Le mille e una notte

di Janta
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Sana guardò l’orologio. Era l’una e mezza del mattino. Akito, accanto a lei, dormiva placidamente. Un po’le dispiaceva svegliarlo, ma doveva dirglielo. Sentiva che non si sarebbe mai addormentata, se non gliel’avesse detto. Quindi, lo scosse leggermente, assicurandosi di svegliarlo. Siccome però suo marito non dava segno di voler smettere di dormire, lo chiamò.
“Akito.”
“Si? Che c’è?” Rispose l’altro, sbadigliando.
“Ecco, lo sai che, con questa, sono mille e una notte che abitiamo in questa casa, e siamo sposati?”
“C-che cosa? E tu le hai contate?” Chiese il biondo, ormai completamente sveglio.
“Si, perché?” Disse Sana, tentando di sembrare tranquilla, ma il tono tradì il profondo imbarazzo che provava. La risposta di Akito l’aveva lasciata perplessa.
“Ma tu sei matta! Torno a dormire.” Sentì dire l’altro, che nel frattempo si era girato verso il suo comodino, segno che non voleva più essere disturbato.
Per tutta risposta, Sana prese il suo cuscino e glielo tirò addosso. Era veramente offesa. Si girò anche lei, e prese a fissare la sua sveglia come se dovesse romperla a forza di sguardi. Sapeva già che il mattino dopo Akito si sarebbe svegliato, e avrebbe fatto colazione, dimenticandosi di ciò che era successo la notte precente. Insomma, tutto sarebbe tornato alla normalità, per quanto potesse essere normale la loro vita. Ma questa volta non gliel’avrebbe perdonato. No, Sana era decisa a far pentire Akito per averla trattata così male mentre lei tentava solo di essere dolce. Già, gliel’avrebbe fatta pagare, e lui avrebbe dovuto sudare per farsi perdonare.
Mentre così rifletteva, sentì che suo marito si muoveva nel letto.
“Sarà certamente addormentato” pensò Sana, che nel frattempo andava infuriandosi sempre di più.
Si, era certa che fosse già entrato nel mondo dei sogni. Almeno, ne era sicura, finchè non sentì la magra e spigolosa mano di Akito che si appoggiava alla sua schiena. “Sana.” Si sentì chiamare, ma fece finta di dormire. Non aveva proprio voglia di parlargli. Senza aspettare risposta, suo marito sussurrò “Ma sai, a me le tipe matte come te non dispiacciono affatto.”
Poi, staccò la mano da lei, e ritornò a dormire.
Sana stava andando a fuoco.
Ma sul serio bastavano così poche parole perché i suoi piani di vendetta andassero tutti in fumo?
Si, bastavano.




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