Everything I Touch Surely Dies.
Ci ho provato, Gwen, credimi.
Ho provato a
starti lontano, a tener fede alla promessa fatta a tuo padre.
Ho provato a
lasciarti andare via, pochi giorni dopo il suo funerale, gli occhi
azzurrissimi colmi d’amara delusione. Avevi già
sofferto così
tanto.
Gliel’avevo
promesso, capito? Perché lui sapeva già cosa
sarebbe successo.
Sapeva che ad
un certo punto sarebbe stato troppo persino per me, persino per te, e
che non avrei potuto salvarti.
Mi dicevo che era per proteggerti, che era meglio starti lontano che
correre il rischio che tu ti facessi male, ma non ho retto a lungo.
E sono stato egoista, talmente egoista da credere che avrei potuto
starti accanto senza problemi, perché se fosse successo
qualcosa ci sarei stato
io, io t’avrei salvato, Gwen.
E giuro che
l’avrei fatto, che avrei sacrificato secondi attimi minuti ore
della mia vita per salvare te.
Perdonami, ti
prego.
Dovunque tu
sia, sappi che ti ho amata, ti ho amata terribilmente, e che mi sono
innamorato di te per tutto, le cose belle e anche quelle brutte, per
ogni singola cosa, per le tue mani dalle lunghe dita che mi sfioravano
la pelle,
per i capelli biondi che sapevano di mandorle, che sapevano di te, per gli occhi
azzurri in cui vedevo un pezzetto di cielo, e in cui vedevo me.
Soltanto me, Peter, Peter Parker, non Spiderman.
Soltanto
Peter. Perché tu mi amavi per quello, non è vero?
Mi hai sempre amato per quello.
C’è
una foto, sul mio comodino, dove sorridi all’obiettivo della
macchina fotografica in quel modo adorabile che soltanto tu eri in
grado di riprodurre, arricciando il naso.
Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta in cui
t’avrei guardata dietro un obiettivo, ti avrei scattato
decine, centinaia di foto, per immortalare eternamente quel tuo viso su
una fotografia che non sarebbe invecchiata mai,
e t’avrei baciato dieci, quindici, mille volte, senza sosta,
perché tu eri vita ed aria e gioia, e adesso che non ci sei
se n’è andata con te anche una parte di me.
Ti sto implorando di tornare, ora, dietro una lapide bianca che sa di
lacrime, fiori e polvere, ma tu resti in silenzio.
Era così che doveva essere: avrei dovuto osservarti soltanto
da lontano, perché le cose belle sono effimere, sono
fragili, e io toccandoti ho rovinato tutto.
Mi dicevo che
era meglio starti lontano che vederti morire.
Meglio starti
lontano che saperti morta.
Meglio starti
lontano, mi dicevo, che osservarti morire a causa mia.
Perché,
ironia della sorte, sono Spiderman, colui che salva, eppure tutto
ciò che amo, tutto ciò che tocco, tutto
ciò a cui tengo muore.
Ci ho provato,
Gwen. Credimi.
Angolo Autrice.
Ho
appena rivisto The Amazing Spiderman, e ciò vi
darà un'idea di quanto io possa essere emotivamente
sconvolta al momento.
Perché
li adoro, li adoro come Peter e Gwen, li adoro come Andrew ed Emma, li
adoro in ogni modo, ogni forma, e il loro amore è qualcosa
di meraviglioso.
E
tragico, ovviamente. Ma dico io, perché? Perché?
Sì, prima o poi mi passerà, credo.
Ma
ora avevo in mente qualcosa, perché non potevo non
scriverlo, ed è la prima flash-fic che scrivo, essendo
abituata alle OS.
Prima
o poi scriverò qualcosa di meglio, giuro. Ma ora
accontentavi di questo getto di dolore puro.
Mi
scuso per eventuali errori, e spero vi piaccia /per quanto possa
piacere qualcosa in grado di spezzarti il cuore/.
Love
you always,
—
afterallthistime.
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