Essere svegliati da
Rin è strano, per Sousuke. Di solito è lui il primo ad
alzarsi, senza bisogno della sveglia e tirarlo giù dal letto.
Stamattina non solo
non si è svegliato prima, ma non ha neppure sentito la sveglia
del compagno.
Questo pensa, prima
di aprire gli occhi con addosso una spossatezza strana, la schiena
appiccicata alle lenzuola e una gran voglia di tornare a dormire. Fa
fatica a mettere a fuoco il rosso, ma sbatte le palpebre più
volte per provarci meglio.
Rin ha un sorriso
strano sul viso, le sopracciglia corrucciate ma l'espressione che
solitamente riserva ai gattini abbandonati nelle scatole di cartone.
Sousuke è
solo nel letto e pensa in modo confuso che dev'essere proprio tardi,
per essere così.
"Ah, Sousuke,
hai la febbre?" domanda, toccandogli la fronte con un palmo
fresco. È piacevole sulla pelle, in un modo che lo fa
sospirare di sollievo. Si sente pieno di brividi, ha freddo e caldo
allo stesso tempo. Chiude gli occhi, ma la mano sparisce subito,
obbligandolo a riaprirli.
"Torna nel
letto." borbotta, sorprendendo se stesso per averlo chiesto. Ma
se Rin è tanto fresco, può solo dargli una sorta di
sollievo.
"Devo andare a
lezione e prima chiamare in piscina per dire che stai male."
risponde l'altro, rimettendogli le braccia sotto le coperte e
rimboccandole come una madre premurosa.
"Non è
niente, non è necessario." cerca di protestare, ma
l'altro porta la mano sulle sue labbra, zittendolo e Sousuke affonda
il viso nel fresco, di nuovo, senza vergogna.
"Ma guardati."
commenta Rin, prima di abbandonarlo in camera.
Si chiede un momento
se lamentarsi ed esagerare la propria condizione possa convincerlo a
tornare, ma poi scuote la testa. Deve andare in università e
dopo ha l'allenamento. Non può essere così
irresponsabile.
Eppure... quand'è
l'ultima volta che hanno trascorso la giornata nel letto a non fare
nulla? Di solito non è una richiesta che parte dal moro e per
questo torna ad affondare metà del viso nella parte fresca del
cuscino, in imbarazzo.
Non gli piace avere
la febbre. Non gli piace pesare sulle persone e preferisce sopportare
i deliri degli altri piuttosto che scoprire con quale sincerità
può esprimere i propri bisogni, in quelle condizioni.
"Fatto!
Sakamichi dice che puoi prenderti pure un paio di giorni!"
annuncia Rin, un sorriso immenso sul viso mentre sprofonda accanto a
lui nel letto. Lascia che posi la fronte sul suo petto, anche se teme
di attaccargli qualcosa e socchiude gli occhi senza protestare. Non
sa che ore siano, ma forse hanno ancora del tempo prima che Rin debba
andare in stazione.
"Mi spiace
lasciarti da solo per tutta la mattina." mormora quello,
sfregando la fronte su di lui come farebbe una sorta di animaletto.
Sousuke scuote la
testa, attento a non dire nulla per paura di lanciare altre bombe
come quella di prima. Gli piace essere sincero, ma sui propri
sentimenti vuole essere cauto, non dire niente per cui varrebbe la
pena essere preso in giro.
"Per pranzo ci
sono ancora dei resti di ieri, credo, devi mangiare e tornare in
forma!" esclama l'altro, allontanandosi per guardarlo negli
occhi.
Dev'essere rimasto
fragile, per lui, lo capisce dalla preoccupazione con cui lo guarda,
dalla mano che sale ad accarezzargli i capelli con fare materno. In
quel momento è un fratello ammalato e la cosa un po' non
riesce a non dargli fastidio.
Non gli va' che Rin,
a distanza di anni, si preoccupi ancora in quel modo. Gli ha promesso
di essere sincero e fino a questo momento lo è stato, non c'è
bisogno di preoccuparsi per un'influenza.
