Salve. Eccomi a trattare questa categoria per la prima volta. In attesa che venga betata la mia long fiction su QAF, finalmente terminata ( Alleluja!) mi sono divertita a cimentarmi in questa serie di one shot ognuna ispirata a un episodio che mi ha colpito più di altri. Comincio con la prima puntata e il POV è quello di Brian, ma ci tengo a precisare che le shot non seguiranno uno stretto ordine cronologico e che potrei prendere in considerazione qualche altro personaggio, anche se Brian si presta meglio per un'analisi introspettiva, visto che è quello che parla relativamente meno. Alcuni fatti accennati o narrati sono di mia invenzione, quindi se ad un certo punto le cose non vi tornano non è colpa mia ma della mia mente malata.
Queer as folk e i suoi personaggi appartengono alla Showtime, tutto quello che faccio lo faccio per passione e la sottoscritta non ci guadagna un euro. I versi alla fine della storia sono tratti dalla canzone "You think you're man". Qualcuno di buon cuore può dirmi chi è l'autore originale che non sono riuscita a capirlo? Grazie!
AND THAT'S WHEN IT HAPPENED
(101)
Ecco
quando è successo
Ecco
quando arrivò lui
Quest'anno
è iniziato male e non può che concludersi nel peggiore
dei modi. Due cose stanno per sconvolgere la mia vita, splendente e
spensierata. Lindsay mi renderà padre a giorni e come se non
bastasse entrerò a far parte della categoria dei morti
viventi. I trent'anni sono alle porte e questo pensiero è
ormai diventato un chiodo fisso nella mia testa tanto che né
scopate astronomiche e né tonnellate di pillole magiche
sarebbero in grado di scacciarlo. Ho cominciato anche ad annoiarmi,
non della mia vita ma di tutto ciò che ne fa parte. E'
la fine che si avvicina.
Sto
per montare in auto per dare un passaggio a Michael ed Emmett fino a
casa quando un tipo mai visto prima ci viene incontro dall'altra
parte della strada. Ecco sopraggiungere la soluzione. Carne fresca.
Mi
scopro eccitato di nuovo come se il pompino di pochi minuti prima in
darkroom non fosse stato altro che un misero spuntino. Mi colpisce
quel suo modo di incedere svogliato e quel suo atteggiarsi a padrone
del mondo mentre si rilassa pigramente contro un palo di cemento.
Ti
sbagli, bello! Sono io il padrone del mondo. A
me non resta altro che farglielo sapere.
Mi
avvicino alla mia preda e solo allora faccio caso alla sua
giovanissima età. Non può avere più di
diciott'anni. Troppo giovane per i miei standard, troppo basso,
troppo esile, troppo biondo. Eppure mi ritrovo più eccitato di
prima, ancor di più dopo aver scambiato con lui sì e no
quattro chiacchiere.
Qualcosa
di lui mi attrae come una calamita, devo scoprire solo cosa.
Lo porto a casa. E' un novellino, Cristo Santo. Glielo si legge in faccia, da come si muove nel mio appartamento, dalle cazzate che dice, da come sembra pietrificato di fronte al mio corpo nudo e alla
mia erezione. Sono certo che entro pochi secondi fuggirà spaventato per le scale senza chiudere neppure la porta dietro di sé.
Invece si toglie la giacca e si fa avanti.
Ecco,
bravo...così si fa.
Il
bimbo vuole giocare. Ebbene, dovrà giocare secondo le regole
di Brian Kinney. Sarò io a condurre, come sempre, e poi sarà
tutto in discesa.
Un
po' troppo facile, mi viene da aggiungere, ma se lui è
stato capace di eccitarmi con la sua aria da bravo studentello, io
per parte mia gli regalerò una notte che non scorderà
per tutti i suoi anni a venire.
Mi
chiedo come sia stata la mia prima volta? Stento a ricordarla.
Ricordo però che per i giorni immediatamente successivi
pensavo spesso a lui, all'uomo che mi aveva insegnato tutto
quello che avrei dovuto sapere sul sesso, a come era sentirlo dentro
di me, a come era il suo viso quando è venuto. La storia di
sesso più lunga che abbia mai avuto, ovviamente finita come
finiscono tutte le storie.
Puoi
vedermi nei tuoi sogni.
Cazzate.
L'ho
odiato, non perché mi abbia buttato via come un fazzoletto
usato, ma perché mi ha trattato né più e né
meno alla stregua di un moccioso, e d'altronde lo ero,
perlomeno anagraficamente.
Non
ho avuto mai nessuna intenzione di sognarlo, né di pensarci a
lungo.
Però
una cosa l'ho capita grazie a lui. Da quella volta non ho mai
più permesso a nessuno di fottermi, in ogni senso. Perché
essere inculati è come ricevere un marchio. E io non ho
bisogno di essere marchiato, né di ricordare.
La
mia nuova vita iniziò in quel momento esatto.
E
adesso, a distanza di quindici anni, questo ragazzino disteso sotto
di me e che sembra già trovarsi in paradiso solo con un
lavoretto di mano, capirà le medesime cose.
Diventerà
un uomo questa sera stessa.
Grazie a me.
You think you're a man but
you're only a boy You think you're a man you are only a toy.
you think you're a man but you just couldn't see You were
not man enough to satisfy me
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