Oltre...

di Rain e Ren
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Lo so che avevo gia postato questa storia, ma per alcuni dubbi che avevo a riguardo l’ho tolta…sapete com’è: non si sa mai

Lo so che avevo gia postato questa storia, ma per alcuni dubbi che avevo a riguardo l’ho tolta…sapete com’è: non si sa mai!!!! Ora però l’ho ricontrollata e posso affermare che non c’è niente che non va.

E quindi ve la riposto (tranquilli!!!! Non è cambiato nulla!!!!)

 

Sono tornata con un’altra ff di Vampire Knight, forse peggio della prima.

In questa storia…ci sarà un vero e proprio casino!

Ho fatto una confusione terribile con i nomi, le famiglie. Ho inventato personaggi un tantino assurdi e cambiato completamente altri.

Per aiutarvi a capirci almeno qualcosina da subito vi do un aiuto: entrerà in scena una nuova famiglia, assolutamente fuori dagli  schemi che è legata a…

Non ve lo dico.

Altrimenti rischio di rovinarvi la sorpresa, anche se leggendo il prologo qualcosa dovrebbe gia essere chiaro.

Ora vi lascio alla storia, ho gia cianciato troppo.

Buona lettura…Baci Baci…Rain!

 

 

Prologo.

A quel tempo…

 

Nevicava!

Prima piano e poi forte…

Prima il nevischio e poi la tormenta…

E mentre un candido strato ricopriva tutto, una donna soffriva nel mettere al mondo la sua bambina.

Urla di dolore e lacrime di sangue.

E poi il silenzio…il buio ed infine di nuovo la luce.

 

Riaprì piano gli occhi, la fronte ancora madida di sudore, il corpo dolorante a causa dello sforzo eccessivo.

Nel suo braccio era conficcato un ago da cui affluiva velocemente sangue.

- Una flebo?!- si chiese confusa mettendosi a sedere.

Era in una stanza bianca, sterile e dall’odore di medicinali; il letto morbido, le lenzuola immacolate, indossava un camice anch’esso bianco. L’unica cosa che le fece capire di essere ancora viva era la sacca di sangue che entrava nel suo corpo stanco e cercava di ridarle forza.

“ Ah, vedo con piacere che ti sei svegliata!”

Una  voce conosciuta, una voce amata e cercata: la voce di suo marito!

Dalla porta entrò un uomo alto, dall’aspetto forte e rassicurante.

Aveva i capelli castano scuro con i riflessi rossi, lisci e leggermente lunghi.

Gli occhi erano marrone scuro, tendenti al rosso scarlatto del sangue.

Indossava una paio di pantaloni neri e una camicia bianca.

“ Ta-Takeshi…” sussurrò vedendolo. “ Takeshi…cos’è successo? La bambina…le bambina come…?”

“ Sta bene, non preoccuparti.” La rassicurò avvicinandosi e poggiandole le mani sulle spalle, sdraiandola di nuovo sulle coperte linde. “ Tra poco la porteranno qui.”

“ E…come…com’è?” chiese ancora, non soddisfatta della risposta ricevuta.

Voleva sapere tutto sulla sua bambina, quella piccola creatura che sapeva sarebbe stata come lei ancora prima che vedesse la luce, ancora prima che venisse al mondo; quella sensazione nel suo petto, un fremito nel profondo dell’anima e del cuore, la consapevolezza che non era finita…che tutto sarebbe ricominciato ancora una volta…!

Ma stavolta No…non sarebbe stata lei a combattere!

I suoi occhi si velarono all’istante e una lacrima sfuggevole e dispettosa le rigò il viso a cuore per poi schiantarsi a terra.

Quanto dolore ancora…?!

“ Cosa c’è?” le chiese suo marito passandole un braccio intorno alle spalle e stringendola al petto dolcemente, cercando di darle una forza che sapeva di non possedere.

“ Ora toccherà a lei.” La sentì sussurrare flebilmente con voce rotta.

Il suo sguardo divenne serio all’improvviso, perdendo all’istante la dolcezza rivolta alla moglie.

“ Non è detto.” Le fece notare con voce calma ma che, nel profondo, nascondeva irrequietezza.

Lei scosse la testa, i lunghi capelli castano chiaro dai riflessi ramati ondeggiarono delicatamente sfiorandole le spalle fragili…un segno di resa che non le apparteneva.

Suo marito la fissò intensamente, la sua bellezza lo ammagliava tuttora ch’erano passati tanti anni.

