Part 1
Questa è una storia vera io l’ho solo un po’
modificata su esplicita richiesta della protagonista, lei non ha mai incontrato
i Jonas Brothers o una persona dolce come Kevin.
Spero con tutto il cuore che la storia sia di
vostro gradimento.
Buona lettura!
Sentì l’aereo scendere di
quota, il carrello aprirsi e le ruote toccare il terreno, sentì il pilota
inserire la retromarcia e l’aeromobile rallentare la sua corsa fino a fermarsi
del tutto. Le scalette furono agganciate ai portelloni, mise i piedi fuori e
inspirò profondamente la pungente aria mattutina, mentre tiepidi raggi di sole
le illuminavano il volto; sorrise, finalmente era arrivata: finalmente era a
Los Angeles.
Ritirò il bagaglio sul tapis
roulant, una chitarra e una valigia arancione fosforescente interamente
ricoperta di adesivi, i suoi adesivi, ogni volta che doveva partire ne aggiungeva
uno, era un rito al quale non poteva sottrarsi, iniziato da bambina, quando suo
nonno le aveva regalato il primo adesivo, una Cenerentola vestita di blu con le
scarpette di cristallo e le aveva detto: “Cenerella ti porterà fortuna e quando
io non ci sarò più, lei ti proteggerà al posto mio”, scacciò le lacrime
scuotendo la testa e sorrise, questo viaggio era anche per suo nonno.
Si avviò all’uscita e
fermò un taxi, salì e disse: “Salve può portarmi all’incrocio tra Burbank
boulevard e Buena Vista street?”
Il tassista si girò e
sorrise: “Certo signorina, alloggiate lì?”
“Sì al Colony Inn, lo
conosce?” chiese titubante
“Certamente! Non è
l’Hilton ma è un buono posto dove alloggiare! -disse allegro l’uomo- se posso,
qual è il vostro nome?”
“Mi chiamo Calliope.”
L’uomo la guardò sorpreso
e disse: “Non è un nome comune.”
La ragazza sospirò: “Già
tutt’altro che comune, l’ha scelto mio nonno, Calliope era la musa della poesia
epica, era anche chiamata Calliope dalla bella voce, mio nonno amava la
mitologia greca…”
“Ah adesso si spiega,
dovreste essere orgogliosa di portare un nome tanto particolare! Spero che il
suo soggiorno qui sarà piacevole!”
“Già lo spero anch’io…”
disse la ragazza.
L’autista frenò e si
voltò verso la passeggera: “Beh siamo arrivati, buona permanenza a Los Angeles
signorina!”
Scese dalla vettura
gialla, la valigia al suo fianco e la chitarra sulle spalle, chiuse gli occhi e
un fremito di paura le passò accanto, lo scacciò via e li riaprì, prese la
valigia e oltrepassò l’ingresso.
La camera che le avevano
dato non era il massimo, ma era tutto ciò che poteva permettersi e, per essere
un hotel a tre stelle non era male, nonostante tutto lì c’era tutto quello di
cui aveva bisogno: un letto, un bagno decente, comodino, armadio e una
scrivania.
Sistemò le sue cose e
decise di dare un’occhiata in giro.
Uscì dalla camera ed
iniziò ad ispezionare l’albergo, trovò una scala antincendio quasi
completamente arrugginita e salì. Arrivata sulla terrazza, guardò il cielo
ricoperto di stelle lucenti e disse: “Ciao nonno, sono qui, spero tu sia felice
ora!” diede un ultimo sguardo in alto, poi si voltò e scese le scale.
La mattina seguente si
alzò di buon ora, erano appena le 9.00 quando oltrepassò la porta girevole
situata all’ingresso dell’albergo, guardò il cielo, c’era un bel sole quella
mattina e l’aria si stava già riscaldando, decise fare un giro per negozi e
imboccò la strada che l’avrebbe portata sul Sunset boulevard.
Camminava di buon passo,
quando improvvisamente il suo telefono iniziò a suonare, rispose e una voce
femminile alquanto irritata le urlò in risposta: “Si può sapere dov’eri finita!
Ho provato a chiamarti tutto il giorno, ma tu niente, non ti sei degnata di
rispondere nemmeno alla tua migliore amica!”
Calliope sorrise: “Scusa
Anna ma dormivo…”
“Dormivi? Vuoi dirmi che
hai dormito fino alle sei del pomeriggio?”
“Ma no qui sono appena le
9.30!”
