01. la città delle stelle
VIE DI FUGA
- 01.
La città delle stelle
- [adolescenza]
- E' come un disco d'argento
in mezzo al nulla. Stelle al neon sfolgorano su pinnacoli
vertiginosi, le strade come canyon incassate profondamente tra i
palazzi altissimi.
- La città è
verticale,
area, si slancia in ponti longilinei che balzano di torre in torre.
Ha radici profonde, le vie sono buie adombrate da chilometri di
avorio acciaio vetro che si arrampicano lassù in alto.
- La città è
deserta, un
silenzio si spande dal fondo delle sue strade; un ammonimento. Solo
un ronzio lento, di sottofondo, come di un grande ingranaggio.
- Se prova a contare tutti gli scalini che
conducono all'Osservatorio (la struttura centrale, la
più alta, quella a forma di esagono, bagnata di una luce
tanto cruda
da risultare abbagliante), ci impiegherà circa quindici
minuti,
attraversando le Gallerie, la Sala dei Trofei e degli Eroi, gli
Archi, il Giardino pensile eccetera fino alla Scala Infinita,
bianca stagliata contro l'abisso del cielo.
- Entrando nell'Osservatorio
ha ormai perso il conto, ma poco importa, perché sul
pavimento
lucido si riflettono tutte le stelle come fiori e lei respira piano
piano e i pensieri si sono fatti radi e la paura arcigna svapora
leggera dal suo corpo mentre si adagia al centro della stanza a
braccia spalancate.
- L'arco del cielo ruota lento
sopra di lei; lontano, sente il pulsare dell'ingranaggio,
è il
sangue sotto le palpebre chiuse, pensa.
- Il soffitto a cassettoni
sfarfalla per un paio di secondi quando Elsa apre gli occhi. La
cameretta è in penombra, gli angoli si sono tinti di blu.
- Il cuore batte quieto sotto
la giacchetta, non più dentro la gola assieme alla nausea.
Libera
lentamente una mano da sotto l'ascella per tastare le coperte:
bagnate, ma non ghiacciate.
- Elsa inspira forte fino a
sentire male , fino a che le lacrime non colano adagio la china delle
guance gelide.
*
- Sono troppo anziana per
soffermarmi in presentazioni, perciò dirò
solo:
- Lunga vita alla
Regina!
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