"Carino."
borbotta il rosso, sorprendendolo. Lo lascia spiazzato anche la
velocità in cui sente le guance -già calde di loro-
infiammarsi per quel commento.
Non ha modo di
vedere la faccia di Rin, che lo bacia rapidamente sulle labbra e
scatta verso la porta troppo in fretta, ma dopo di questo cerca
ancora sollievo sul cuscino, borbottando un "buona giornata"
in eco al suo.
Gli sembra di essere
una teiera che fischia vapore, ma dev'essere solo una sua
impressione.
Dev'essersi
addormentato senza rendersene conto, perché è
risvegliato dal frastuono di pentole che cadono una sull'altra.
Si lamenta
sommessamente, la gola in fiamme e si mette a sedere per cercare dei
fazzoletti. Guarda l'ora, sospettoso. Non gli sembra di aver dormito
abbastanza, ma effettivamente è mezzogiorno.
Decide di alzarsi
dal letto e trascinarsi fino alla cucina e non lo sorprende vedere
Momotarou.
"Cosa ci fai
qui." chiede, l'inflessione della domanda persa da qualche
parte.
Non è il
casino che regna nella cucina, a sorprenderlo e dargli sui nervi -il
maniaco della pulizia non tornerà a casa prima delle sei, c'è
tempo di sistemare prima di sentire liti che, con il mal di testa che
si ritrova, vorrebbe evitare- ma la presenza stessa di Momo a
quest'ora.
Il ragazzo si
irrigidisce, poi fa un giro di centottanta gradi per salutarlo in
modo nervoso.
"Soucchi!"
"Non ci
provare." lo ferma subito, lo slancio della giravolta che fa
perdere a Momo l'equilibrio per un momento. Sa esattamente perché
Sousuke sembra così arrabbiato, almeno.
Si chinano entrambi
per raccogliere una padella caduta e il rosso è più
veloce e rimetterla a posto, aiutandolo a non cadere quando si
solleva troppo in fretta. Si sente un vecchio centenario e odia la
cosa.
Momo non sembra
volere più parlare, gli da' le spalle per rimestare qualcosa
nelle padelle e Sousuke si appoggia al tavolo per non dare una
facciata per terra. Da qualche parte aspetta una risposta, anche se è
più probabile che il suo non essere presente a lezione sia
giustificato con una balla.
“Rin mi ha
scritto che non stavi bene, avevo una lezione estremamente noiosa,
sei fortunato!” esclama, sorprendendolo di nuovo.
Non gli è
venuto neppure in mente che potesse essere rientrato per lui. Non ha
nemmeno pensato per un momento che Rin avesse potuto mandare messaggi
agli altri due, visto che sono usciti prima.
“Non sto
morendo.” precisa, anche se si sente in colpa per la poca
fiducia che ripone nel più giovane. Non è esattamente
sbagliato pensare che forse sarebbe stata più indicata per lui
una carriera lavorativa appena uscito dal liceo, visti i risultati
scolastici che ha sempre avuto, ma per il momento non gli è
sembrato poco convinto della scelta.
Senza contare che Ai
lo vede ogni giorno all'università, quindi perché pensa
queste stupidaggini?
Si siede e per poco
non da' una testata sul tavolo, per punire la propria idiozia. È
la febbre. È sicuramente la febbre che lo fa diventare
paranoico.
“Bah, Soucchi,
non fare quella faccia! Lo so che avresti preferito Rin, ma almeno io
so fare da mangiare!” esclama Momo. È detto in tono
scherzoso, ma Sousuke, anche se il momento non è dei migliori
per pensare troppo, non riesce a fare a meno di dirsi che forse
Momotarou ci crede davvero.
“Vieni qui.”
Il ragazzo spegne la
fiamma sotto l'ultima padella, ma sembra esitare prima di voltarsi.
Sousuke non allarga
le braccia, non fa nessun gesto che potrebbe incitarlo ancora, ma
Momo si avvicina lentamente prima di saltargli letteralmente in
braccio, stretto con gambe e braccia con una forza che, per poco, non
fa cadere entrambi dalla sedia.