“Qui?” chiese ancora più
sconcertata l’amica
“Sì qui, a Los Angeles!”
rispose sorridendo la ragazza
“A Los Angeles? Potevi
dirmelo prima brutta ingrata di un’amica!”
“Ti prego scusami Anna,
non volevo che nessuno lo sapesse e ti prego non dirlo ai miei!”
Anna sospirò rassegnata:
“Quindi sei lì, capisco, spero tu possa trovare quello che cerchi amica mia.”
“Lo spero anch’io, e…
grazie ancora Ann!”
“Di niente, ora ti
saluto, altrimenti ti prosciugo tutto il credito!” cercò di sdrammatizzare
l’amica
“Va bene! Ciao” disse
ridendo l’altra
“Ciao!”
Arrivò su Sunset
boulevard verso le 10.15, i negozi, dalle scritte multicolori, erano strapieni
di gente che entrava e usciva, Calliope rimase senza fiato, lì tutto era pieno
di vita.
Decise di entrare in un
negozio d’abiti caratterizzato dalla dominanza del colora blu che ricopriva
l’esterno e quasi tutto l’interno dell’edificio, non c’era molta gente
internamente e, dopo aver scelto qualche capo, non faticò a trovare un camerino
libero.
Si era appena infilata un
paio di jeans, quando sentì delle acute urla provenire dall’esterno, si
affacciò e vide tre ragazzi che si erano rifugiati dentro il negozio inseguiti
da una folla di ragazze urlanti che cercavano di entrare.
I tre sembravano
veramente agitati e Calliope in un primo momento ebbe voglia di aiutarli poi ci
ripensò: “Saranno delle stupide star, che se la cavino da soli!” si disse la
ragazza, poi vedendoli veramente nei guai si affacciò di più: “Psss, ehi dico a voi! Dai entrate, nascondetevi qui!”
In quel momento, quello
che le era sembrato il più piccolo dei tre si voltò verso di lei: “Dici a noi?”
Calliope sospirò: “E a
chi sennò, qui dentro siete gli unici ad avere un problema!” rispose
“Per tua informazione noi
non abbiamo nessuno problema!” disse l’unico dei tre a portare i capelli lisci
incrociando le braccia.
“Come volete, allora
cavatevela da soli e… buona fortuna, credo che ne abbiate bisogno visto che le vostre
amiche sono quasi entrate!” disse sarcastica la ragazza.
I tre si girarono di
scatto per poi voltarsi di nuovo verso di lei che stava quasi completamente
sparendo dietro la tenda rossa del camerino: “Emmm mi sa che accettiamo
l’invito!” disse il ragazzo con i capelli lisci fiondandosi dentro il camerino
seguito da gli altri tre, mentre Calliope sorrideva soddisfatta.
In quel momento centinaia
di ragazze si fiondarono nel negozio iniziando a perquisire l’edificio con gli
occhi: “Dove sono! Li avete visti? Dove sono andati?”
Intanto nel camerino i
tre ragazzi cercavano di rimanere più appiccicati alle pareti che potevano, la
ragazza si girò e sorrise loro: “Mi date un attimino?” disse uscendo dal
camerino ma bloccata all’ultimo secondo dal ragazzo con i capelli lisci: “Ma
dove credi di andare?” bisbigliò
“Non preoccuparti ho
tutto sotto controllo!” gli sorrise ed uscì completamente.
Si avvicinò alla folla e
con gesto teatrale urlò: “Eccoli lì stanno uscendo dal retro!”
Come per magia, all’udire
quelle parole, la folla si diresse verso la direzione indicatale urlando:
“Correte, correte o li perdiamo!”
La ragazza si diresse
verso il camerino e, scostata la tenda disse: “La mandria inferocita è tornata
nella stalla!”
I ragazza tirarono un
sospiro di sollievo e il più piccolo disse: “Uao! Sei stata fantastica grazie!”
“Già, già grazie per
l’aiuto e ora a mai più!” rispose quello con i capelli lisci beccandosi uno
scappellotto.
“Scusalo a volte è una
scimmia! Comunque grazie davvero ci hai salvati! Ah quasi dimenticavo io sono
Nick piacere!” disse porgendole la mano.
“Piacere mio!” rispose la
ragazza stringendogliela.
“E io sono Kevin!” disse
l’altro ragazzo riccio che fino a quel momento era rimasto in silenzio “E
questo è Joe!” terminò indicando il ragazzo con i capelli lisci ancora
arrabbiato.
