May
I have this dance?
Il mio nome è Cato.
E sto per contravvenire
a tutte le leggi non scritte del mio Distretto.
Attraverso a passo deciso la grande piazza in cui, tra pochi minuti,
avrà inizio la Mietitura.
Al mio passaggio, gli altri ragazzi si spostano, gli occhi bassi,
l’ammirazione stampata sul volto.
Nel Distretto 2, la Mietitura è quasi una cerimonia sacra.
Fin da piccoli, ci prepariamo per i Giochi nel Ginnasio (₁) e, ogni
anno, i nostri allenatori selezionano il ragazzo e la ragazza meglio
addestrati, quelli con più
possibilità di vincere, che dovranno offrirsi
volontari come tributi durante la Mietitura.
Neanche a dirlo, l’essere selezionato è un
grandissimo onore.
È una sorta di premio per il nostro duro allenamento, una
possibilità che ci viene riconosciuta per conquistare la
gloria e la fama: non a caso, nel Distretto 2, molte delle
personalità più influenti sono proprio ex tributi.
È l’unica ambizione della nostra vita, il
traguardo a cui tutti puntiamo.
Nessuno ha mai rifiutato questo riconoscimento. Fino ad oggi.
Mi avvicino al palco, il mio atteggiamento spavaldo e sprezzante non
è altro che una misera copertura: dentro di me, sto
annegando nel caos.
Come potrei spiegare alla gente del mio Distretto che ho intenzione di
rifiutare la possibilità di diventare un tributo, quando
chiunque, in questa piazza, mi considera una specie di prescelto?
Come posso affrontare i miei genitori, sapendo di averli delusi in
questo modo?
Cerco con lo sguardo lei, la causa di
tutto.
La trovo subito, la riconoscerei tra mille.
Sicura di sé, portamento glaciale, si guarda intorno come se
fosse superiore a chiunque altro.
Gli occhi verdi sono ardenti, bruciano come stelle.
So che è al sicuro: è ancora troppo piccola per
essere selezionata dagli allenatori, per quanto sia già
un’abilissima lanciatrice di coltelli.
Il suo sguardo, per un attimo, sfiora il mio. Un sorrisetto beffardo le
illumina il viso.
La scelta tra lei ed il mio onore non mi è mai parsa tanto
semplice.
Ho già scelto, me ne rendo conto solo adesso.
Una donna di Capitol City sale sul palco, il volto pallido e truccato
di azzurro, i vistosi capelli blu notte acconciati in maniera
elaborata, e si avvicina al microfono, sfoggiando un sorriso a
trentadue denti.
La cerimonia della Mietitura ha inizio.
Dopo che il tributo femminile si sarà offerto volontario,
toccherà a me assumere il ruolo che mi è stato
assegnato all’interno di questa farsa.
La donna di Capitol City si avvicinerà alla boccia di vetro
contenente i nomi dei ragazzi e si fermerà, aspettando che
qualcuno si offra volontario, ormai abituata alle meccaniche del nostro
Distretto.
Beh, stavolta non
andrà così. E sono
quasi eccitato all’idea.
Lei si scosta i lunghi capelli neri dal volto, in un gesto meccanico
che le vedo fare sempre quand’è nervosa. Vorrei
urlarle di stare tranquilla, perché, tra pochi minuti,
saremo insieme.
“Prima le signore” trilla la presentatrice,
avvicinandosi alla prima boccia di vetro.
“Mi offro volontaria come tributo”
Il tono è secco, infastidito, come a voler sbrigare il prima
possibile quella formalità.
Il mio cuore manca un battito, mi vergogno ad ammetterlo.
Chiudo gli occhi e imploro che sia un brutto sogno, dal quale presto mi
sveglierò.
Cerco di capire cosa abbia spinto gli allenatori a selezionare una
ragazzina come tributo, ma la risposta non è difficile da
indovinare: lei è forte, forse più di me,
perché non ha esitato un attimo a offrirsi volontaria.
Clove avanza sicura verso il palco, sorridendo con noncuranza. Non è mai stata
così bella.
“Molto bene, cara, qual è il tuo nome?”
le domanda la presentatrice, artigliandole la spalla e conducendola al
centro del palco.
“Clove.”
Si esibisce in un sorriso angelico, a beneficio della folla, il suo
sguardo mi trova e si incatena al mio.
E’ una sorta di invito, mi rendo conto.
Signorina, mi concede
questo ballo?
A dire il vero, sono io
che ti sto invitando, stupido.
Non ha importanza.
Sorrido.
Prima ancora che la presentatrice possa avvicinarsi alla seconda
boccia, faccio un passo avanti.
E mi rendo conto che, fino a quel momento, non avevo ancora trovato un
motivo per battermi nell’Arena. Non mi interessa la gloria,
è alquanto sopravvalutata.
“Mi offro volontario come tributo”
Io ti
proteggerò, Clove.
(₁) Ginnasio: centro
di addestramento per i tributi dei Distretti 1, 2 e 4. La parola
Ginnasio deriva dal latino gymnasium, termine a sua volta derivante dal
greco, che significa “allenare, esercitare”.
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