Gli posa una fila di
baci sulla guancia, rumorosi come è solito fare quando
qualcosa lo rende felice e Sousuke si reputa soddisfatto dello
scampato pericolo. Lascia che appoggi la fronte alla sua con le
palpebre abbassate.
"Sei tanto
caldo, Soucchi." mormora, passando le dita tra i capelli.
Lui sente freddo,
scosso ancora dai brividi, ma nonostante il mal di testa martellante
gli dia la nausea, si sta bene, lì. Si lascia baciare ancora
un po', il timpano che non apprezza lo schiocco, cerca di ricordarsi
quand'è l'ultima volta che sono rimasti soli in quel modo. Gli
viene in mente solo il Natale precedente e tutte le cose di coppia
che Momo ha voluto fare.
Lo fa ondeggiare un
poco, il suo respiro nel collo che gli fa il solletico ed è il
ragazzo a scendere dalle sue gambe.
Con una punta di
malinconia si ritrova a chiedersi se a Momo, che era il suo ragazzo
prima di tutto questo, prima ancora di Rin, vada bene questo tipo di
relazione. Ma è una domanda che richiede una mente lucida e la
sua è ancora troppo confusa davanti al piatto che non ha visto
riempirsi e le bacchette che il ragazzo tiene sospese con un pezzo di
frittata sopra.
Si avvicina ed
ingloba il boccone, assaporandolo nonostante il naso chiuso glielo
permetta poco. Ma è caldo e leggermente speziato e gli sembra
subito di respirare meglio.
"Non credevo ti
saresti lasciato viziare." commenta il rosso, appoggiato al
tavolo con le braccia per imboccarlo meglio -anche se quella
posizione sembra parecchio scomoda- un sorriso di nuovo sul viso.
Scaccia le preoccupazioni, quel sorriso, come ha sempre fatto.
"Sei tu. Ma non
vantartene." ammette, allungandosi per baciarlo.
Se Momo si ammalerà,
almeno avrà modo di imbarazzarlo a propria volta.
"Sousuke, non
puoi dormire sul divano."
Oh, sì che
può, invece. Lo stava facendo finché Ai non lo ha
interrotto, il televisore acceso su un canale che trasmette un quiz
che non ha mai avuto l'occasione di vedere.
Si mette a sedere
con gli occhi ancora chiusi, sentendosi un po' meglio grazie al
pranzo caldo, ma ancora parecchio intontito. Le mani di Ai gli
avvolgono il viso e gli spostano i capelli dalla faccia e lui
finalmente lo guarda.
Ha le guance rosse e
il respiro un po' affrettato, come se avesse appena corso e Sousuke
si appoggia con tutto il proprio peso a lui, con un sospiro.
Ha effettivamente
male ad ogni singolo osso del corpo, come se qualcuno gli fosse
passato addosso con un camion. Non è divertente.
"Vieni, ti
preparo un bagno." ordina Ai e chi è lui per dire di no
ad un dottore. Peccato studi veterinaria, ma in questo momento non se
la sente di stare a concentrarsi sulle piccolezze, ha bisogno di un
bagno, di togliersi di dosso la stanchezza e si appoggia forse un po'
troppo all'altro perché lo sente cedere di tanto in tanto.
Lo porta in bagno,
lo fa sedere sullo sgabello su cui, la sera, Ai e Momo lanciano i
loro vestiti e su cui, al mattino, Rin sclera per il disordine. Gli
scappa una risatina ed alza docilmente le braccia quando l'altro
ragazzo lo spoglia. Dopo alcuni tentativi e il rischio di dare una
craniata sul lavandino, riesce ad entrare nella vasca, l'acqua
piacevolmente calda che lo fa sentire sia più rilassato sia
uno schifo.
Probabilmente perché
si sente già uno schifo. Starnutisce con la potenza
devastatrice di un elefante e Ai scoppia a ridere, in ginocchio
accanto alla vasca e con le maniche arrotolate per poter mettere le
mani nell'acqua.
Lo lascia fare
mentre gli toglie di dosso la stanchezza con la spugna, docile come
riesce ad essere forse solo con lui. Dev'essere la calma o il modo
materno con cui tratta tutti, di certo dolce, ma anche capace di
essere fermo nelle proprie opinioni.