“Tanto piacere, io sono
Calliope!” rispose sorridendo la ragazza.
“Sai hai un nome
piuttosto singolare Calliopi!” disse Nick
La ragazza sorrise: “No,
non si pronuncia Calliopi ma Calliope, comunque chiamatemi pure Cal, credo sia
più semplice! Allora siete attori o qualcosa del genere?” chiese
I tre si guadarono
sbalorditi: “Davvero non ci conosci? Noi siamo i Jonas Brothers, la boys bad
più famosa d’America!”
Calliope sembrò
dispiaciuta: “No mi dispiace.”
“Certo che sei proprio
strana tu, non ci conosci ma non ci pensi due volte prima di aiutarci!” disse
Joe alla ragazza.
“Mi siete sembrati in
difficoltà e ho voluto aiutarvi tutto qui!”
“Lascialo perdere Cal,
piuttosto noi dobbiamo sdebitarci per l’aiuto, che ne dici di accompagnarci
allo studio di registrazione, così ti facciamo sentire la nostra musica?”
chiese Kevin.
“Ma ragazzi non c’è
bisogno, veramente!” cercò di dire la ragazza.
“Avanti Cal non farti
pregare!” disse Nick
“Ok, ok avete vinto!”
cedette Calliope “Ma lasciate almeno che mi cambi!” disse ridendo e, rientrata
in camerino, si reinfilò i suoi vecchi pantaloni.
“Joe, hai chiamato Big
Rob?” chiese Nick al fratello, mentre i tre seguiti da Calliope uscivano dal
negozio.
“Sì ha detto che sarebbe
arrivato tra pochi minuti, ma volete spiegarmi perché questa deve venire con
noi?” rispose acido il ragazzo.
“Perché, caro il mio
fratellino, “questa” come la chiami tu, ha salvato anche la tua di pellaccia,
rammenti?” rispose Kevin a tono.
Joe stava per ribattere
quando, spuntando da un angolo, una limousine nera si fermò di fronte ai
ragazzi che, dopo che le portiere furono aperte, vi entrarono.
Calliope rimase senza
parole e si sedette sul sedile alquanto imbarazzata.
Kevin parve cogliere
quella punta di disagio, perché le si sedette accanto e disse: “Mai salita su
una limousine prima d’ora?”
Calliope scosse
vigorosamente la testa in risposta. Kevin l’abbracciò e aggiunse: “Non
preoccuparti, fa come se fossi a casa tua!”
Intanto Joe parlava fitto
fitto con il fratello e non parve accorgersi dello spostamento effettuato da
Kevin fino a quando non sollevò la testa: “Kevin sei proprio un Don Giovanni,
già ci stai provando!”
In risposta il ragazzo
divento paonazzo e si allontano immediatamente da Calliope che rise: “Veramente
simpatico Joe, allora, ditemi, che musica suonate?” chiese
Fu Nick a rispondere: “E’
essenzialmente un misto tra il pop e il rock, con qualche vena sentimentale di
tanto in tanto!”
“Uao, e scrivete voi
tutte le canzoni?” disse Calliope sempre più incuriosita
“Vedi Cal principalmente
è Nick a scrivere le canzoni, a volte sia io che Joe aggiungiamo qualche strofa
o modifichiamo la melodia, ma è soprattutto Nick che si occupa di tutto!” le
rispose Kevin.
“A quanto ho capito è
Nick il boss!”
“Sveglia la ragazza eh!
Sì è nostro fratello Nick il Leader della band e, se non lo avessi capito,
siamo fratelli!” rispose irritato Joe.
“E su Joe smettila di
fare il guastafeste e fai pace con Cal, dopotutto non ti ha fatto niente!”
cercò di convincerlo Nick e con l’aiuto di Kevin ottennero il risultato
sperato, Joe strinse la mano alla ragazza sbuffando: “D’accordo, pace.”
Calliope rispose alla
stretta sorridendo.
In quel momento la
vettura rallentò, fermando si del tutto dopo qualche secondo, i tre si
slacciarono le cinture di sicurezza e Nick sorridendo si voltò verso di lei:
“Bene siamo arrivati, sei pronta?”
Calliope deglutì e
sorrise seguendo i tre fratelli fuori dall’auto.
