Elastic Mind

di elasticmind
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Mente elastica. Quante volte mi sono sentita dire che ho una mente perfettamente adattabile a tutto o meglio: “Hai proprio una mente elastica”. In quanti possano anche pensare che sia un pregio, beh vi sbagliate di grosso. È una gran rottura di coglioni. Essere adatti a tutto ti fa sentire adatto a niente. Ti fa sentire lontano, ti fa sentire estraneo, ti fa sentire niente. Ed è così che io mi sento: “Niente”.
Quello che è sempre stato considerato come uno dei migliori pregi che possa capitare ad una persona, mi ha invece trasformato in una perfettamente inadatta. Perché abituarsi a tutto è così. Ti trasforma in una persona senza carattere. È allora che inizia il soffrire passivamente la vita. La vita che diviene monotona, noiosa, innocua. Una vita senza carattere. Un esistenza senza vita. Una nullità.

E ora mi ritrovo qui, immersa in una città non mia a cui mi sono subito adattata per svolgere il mio secondo anno di Erasmus. Ho 20 anni, tanti conoscenti, pochi amici e un numero considerevole di scarpe. Quando si è trattato di scegliere il mio percorso universitario mi sono affidata a uno di quei test sulla personalità che una volta trovavi nei vecchi giornaletti per ragazzine e che ora riempiono le pagine dei social network. Inutile dirvi la risposta. “Avete un elasticità mentale che vi porta ad essere adatti a qualsieasi tipo di facoltà. A voi la scelta”. E non avendo effettivamente mai pensato a cosa fare della mia vita futura, mi sono gettata in quella che viene definita un delle migliori facoltà con sbocchi lavorativi: Economia (anche se non ho mai avuto un bel rapporto con numeri e calcoli). Dopo un anno di ottimi risultati, avevo aderito al progetto Erasmus e già da un anno e tre mesi vivevo a Londra, divisa tra l’università e il lavoro in una piccola biblioteca della zona, dove occasionalmente davo anche qualche lezione di italiano.

Ho vissuto 19 anni della mia vita in un innocuo paesino italiano, di quelli tra il rurale e il moderno, dove la mentalità giovanile si contrasta con quella dei vecchi abitanti, rimasti con la mente al dopo guerra. Sono cresciuta tra sole, mare e vecchi valori. A Londra mi sono adattata all’incessante pioggia, al mio costante dimenticare l’ombrello e al ritrovarmi sempre zuppa da capo a piedi. Alla fresca brezza estiva si è sostituita l’umidità penetrante e i miei capelli, trasformati dalla stessa, in una bionda massa in forme. Il fatto di avere una carnagione estremamente chiara, a tratti pallida mi ha permesso di potermi facilmente nascondere tra i nordici inglesi, passando inosservata. E proprio per non dare nell’occhio che ho iniziato fin da subito a studiare il loro dialetto, a cercare di imitare almeno in parte il loro accento. Durante questo nuovo anno lontano da casa chiedo solo di riuscire ad ottenere buoni voti, di dare il maggior numero di esami, ma soprattutto di riuscire a mantenere l’anonimato che mi distingue. Non potevo immaginare che tutti i miei propositi sarebbero andati all’aria.

 

 

Angolo autore.

Non avevo intenzione di pubblicare una nuova storia, anche perchè l'ultima è stata per me un completo disastro, anzi un "incompleto" disastro. Ma questi personaggi mi tormentavano la mente, allora mi sono detta lo faccio, la scrivo ma la pubblicherò solo quando sarà completa. E completa lo è, o almeno credo, diciamo che il finale è ancora in fase di costruzione, un working progress quasi completo. Credo di esserci molto affezionata, un po' perchè alla fine Emma è un po' tutte noi, o forse, soltanto un po' troppo me. Non so cosa effettivamente ne sia uscito fuori, se un'idea fantastica o una marea di s****te, mi aspetto allora un commento da parte di chiunque voglia lasciarlo, positivo o negativo che sia, sarà un modo per crescere e migliorare. Spero di essere riuscita in parte ad esprimere tutto quello che io ho provato immaginando prima e scrivendo poi. Un bacio. V.





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