La spada di Nihal

di _Marty01_
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-Non dormi?- chiese Sennar avvicinandosi con lentezza allo gnomo, faceva fatica a camminare da quando la lancia gli si era conficcata nella gamba regalandoli una ferita profonda e incurabile, ma non gli dispiaceva, ogni volta che la guardava si ricordava della guerra, del tiranno, ogni volta che la guardava si ricordava di quella notte alla caverna e del coraggio che gli aveva dato quella ferita, quando gli aveva fatto credeva che era arrivata la sua ora.
-No, nemmeno tu, mi sembra- gli rispose lo gnomo, facendo un sorriso tirato. Una fitta di malinconia gli assalì lo stomaco, Ido sapeva nascondere bene i suoi dubbi e le sue paure, ma era più che chiaro che neanche lui credeva di uscire vivo da quell'ultima missione. 
-La pace non fa più arte della mia vita da molto tempo. Non ho il diritto neppure a quella del sonno.- Sennar si sedette al suo fianco, senza staccarli gli occhi di dosso. Sembrava ancora giovane come un tempo e non un rudere di quel mondo, come lui. -Mi spiace- farfugliò lo gnomo, il mago chiuse gli occhi, cosciente della piaga che stava prendendo la conversazione.- Non sono stato capace di trattare con tuo nipote e mi rendo conto che se non fosse stato per me, ora non ci ritroveremo in questa situazione.- concluse, con un sospiro. Sennar posò lo sguardo sul buio davanti a lui, San era suo nipote, e come non aveva protetto Nihal e suo figlio Tarik non c'era riuscito neanche con lui.
 La figura della mezzelfa si compose improvvisamente davanti a lui, i capelli lunghi e pieni di sfumature e quegli occhi viola in cui credeva sempre di potersi perdere nella nebbia che gli avvolgevano. Era bella, come sempre, era la sua Nihal, ed era morta, ma l'avrebbe raggiunta presto, ne era più che sicuro
-Lui è come Nihal.- sussurrò il mago, ritornando pian piano alla realtà. -Gliel'ho letto negli occhi quando ci siamo parlati. Stessa ansia di agire e di consumarsi,perfino stesso dolore. È curioso come la vita giri in tondo e torni sui propri passi.- 
Ido spostò lo sguardo su un arbusto poco più avanti.- Già. Io sbaglia anche con lei.-
Sennar lo guardò dolcemente, posandoli una mano sulla spalla. Ido era sempre stato come un padre per Nihal. L'aveva aiutata a crescere e l'aveva consolata nei momenti di bisogno, quando lui non c'era.
Si vergognò di se stesso al pensiero di averla abbandonata a se stessa nella lotta dentro di lei per una stupida spedizione nel mondo sommerso. 
Stupida.
Perchè niente era importante quanto lei, neanche quel mondo che cercava di salvare.
Lo gnomo  stava osservando interessato il panno biancastro  che teneva in grembo quando si decise a parlare della sua scelta. 
-E tua.- disse, scostando lo straccio bianco che ricopriva l'oggetto scuro e affilato.
Ido sbiancò di colpo. 
Quella era la spada di Nihal.
-Non devi...- farfugliò impacciato.- Le ho già usurpato il drago.- 
Sennar sorrise, sapeva che non l'avrebbe accettata tanto facilmente, quella spada suscitava troppo ricordi anche a lui.- Tu devi.- si impuntò, perchè se c'era qualcuno che la meritava davvero quello era lui, l'uomo, anzi, lo gnomo, che le aveva insegnato che non c'è vita senza un ideale, perchè in guerra non si è solo un'arma di distruzione, ma un essere senziente e pensante, capace di amare, di odiare, di provare emozione, di distinguere tra il bene e il male, tra la vita e la morte. E ora quella spada era sua.





Brevissimo angolino dell'autrice: 
Lo so... È orribile...  Ma per me è uno dei momenti migliori delle guerre e valeva la pena fare una prova. Ringrazio tutti quelli che recensiscono le mie storie e i lettori silenziosi.
Baci.
Marty




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