La stanza dove entrarono
apparve agli occhi della ragazza immensa, aveva le parete rosse piene di CD e
casse, sulla destra c’era una console enorme con due sedie di pelle e di fronte
una vetrata che la separava dallo spazio riservato ai cantanti, arredato con
microfoni, sedie, batteria e poggia chitarra. Alla vista dei tre fratelli
l’uomo seduto alla console si alzò e gli andò incontro: “Ehi ragazzi come
state?” disse abbracciandoli.
“Tutto bene George, e qui
come procede?” rispose Nick
“E’ tutto pronto e
aspetta solo voi! Ma… chi è questa ragazza?”
“Lei è Cal, una nostra
amica” disse Kevin
La ragazza si avvicinò
all’uomo e gli strinse la mano: “Mi chiamo Calliope, piacere.”
“Il piacere è mio cara,
vieni, accomodati vicino a me così potrai sentirli meglio.” disse George
facendola sedere su una delle due sedie, mentre i ragazzi entravano nella
saletta, iniziando a sistemarsi e ad accordare gli strumenti.
Dopo qualche minuto Nick
disse all’uomo di essere pronto, il quale, spostando e pigiando alcuni tasti,
gli fece segno di poter iniziare.
Nick iniziò a muovere le
dita sulla chitarra, seguito da Kevin, mentre Joe prese il microfono in mano ed
iniziò a cantare:
We
don’t have time left to regret
Hold on
It will take more than common sense
Hold on
So stop your wondering, take a stand
Hold on
Cause there’s more to life than just to live
Hold on
Nick e Kevin prepararono
le chitarre per il ritornello
Cause an empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on
Questa volta alla voce Joe si aggiunse quella più
alta di Nick
One single smile, a helping hand
Hold on
It’s not that hard to be a friend
Hold on
So don’t give up, stand ‘til the end
Hold on
Cause there’s more to life than just to live
Hold on
Poi di nuovo tutti e tre
insieme accompagnati dal suono delle chitarre attaccarono a cantare il
ritornello
Cause an empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on
When you love someone, and they break your heart
Don’t give up on love, have faith, restart
Just hold on, hold on
Hold on, hold on
When it falls apart, and you’re feeling lost
all your hope is gone, don’t forget to
Hold on
Hold on
Calliope rimase sorpresa
dall’affiatamento che c’era fra loro ma non capì tuttavia come, a discapito di
quella complicità, la canzone potesse risultare mediocre.
Cause an
empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on
When you love someone, and they break your heart
Don’t give up on love, have faith, restart
Just hold on, hold on
Hold on, hold on
Cause an empty room can be so loud
It’s too many tears to drown them out
So hold on, hold on
Hold on, hold on
When you love someone, and they break your heart
Don’t give up on love, have faith, restart
Just hold on, hold on
Hold on, hold on
La canzone terminò con la
voce di Nick seguita dalle ultime note della chitarra del fratello.
Improvvisamente Joe
lanciò a terra il microfono che emise un suono stridulo: “Shit! Sono tre volte
in un mese che proviamo questa canzone sempre con lo stesso risultato!”
Nick gli poggiò una mano
sulla spalla: “Rilassati Joe sarà solo una fase passeggera!”
Il ragazzo si divincolò
e, guardando in faccia il fratello urlò: “Rilassarmi eh! Ma ti rendi conto o no
della situazione? Sono mesi che non componiamo nulla e tentiamo di registrare
canzoni con il solo risultato di renderle ancora più schifose e per di più tra
due settimane abbiamo un concerto! E tu dici che dovrei stare rilassato!”
“Suvvia ragazzi vedrete
che si sistemerà tutto!” cercò di calmarli Kevin.
“Io me ne torno a casa,
vedetevela un po’ voi!” disse Joe uscendo dallo studio sbattendo la porta.
Kevin e Nick uscirono
dalla sala e Calliope si avvicinò: “Tutto bene ragazzi?” chiese preoccupata.
“Sì non preoccuparti, Joe
si infiamma facilmente, mi dispiace solo che ti avevamo promesso di farti
sentire la nostra musica, ma il risultato non è stato dei migliori.” le rispose
Kevin.
“Tranquilli non fa
niente, piuttosto come mai non riuscite a cantare?”
“E’ proprio questo il
problema, non lo sappiamo, ma dobbiamo risolverlo in fretta altrimenti addio
concerto!” disse Nick sospirando.
“Per adesso non
pensiamoci e adiamo si è fatto tardi ed è ora di riaccompagnarti in hotel Cal!”
disse Kevin salutando George e dirigendosi verso l’uscita seguito da Nick e
Calliope.
