PROLOGO
Forbici bucano con violenza la porta della mia stanza. Mi rannicchio in un angolo, spaventato, racchiudendo le mie gambe a conchiglia attorno alle mie braccia. I muri tremavano, come se accompagnassero i miei sospiri e i miei affanni. La lama affilata delle forbici violentava il legno d'ebano, da cui cominciò a sgorgare un rivolo di sangue, fino ad arrivare sino al pavimento, macchiandolo di rosso vivo. Le ante dell'armadio dei miei vestiti cominciarono a sbattere e a scricchiolare, mentre, rannicchiato inerme nel mio angolo, speravo che quella donna si riprendesse. Strinsi tra le nocche le mie forbici dalla punta arrotondata ed iniziai a preghiare, con gli occhi vitrei dal terrore.
Poi la porta si aprì, trascinandosi uno scricchiolio che rimbombò nella mia mente come se l'avessi già sentito... |