"Momo mi ha
detto che è venuto a casa... Ti sei arrabbiato con lui?"
Apre appena gli
occhi, le sue mani sulle spalle che allontanano il dolore alle ossa.
Scuote la testa, anche se non è del tutto vero.
"È solo
che ultimamente sembra un po' più triste del solito... e non
so cosa fare." ammette, portando lo sguardo alla schiuma e
passandoci il palmo sopra. Non sembra esageratamente triste, ma lo è.
A tratti, per piccole ombre dietro agli occhi e quelle frasi che lo
fanno pensare ancora e ancora a quello che può pensare davvero
di quella situazione.
"Magari non è
niente. Magari è qualcosa che è successo fuori casa. Mi
sembra che ti si appenda addosso esattamente come al solito."
commenta Ai, un sorriso incoraggiante sul viso.
Annuisce, anche se
vorrebbe dire dell'altro. Forse domani, quando sarà più
lucido, dirà ad Ai che è preoccupato davvero, che non
sa se la loro scelta sia stata quella giusta. Non vuole ferire Momo.
Per il momento torna
sul suo sorriso, cerca di rispondervi senza successo e si appoggia
con il mento alla vasca.
"Sei geloso?"
Aiichirou scoppia a
ridere, approfittando per lavargli la testa. Gli mette così
tanta schiuma negli occhi che Sousuke dubita li riaprirà
ancora, ma quando finisce di sciacquarlo ha la sua risposta.
"Non posso
essere geloso, ho Momo tutto per me per gran parte della giornata,
no?"
Sousuke reprime un
sorriso, nonostante la stanchezza.
È anche per
questo che funzionano così bene. Perché sì, Ai
può avere un debole per Rin e Rin per Ai e Sousuke, Sousuke
può preoccuparsi di più per il cuore di Momo, ma c'è
un amore reciproco che, se tutto dovesse cessare all'improvviso, se
dovessero ricadere nelle coppie di un tempo, lascerebbe un vuoto.
“Non pensarci
troppo.” mormora il ragazzo, sistemandogli i capelli bagnati
all'indietro e baciandogli la fronte come se il gesto potesse
distenderlo.
E lo fa. Sousuke
chiude gli occhi e smette di pensare.
Si rilassa nella
vasca, le mani di Ai che gli massaggiano le spalle e la schiena, le
dita che sembrano abituate a sciogliere i nodi dei muscoli e dei
nervi.
Lascia che si
appoggi alla sua spalla e la baci dolcemente, prima di uscire dal
bagno e rivestirsi. Quando entra in camera, la finestra è
stata aperta e le lenzuola cambiate. Ci si infila dentro senza
esitazioni, sospirando per la sensazione di pulizia che lo fa subito
sentire meglio.
Gli sembra di
appisolarsi per un momento, giusto il tempo di appoggiare la testa
sul cuscino fresco, perché sobbalza nel sentire il letto
abbassarsi, Ai che si infila sotto le coperte, seduto accanto a lui
con il quaderno in mano.
Borbotta qualcosa
sul proprio sonno disturbato, ma il ragazzo gli porta una mano tra i
capelli e prende ad accarezzarlo distrattamente. Non smette di
toccarlo neppure per voltare le pagine, le dita che si bloccano solo
per ritrovare la posizione migliore o quando gli finiscono in un
occhio.
“Lo sai, non
credo sia davvero importante avere dei preferiti.”
Per un momento crede
di esserselo immaginato, ma Ai ha posato il quaderno sul materasso e
lo guarda dall'alto, la mano ferma su una delle guance, a pizzicarlo.
Sembra averci pensato davvero e Sousuke si rende conto di non essere
davvero nelle condizioni di affrontare il discorso.
“Forse non è
esattamente normale, quello che siamo, ma è normale che tu
preferisca Momo e Rin. A volte mi dico che forse dovremmo tornare ad
essere due coppie soltanto, molto legate, ma so che mi mancherebbe
tutto questo. Non riuscirei a guardare te e Momo senza pensare che
cavolo, ucciderei per una frittata non carbonizzata o i momenti in
cui voglio mollare tutto e tu mi fai sentire così tanto in
colpa che devo per forza rimettermi a studiare.” spiega,
torturando la coperta ma guardandolo ancora, le guance tinte di
rosso.
