Uragano

di Sibilla Delfica
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Prologo



Il Mondo stava cambiando.

E purtroppo non solo quello.

Le emozioni scomparendo.

Quella felicità che vedevi brillare negli occhi dei bambini mentre correvano spensierati in un campo pieno di papaveri rosso rubino, si stava estinguendo come i dinosauri prima della scomparsa dell'uomo.

La Malinconia che rapiva l'anima quando un ricordo felice entrava furtivo e silenzioso nelle nostre menti, stava lasciando lo spazio al calcolo e alla freddezza.

La Tristezza che faceva disperare gli amanti lontani nelle notti buie stava scorrendo via con le loro lacrime.

La Paura irrazionale e paralizzante spariva nell'oscurità.

La Rabbia accecante si dissolveva nella nebbia.

L'Amore, quello che accendeva i cuori e le anime, quello che rendeva forti e sicuri di noi, Lui che era la chiave della vita correva via dal nostro Mondo veloce come la luce.

Il Potere, invece, si insinuava tra le strade come un serpente sibilante, si viveva solo per poterlo ottenere, ogni sensazione, emozione paragonata al potere era nulla.

Le tradizioni, le religioni, le lingue e la vita stessa venivano ricondotte al Potere. Diventò l'unico termine di paragone e i popoli lottarono per averlo tutto per sé.

Si doveva mantenere l'ordine questa fu la scusa, così crearono queste persone senza cuore e senza anima, così il Potere vinse, lasciando dietro una scia di niente, si perché quando i corpi venivano privati di emozioni e successivamente della capacità di pensare con la propria testa rimane il Nulla.






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