Non c'era fretta

di Lady Moony
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Terzo anno

 

 

Rose Weasley stava camminando a passo svelto lungo la banchina della stazione, spingendo il suo carrello pieno di strani libroni coperti di polvere e una gabbia in cui stava tentando di appisolarsi il povero Hugo, scosso dai movimenti bruschi della ragazzina; sì, aveva chiamato il suo gufo come suo fratello, il quale la stava seguendo con uno sguardo eccitato. Come il suo primo e secondo anno, anche quell'anno era in ritardo per la partenza del treno; a quanto le avevano raccontato, era tradizione per i Weasley arrivare in ritardo a qualunque evento importante, non che Rose ritenesse l'inizio dell'anno scolastico di tale importanza. Ed ora era lì, davanti a quel muro; corse verso di esso e serrò gli occhi un secondo prima di attraversarlo. Quando li riaprì vide il bellissimo espresso per Hogwarts che stava riempendosi sempre meno di gente, il che voleva dire che mancavano pochi minuti alla partenza.

«Rose!» la ragazzina si sentì chiamare da una voce maschile ormai inconfondibile. Il suo viso scattò verso essa e vide un ragazzino molto alto, biondo platino, che la stava salutando felice, sporto da una porta del treno ancora aperta. Rose lo salutò di rimando con altrettanta felicità.

«Allora io vado!» disse la ragazzina ai suoi genitori.

«Stiamo davvero per partire!» disse Hugo più emozionato che mai.

«Ahh, sta' zitto»

«Rose!» la riprese Hermione.

«Sì, sì, lo so: "Prenditi cura di lui"»

«Fate buon viaggio» disse Ronald appoggiando una mano sulla spalla di Hugo.

Dopo vari abbracci e raccomandazioni Rose si diresse contenta verso Scorpius Malfoy.

«Ehi Scorpius!»

«Sempre in ritardo, piccola Weasley, eh?»

«Devi smetterla di chiamarmi così, ti ricordo che abbiamo la stessa età!»

«Sarà, ma sei più bassa di un tappo»

«Spostati di qui prima che ti lanci una maledizione senza perdono!»

«Che paura!» disse Scorpius ironico.

I due ragazzini si diressero nel loro vagone da soli, mentre Hugo era andato insieme a Lily e Albus.

Rose si sedette di fronte a Scorpius, parlarono in continuazione di cosa avevano fatto durante l'estate e di cosa avrebbero voluto fare con l'altro se si fossero visti, senza contare che si divorarono quasi tutto il carello di dolci.

Dopo aver fatto il pieno di cioccorane e gelatine tutti i gusti + 1 Scorpius crollò in un sonno profondo. Rose non poté fare a meno d'incantarsi davanti a quel viso così beato e non si rese nemmeno conto di averlo guardato per una misura di tempo troppo prolungata; se ne accorse solo quando Scorpius si svegliò cogliendo Rose a guardarlo, al che la ragazzina distolse immediatamente lo sguardo dopo essere arrossita violentemente. Ma qualcosa che Rose aveva piacevolmente, doveva ammettere, notato, fu il sorriso di Scorpius non appena l'aveva colta sul fatto.





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