“Non mi sembra
di esserti utile o importante, da come mi descrivi.” borbotta
il più grande, cercando conforto da quelle parole nel cuscino
fresco. Non può fare a meno di sentirsi il cuore nelle
orecchie, però, nel capire che anche per lui è
importante.
“Sousuke.”
lo chiama Ai, costringendolo a guardarlo con le mani che gli
stringono le guance, facendolo sentire un pesce rosso. “Lo sai
che ti amo?”
Sousuke non può
fare a meno di rantolare, nascondendosi sul suo fianco, ascoltando la
sua risata risuonargli dentro.
Ha perso il conto
delle volte in cui si è risvegliato senza ricordare come si
sia addormentato, oggi, ma di sicuro l'ultimo è quello
migliore.
C'è un peso
non indifferente sul suo petto, qualcosa che respira e ridacchia e
gli da' dei baci sul collo. I baci sul collo sono meravigliosi, il
resto decisamente meno, ma, ehy, baci sul collo!
Apre gli occhi con
un mormorio di approvazione e non lo stupisce poi tanto di vedere una
massa di capelli rossi a coprirgli la visuale.
"Soucchi! Sei
più fresco di oggi! Ero preoccupato!" esclama Momo,
riprendendo a stritolarlo, ma almeno liberandogli gli occhi e
permettendogli di notare l'altro rosso alla sua destra.
"Buonasera."
mormora Rin, allungando le dita per spostargli i capelli dalla
fronte. "Ti senti meglio?"
Annuisce, lasciando
che si avvicini per baciarlo a lungo, salvo poi cacciare un grido
quando Momo lo morde. Sousuke scoppia a ridere, beccandosi un calcio
sotto le lenzuola, ma assistendo al battibecco successivo con un
sorriso.
"Soucchi,
proteggimi!" sbotta Momo, cercando di nascondersi sotto al suo
braccio.
"Sei stato tu a
mordermi!" protesta Rin, agitandosi per bloccare la sua fuga.
"Bah, eri tutto
concentrato a tubare con Soucchi, te lo meritavi!" è la
naturale risposta dell'altro, broncio incluso. Sousuke sa che
potrebbe guardarli battibeccare in eterno e non lo stancherebbero,
mal di testa martellante a parte, ma bacia quel broncio e subito si
sente attirato dall'altro, per sedare il finto litigio.
I due si ritirano da
una e l'altra parte del più grande, osservandosi con
circospezione.
Forse non funziona
per farli smettere, ma fa meraviglie per la sua preoccupazione e
quando sente una risatina quasi malefica provenire dal corridoio,
seguita dall'aggiungersi di un peso sul suo petto -l'autore della
risatina che ora si fa davvero malvagia- un altro, molto meno
piacevole, va' a sollevarsi dal cuore.
“Fuggiamo da
questi due, Sousuke-senpai.”
Il tono di Ai è
troppo serio per non farlo ridacchiare di nuovo, ma sono le
espressioni degli altri due, sinceramente preoccupate, a farlo
rilassare davvero.
“Andiamo in
Brasile, Ai-kun.” risponde, con cipiglio severo.
“Eeeeh? Non mi
piace il Brasile, Soucchi!” protesta Momo, il broncio di
ritorno.
“Nessuno ti ha
invitato!” esclama Rin, spingendolo via con la punta delle
dita. Momo, per vendetta, si lancia su Ai, schiacciando entrambi e
solo allora Rin ride, probabilmente per l'espressione sul viso del
ragazzo dai capelli grigi.
Momo fissa gli
altri, l'espressione adorabilmente confusa e Ai lo tira di nuovo nel
mucchio, il braccio di Sousuke che lo cinge e se lo porta addosso
insieme a Rin.
“Non andiamo
da nessuna parte, Momo.”
E, davvero, Sousuke
sa di non avere bisogno di muoversi da quel letto.
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