Il fronte occidentale

di Megan Alomon
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Rumore di passi
(il mare)
 
 
 
Rumore di passi.
Mi volto.
 
"Poeta, che fai qui?"
Il poeta sorride.
"Ho letto le tue lettere."
"Non so scrivere lettere."
"Imparerai."
Il poeta sorride.
"Sono tornata. Sono viva."
"Lo vedo."
Mi accarezza una guancia.
"La rosa è morta, poeta."
Il poeta non mi risponde, alza le spalle e sospira.
"Forse doveva andare così."
Annuisco. Gli metto una mano sulla spalla. "Poeta, volevo dirti che..."
"Lo so. Anche io."
Sorrido.
"Andiamo a casa." Gli dico, "Qui fuori fa freddo e io sono uscita senza nulla di un po' pesante addosso."
"Sei sbadata. E forse un po' pazza."
Rido.
 
La rosa è morta, è morta mia sorella, sono morte molte parti di me e sono morti i miei capelli lunghi.  Ma adesso sono sicura di una cosa: nulla è veramente andato perduto. Io ho trovato la vera me, la rosa ha trovato il coraggio di nascere e mia sorella, be', mia sorella ha trovato l'eternità degli eroi.
 
"Poeta,  non c'era nessuno dietro ai cannoni, dietro alle mitragliatrici. Cosa credi voglia dire?"
"Lo sai già."
Sorrido ancora.
 
 
 
 
"Verranno a prenderti e sarai a casa."
"Chi?"
"Il mare."
 
 
 
"Poeta, lo sapevi che i tuoi occhi hanno lo stesso colore del mare?"
 
 
 
 
 
 
 
 
---FINE---




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