La limousine nera si
fermò davanti la porta girevole del Colony Inn, al suo interno due ragazzi
salutavano la terza passeggera: “E’ stato un vero piacere conoscerti Cal!”
disse Nick allegro dandole un bacio sulla guancia.
“Anche per me ragazzi,
devo ammettere che siete davvero speciali!” rispose sorridendo la ragazza
“Ehi senti, che ne dici
di scambiarci i numeri, così potremo sicuramente rivederci!” chiese il maggiore
“Mi farebbe molto
piacere! Dovrei avere…. ecco qua! -disse la ragazza estraendo un foglietto di
carta e appuntandoci sopra il suo numero di cellulare, per poi porlo al
ragazzo- questo è il mio numero di cellulare!”
“E questo è il mio!”
disse il ragazzo porgendole un angolo di foglio pentagrammato dove aveva
scritto il suo numero.
“Beh allora a presto e…
buona notte ragazzi!” disse la ragazza uscendo dalla vettura salutandoli con la
mano.
Quando la portiera fu
chiusa, Kevin emise un sonoro sospiro facendo sghignazzare il fratello: “Che
c’è?” chiese sorpreso
“C’è che te ne sei
innamorato fratellone!” gli rispose Nick beccandosi un pugno sulla spalla dal
fratello
“Non è vero e poi
smettila di ficcare il naso negli affari degli altri e pensa piuttosto al
nostro problema!” rispose sulla difensiva Kevin
“Ok, ok non c’è bisogno
che ti scaldi tanto! A proposito hai qualche idea su come risolvere il
problema?” continuò Nick mentre la vettura si allontanava riportando i fratelli
a casa.
Calliope aprì la porta
della stanza e si fiondò sul letto, rimanendo sdraiata con gli occhi chiusi per
alcuni minuti, dopo poco si alzò dirigendosi verso il bagno e aprì l’acqua
della doccia.
Il getto caldo l’avvolse
facendo dimenticare per un attimo tutti i suoi problemi; non seppe per quanto
rimase sotto la doccia, ma quando uscì dal bagno si accorse che era calata la
notte. Con l’asciugamano avvolto intorno al corpo aprì la finestra: “Nonno è
opera tua questa? Lo sai che ho chiuso con la musica, non posso, non posso
proprio aiutarli! Te ne prego nonno…”
Come se il nonno avesse
ricevuto il messaggio, una stella si illuminò più delle altre ed una leggera
brezza avvolse la razza che chiuse gli occhi assaporandone ogni attimo.
“Oh nonno…” sospirò prima
di chiudere la finestra.
Si diresse verso il letto
e vi si sedette, estrasse dalla tasca dei pantaloni il pezzetto di carta con il
numero del ragazzo e prese a girarselo in mano, indecisa sul da farsi. Un
ultimo sguardo alla finestra, poi si voltò verso la scrivania dove un giornale
mal riposto attirò la sua attenzione. Si avvicinò e vide la foto di un castello
illuminato con la scritta “Disneyland”, improvvisamente ebbe un’idea, prese il
cellulare e compose un messaggio indirizzato a Kevin, prima di inviarlo disse:
“Solo per questa volta nonno, solo questa!”
Qualche minuto più tardi,
in una villa nel North Hollywood, un cellulare vibrò e un ragazzo riccio di
suppergiù vent’anni lesse il messaggio:
“Siete liberi domani?
Cal”
Il ragazzo si girò verso
i fratelli tutti impegnati a vincere una gara di Formula 1 e disse: “E’ Cal! Mi
ha chiesto se siamo liberi domani!”
“Chiedile perché!” gli
rispose Joe
“Ok” disse il ragazzo
pigiando i tasti del cellulare
Poco dopo il cellulare di
Callipe si illuminò, lei lo prese e lesse la risposta:
“Scusa se telo chiedo Cal, ma
perchè?
Kevin”
La ragazza sorrise e gli
rispose.
“Ehi mi è arrivata la
risposta!” disse Kevin ai due fratelli che si insultavano a vicenda accusandosi
di aver barato o che il joystick non funzionasse.
“Questa è una sorpresa… posso dirti
solo che ci divertiremo!
Ci vediamo alle 9.00 davanti il negozio
blu, quello dove ci siamo incontrati!
Buona notte a tutti
Cal”
Questo era il primo
capitolo! La storia sarà composta da quattro capitoli che posterò, con tutta
probabilità, tra oggi e domani.
Alla prossima!
Aya chan