
calò leggermente il cappello a tricorno sugli occhi, mentre
si lasciava cullare
dal dolce richiamo delle onde, e dell’attesa.
|