The girl who saw through appearances - La storia di Emiko Hoshino

di DenyTheOrder
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< < Emiko, sveglia o farai tardi il primo giorno di scuola! > >

< < … Arrivo mamma… > > con le palpebre pesanti e la vitalità di un bradipo in letargo, mi alzai dal letto; e non mi faccio tanti problemi a dirvi la verità, e cioè che non ero AFFATTO pronta ad affrontare il primo giorno di scuola dopo un lungo periodo di vacanza (anche se secondo il mio parere le vacanze non sono mai troppo lunghe).

Anzi, voglio premettervelo così ché non vi pentiate della vostra scelta di leggere questa storia: non userò mai giri di parole e descriverò la realtà in tutta la sua compiutezza e coerenza. Se state leggendo nella speranza di trovare una di quelle storie in cui la protagonista è una svampitella che s’innamora del primo ragazzo che le passa d’avanti, bhè, allora vi consiglio di cliccare sul pulsante “indietro” e scegliere un’altra storia da leggere.

Ritornando alla narrazione: raggiunsi il bagno a tentoni, trascinando i piedi. Dopo essermi rifrescata grazie ad una doccia rilassante, indossai l’uniforme della scuola. Quest’ultima consisteva in una minigonna verde a vita alta ed una maglia a maniche lunghe bianca, più corta della gonna che portava all’altezza del collo un nodo rosso collegato ad una specie di copri spalle verde a strisce bianche (non sono molto brava con le descrizioni, quindi se volete vedere l’uniforme di Emiko cercate su internet l’immagine dell’uniforme di Kagome poiché è la stessa).

Dopo aver fatto colazione con latte e biscotti uscii nel cortile e montai in sella alla mia bicicletta.

Ah! Mi sono dimenticata di dirvi che ho un nome giapponese poiché mia madre lo è, mentre mio padre è italiano; quindi, riesco a parlare sia giapponese che italiano abbastanza correttamente. Ho trascorso i primi anni della mia vita in Italia, ma dai 4 anni in poi ho vissuto in Giappone.
Ora ho 15 anni e vivo in una modesta casetta in montagna con mia madre e sto per iniziare il mio primo anno al liceo. Fortunatamente anche la mia migliore amica, Kagome Higurashi, frequenta i miei stessi corsi.
A causa di una forte influenza, però, non ho potuto iniziare il liceo puntualmente ed ora eccomi qua, con due settimane di ritardo ed una giustifica per l’assenza causata dalla mia salute cagionevole. No, sul serio. Sono un soggetto molto sfortunato: durante l’estate ho avuto il raffreddore per una settimana e sono dovuta stare a letto per 5 giorni a causa di un insolazione. Diciamo che se stessi bene per più di 20 giorni sarebbe un miracolo.

Comunque, tornando alle mie strampalate avventure, ero finalmente arrivata a scuola dopo un lungo tratto tortuoso in bici. Una volta entrata nell’aula tutto il mondo sembrò fermarsi per qualche secondo. L’intera classe era a bocca aperta e non riuscivo minimamente a capirne il perché. Sarà stato il colore insolito dei miei capelli, o i miei brillanti occhi color smeraldo, ma la classe continuava a guardarmi come fossi un'aliena.

< < Sono la vostra nuova compagna di classe, Emiko Hoshino. Piacere di fare la vostra conoscenza. > > Dissi, decidendo di spezzare il silenzio, rivolgendo ai miei nuovi compagni un ampio sorriso. Ero già in ritardo di 2 settimane e certo non volevo fare una brutta figura per non essermi presentata formalmente alla classe.

< < Certo Hoshino, grazie per la tua presentazione. Ora và a sederti all’ultimo banco accanto alla finestra e poi apri il libro di testo a pagina 37. > >

Feci come mi venne detto e salutai con un cenno della mano Kagome che stava cercando in tutti i modi di attrarre la mia attenzione. Dopo aver ricambiato il saluto, si voltò e incominciò a scrivere qualcosa su un foglietto di carta che poi mi venne passato tramite altre due ragazze. Diceva:

 ‘ Oggi pomeriggio ti va di uscire ?‘

Certo :) Scrissi sullo stesso foglio e lo rinviai al mittente. Così quel pomeriggio, dopo le lezioni, andammo a fare compere per la città assieme ad altre tre amiche di Kagome: Ayumi, Eri e Yuka . Erano tutte molto simpatiche e mi fece piacere rivedere Kagome dopo tutto quel tempo;

Quella sera tornai a casa stremata e fui felice di immergermi tra le lenzuola del mio letto, pronta per entrare nel mondo dei sogni. 




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