I capelli di seta lucente dai riflessi magici.

Gli occhi…quei suoi meravigliosi e terribili occhi bianchi, bianchi come la neve che cadeva fitta fuori da quella stanza; come se fosse stata cieca, come se la luce non l’avesse mai vista…eppure lui sapeva che non era così. Di luce ne aveva vista tanta, e anche di tenebre…per questo erano così ipnotici?

Il corpo snello e longilineo, dalla linea sinuosa ed elegante; in apparenza così fragile…

Sua moglie era una donna bellissima, terribile nella sua bellezza!

Come un’eterna illusione, non era mai ciò che sembrava.

Fragile ma forte!

Gentile ma terribile!

Come fatta di cristallo, lucente e bellissimo, che al solo tocco la paura di romperlo t’invade…

Eppure lei non si rompeva.

Mai!

La porta si aprì cigolando piano e una donna dall’aria giovane fece in suo ingresso spingendo una culla in cui giaceva una bambina.

“ Signori Hiou, questa è la vostra bambina.” Sorrise dolcemente prendendo la piccola e mettendola in braccio alla madre che, al solo vederla, sembrò perdere tutta la preoccupazione; il padre che sorrise pieno di amore verso quella piccola creatura.

La moglie strinse la dolcemente bambina tra le braccia candide con la paura di romperla; suo marito l’ammirava accarezzando di tanto in tanto la testolina da cui spuntavano soffici capelli di un castano ramato.

“ Ha i tuoi capelli.” Notò sorridendo alla moglie.

E osservò le due, strette in un abbraccio senza fine, e si rese conto di essersi sbagliato.

Tutto, in quella bambina, rispecchiava la madre; come in una foto antica che non perde mai il suo splendore, le due sembravano essere fatte ad immagine dell’altra.

I lineamenti dolci, il viso a cuore, la pelle candida e…

La piccola aprì di scatto gli occhi, come accorgendosi di qualcosa che i genitori non erano in grado di sentire.

La madre chiuse i propri e scosse la testa mentre il marito la guardava confuso.

“ Perché fai così?” le chiese serio come poche volte lo era stato. “ Ha i tuoi occhi, non sei contenta?”

Una smorfia di dolore le contrasse il bel volto. “ Quegli occhi sono una maledizione.” Sussurrò stringendo più forte la figlia. “ La mia maledizione.”

Lui scosse la testa senza capire: a volte sua moglie sapeva davvero parlare per enigmi!

“ Che stai dicendo?”

“ Quegli occhi…chi li porta…la sua vita sarà segnata…” spiegò piena di un dolore che lui non era in grado di capire, nemmeno di immaginare. “ Lei sarà come me.” E abbassò lo sguardo su di lei, su quella bambina che aveva voluto testardamente, anche se i medici l’avevano avvisata del pericolo che correva.

Il marito osservò la figlia tra le braccia della moglie, cercava di cogliere quel qualcosa che la donna accanto a lui sembrava notare fin troppo apertamente; lui non ci vedeva nulla di strano, nessuna aura pericolosa, nessun senso di paura…niente di niente.

Sua moglie non staccava gli occhi di dosso alla figlia, consapevole che il marito non vedeva come lei, non vedeva quel che a lei era così chiaro.

- Capirai…capirai quando lei sarà come me…!-

Una frase, una premonizione che puntualmente si sarebbe avverata!

Nessun sbaglio, nessuna incertezza…

Quel fremito nel profondo dell’anima e del cuore, la consapevolezza accecante che non stava sbagliando.

E quegli occhi bianchi, i riflessi argentei, la luce misteriosa che emanavano.

Una maledizione da cui non c’è scampo.

Un destino avverso che non si può cambiare.

E il dolore, sempre quello, che pace non da.

- Sarai come me…- pensò la donna baciando la fronte della bambina. - Sei come me. Maledetta in eterno!-

E in quegli occhi bianchi, il Destino era ga scritto!

 

 

 

Come vi sembra?

L’inizio vi ha incuriosito almeno un pochino?

Spero proprio di si!

L’idea mi è venuta quasi per caso, dopo aver letto non so quale libro, e mentre cercavo di prendere sonno gia mi studiavo come iniziare questa storia, come farla sviluppare…

Ora la smetto di rompere (evvai ndVoi) e vi lascio in pace prima che mi linciate.

Baci baci…Rain.





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