Quando
un’amicizia finisce.
Credevo
saremmo stati amici per
sempre, credevo che un giorno avremmo ricordato insieme tutti i bei
momenti
passati quando eravamo più giovani, credevo nella
lealtà nell’affetto e nell’amicizia
disinteressata ma a quanto pare mi sbagliavo.
Non
è dipeso da me e di questo
ne sono sicura, non vorrei scaricarti la colpa di tutto ma vedi in
realtà è
così.
Io
ci sono sempre stata per te,
in silenzio senza pretendere nulla in cambio, senza la stupida pretesa
di
venire a piangere i miei guai ed avere il tuo supporto, io me la sono
sempre
cavata da sola e in più ti davo conforto per le tue piccole
stupidaggini che ti
potevano sembrare problemi insormontabili ma che in confronto ai
problemi della
vita vera sono nulla; ma io non ti ho mai giudicato e con il sorriso
sulle
labbra ti offrivo la mia spalla e ti ho aperto il cuore. Amicizia solo
amicizia
e nient’altro. Tra di noi non avrebbe mai potuto funzionare
un rapporto d’amore,
troppo diversi per stare insieme come coppia ma perfetti per essere due
ottimi
amici, perfetti lo eravamo davvero.
Poi
la goccia che ha scatenato
la tempesta.
Iniziasti
a non farti più
sentire e quando ti contattavo io non avevi tempo per incontrarci
nonostante
abitassimo a cento metri di distanza. Erano mesi che non ci vedevamo di
persona
e la mia unica pretesa era quella di passare una serata insieme, uscire
andare
nel solito bar e raccontarci l’uno all’altra. La
tua risposta fu evasiva, eri
con un tuo amico e altre due ragazze e se volevo potevo venire anche
io, la
cosa non ti dava fastidio. Qui mi scontrai con un muro duro, la batosta
fu
forte e non capii il senso della tua ultima affermazione. Provai a
spiegarti
che non avevo niente in contrario contro le altre due ragazze ma per
una sera,
una sola sera, dopo 9 mesi di assenza, avrei voluto passare il tempo
solo con
te. Nuovamente mi fu negata la richiesta, come se non avessi dovuto
aspettarmelo dopo aver disdetto tutti gli appuntamenti precendeti.
-“ripeto,
sono con loro ma se
vuoi venire non mi da fastidio”-
-“ci
vediamo sotto casa tua e
ci facciamo la strada insieme?”-
-“perché
non vieni con le altre
due ragazze? Stanno vicino casa tua, no? Certo se vuoi venire vieni,
non è un
problema ma... non vorrei che poi dovessi sempre venire con
me...”-
Non
capii la tua frase all’inizio,
mi sentii troppo ferita dal modo in cui tu me lo dicesti.
Poi
tu sei partito e mi hai
chiesto se al tuo ritorno ci sarei stata ancora, dato che gli amici con
cui
uscivi non ci sarebbero stati più. Una maniera gentile per
dirmi che andati via
loro ripiegavi sulla mia compagnia. Io sorridente ti dissi che sarei
rimasta,
che non sarei andata da nessuna parte e di farti sentire non appena
saresti
tornato.
Era
da stupidi a quel punto
aspettare, eri tornato già da tre giorni lo sapevo,ti avevo
visto con i miei occhi
ma neanche un messaggio mi mandasti, nemmeno uno stupido
:”ehi sono tornato!”-
niente di niente. Così come arrivai feci le valigie e
partì di nuovo. Il fatto
di studiare in una città a 200 km da casa fu solo una
benedizione per me. Senza
il timore di incrociarti per le strade e di faccia e faccia decidere di
non
salutarti. Perché è così che
farò quando d’inverno, solo come un cane tornerai
a farti sentire, tornerai dalla tua “migliore
amica” a scaricare tutti i tuoi
problemi. Non farò proprio nulla. Ti guarderò
scrivere e scrivere, fino a che
ti stancherai di non ricevere risposta, fino a che mi
stancherò di avere il
telefono intasato dai tuoi messaggi e allora deciderò di
dirtelo.
Perché
un giorno anche se non
ora, avrò la forza di dirti tutto il dolore che sto
passando, perché io che mi
credevo la più intelligente in realtà sono stata
usata, alla stregua di un
giocatolo vecchio, che dopo i suoi anni di onorato divertimento viene
buttato
in una cantina polverosa a fare la muffa.
Ma
ti dico una cosa, non mi pento
del bene che ti ho voluto, non mi pento del tempo che ti ho regalato,
anche se
alla fine tu mi usavi solamente in mancanza di un giocattolo
più bello con cui
giocare, ho fiducia, perché anche dalle persone che meno mi
sarei mai aspettata
ho trovato amore, comprensione, amicizia. Sol perché mi sono
fidata della
persona sbagliata non te ne posso fare una colpa, so che fuori
c’è gente
migliore di te.
Avrei
dovuto farla finire prima
che mi ritrovassi il cuore spezzato.
Sarei
dovuta scappare quando
ero ancora in tempo.
Quando
un amicizia finisce ti
ritrovi sola a raccogliere frammenti del tuo cuore e a guardare foto in
cui
eravate insieme e sorridenti, e pensare: “perché
è andata a finire così?”
ed in lontananza
sentire l’eco della sua
voce indifferente ripetere le parole che più ti fecero star
male.
Statti
con quelle due, mio caro
vecchio amico, quando avrai dei problemi vai a piangere da loro, siete
stati
così tanto affiatati quest’estate che non
c’è motivo per cui tu debba venire a
piangere da me.
Và
da loro, perché io non ti
voglio più.
AU.
Salveee!
Non so se sono nella
sezione giusta, spero di si, questo è uno sfogo scritto in
seguito alla rottura
con il mio migliore amico (amicizia coltivata in 4 anni e distrutta in
un
mese). Le dinamiche sono ancor più complesse di come le ho
descritte qui, ma
non mi andava di rivivere quei momenti seppur con il pensiero. Domande
: Vi è
mai capitato a voi? E come l’avete presa?
Un saluto a tutti!
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