Avvertenze: La storia non ha fini di lucro ed i personaggi ivi descritti appartengono esclusivamente alla fantasia della loro autrice. Il solo fine della storia è quello di rendere giustizia ad un amore.
Il rating è dovuto alla mia indecisione su come condurre la relazione,meglio abbondare che deficere. Buona Lettura
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Il commissario Gaetano Belardi sedeva in
silenzio sul proprio divano, riflettendo al termine di una giornata lavorativa
fruttuosa, come non accadeva da almeno due anni. Era rientrato a Torino da
neppure ventiquattro ore, e già aveva la netta sensazione di non essersene mai
allontanato. Tutto questo per lei.
La lei in questione era quella adorabile testa
disordinata di ricci di nome Camilla Baudino. Il destino aveva giocato loro
davvero un tiro mancino, incontrarsi dopo due anni nel bel mezzo di un omicidio,
quasi che non potessero stare nella stessa città senza vedersi, era davvero
meravigliosamente paradossale. Ed ora, dopo che la loro consueta cena di fine
indagini era conclusa, Gaetano non riusciva a smettere di ricordare. Il sapore
delle sue labbra il pomeriggio in cui l'aveva baciata per la prima volta,
spaventandola a morte per di più, il calore del suo corpo snello contro di se.
Ah! Diavolo! Sarebbe finito con l'impazzire in
quel modo. Era un uomo in procinto di sposarsi, e lei era una donna sposata, una
madre, eppure.. qualcosa in tutto quel rincorrersi, in quel ritrovarsi vicini
costantemente non lo convinceva del tutto. S'era detto che la sua era semplice
deformazione professionale all'indagine, s'era detto che forse erano solo molto
amici e questo li spingeva a desiderare di vedersi con regolarità, ma quello che
non trovava il coraggio di dire a sé stesso era che amava Camilla nel medesimo
modo in cui l'amava da tre anni a quella parte, forse anche di più.
Il giorno in cui era partito per Praga era
stato come ritrovarsi in un incubo. Una nuova lingua, nuovi colleghi, nessuno
tanto intraprendente e spericolato da ficcarsi nei guai ed avere bisogno di lui
per essere soccorso, e niente Vermut. Non aveva toccato un solo goccio del suo
liquore preferito, non sarebbe stato lo stesso senza Camilla. L'adorava. Era la
sola verità concepibile.
All'improvviso uno squillo del telefono
cellulare distrasse il giovane ed aitante commissario che, imprecando sottovoce,
si costrinse ad aprire gli occhi, alzarsi e rispondere. Chi mai poteva essere
che disturbava i suoi pensieri romantici a quell'ora della sera?
Stizzito l'uomo afferrò il cellulare,
osservando di sbieco il display ancora illuminato d'azzurro. Adorabile
Pasticciona indicava l'aggeggio. Gaetano sorrise, almeno questa volta i suoi
desideri parevano aver preso una piega decente.
"Pronto! Camilla..che cosa succede?"
Soltanto un lieve singhiozzo rispose alla sua
domanda. Che diamine mai poteva esserle accaduto? Lesto come una pantera Gaetano
aveva afferrato il soprabito e le chiavi dell'auto.
" Cinque minuti... Camilla sto arrivando."
Le sirene squarciavano il silenzio del
quartiere quando Gaetano giunse innanzi alla porta dello stabile dove lei
abitava. Che diamine era successo? Con piglio professionale il commissario
si accostò ad una delle volanti, incrociando lo sguardo con il giovane
sottotenente dell'arma poggiato in attesa contro il cofano.
"Agente.. che cosa stà succedendo?"
" Guardi.. non può stare qui.. "
"Commissario Belardi, distretto di Roma nord,
lassù abita una mia amica, avanti..che succede?"
"Oh.. mi scusi commissario, ma niente.. un
incidente stradale.. un uomo è stato investito.."
Il cuore di Gaetano dette un tuffo improvviso.
Non poteva crederci, non era davvero possibile.
"Chi è la vittima?!"
" Renzo Ferrero, ci ha chiamati la moglie,
scendendo a portare il cane.."
Neppure ascoltò l'ultimo pezzo della frase. La
sua mente agile aveva già collegato i pezzi. Si fece largo di malo modo tra il
cordone di agenti, guardandosi in giro come il più disperato tra gli uomini, fin
quando non la vide, stringeva tra le mani tremanti il cellulare, ancora aperto,
era distrutta.
"Camilla!"
Gridò incurante degli sguardi malevoli che gli
venivano lanciati dagli agenti. In pochi attimi era al suo fianco, tenendola
stretta quanto più gli era concesso dal pudore e dagli abiti.
"Gaetano... dio..dio.."
La sua voce dal tono solitamente tanto
pungente s'era ridotta a poco più di un sussurro.
"Povero amore mio..."
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