The Great escatw
I
The Great E-Skate makes the Great Escape
Piccola Legenda
introduttiva:
Arancione:pensieri
di Kim
Blu:pensieri
di Karen
Corsivo:canzoni.
Buona lettura!
“Mi pareva di avervi chiesto di suonarla un’ottava
più alta! Altrimenti non valorizziamo la mia voce!”
“Ma se l’abbiamo sempre fatta
così?”
“Beh c’è aria di cambiamento!”
Karen e Kim sbuffarono: l’ennesima litigata dei
“The great e-skate” stava avendo inizio.
“va bene, va bene!Basta che ci sbrighiamo!”
sbottò
Kim roteando gli occhi, mentre tirava fuori la chitarra dal fodero.
Erano arrivati con 10 minuti di ritardo e ancora non si erano decisi ad
abbandonare le quinte.; una scena che si era ripetuta sempre con
più frequenza durante gli ultimi mesi: dopo il periodo di
incredibile affiatamento dovuto all’entusiasmo da
novità
(glie e-skate erano tutti alla loro prima “esperienza
musicale”), le cose avevano gradualmente preso una piega
negativa:
Melissa, la giovane ed attraente cantante del gruppo, era purtroppo ben
consapevole delle sue discrete doti canore e non c’era
occasione
in cui riuscisse ad evitare la messa in mostra.
Mirco e Fabio, d’altro canto essendo adolescenti dagli ormoni
in
subbuglio, l’assecondavano in tutto e per tutto nella
speranza di
ottenere anche solo uno sguardo tutto per loro.
E Karen e Kim che ruolo giocavano in tutto questo? Beh loro erano
lì per una propria scelta ovviamente. Erano state loro a
trovare
il nome della Band, e sempre loro si erano occupate di tutte le
questioni più irritanti, ma estremamente necessarie come i
volantini pubblicitari e l’aggiornamento del myspace.
“così non funziona…”
mormorò Karen girando con attenzione una manopola del suo
basso lucido.
Kim fece spallucce.
“forse non hai inserito il jack..”
“Ma no scema, sto parlando della
band…” Kim scoppiò a ridere.
“e dillo prima!” esclamò dandole uno
scappellotto sul braccio. Dopodichè tornò seria.
“che dici se facciamo quest’audizione e poi leviamo
le tende?”
“Dico che lo dici sempre…”
“Lo so, ma questa volta è per davvero!”
“Siete pronte?” Mirco fece ingresso nel backstage
con un
sorriso a 32 denti dipinto in viso. Sulla sua guancia le due ragazze
rilevarono tracce di rossetto quasi sicuramente provenienti dalle
labbra di Melissa.
“No!” esclamarono all’unisono.
“Ma non è che abbiamo
scelta…” presero i loro
strumenti e lasciarono le quinte abbandonando il povero Mirco.
Il Pub nel quale si sarebbero svolte le audizioni (il che era il motivo
per cui si trovavano lì)era un locale vecchio stile, non
troppo
grande ma accogliente.
Era semi-deserto; cosa piuttosto inconsueta per un venerdì
sera.
“Meglio così” pensò Karen
prendendo posto sul palco.
“Non siamo ancora pronti per il grande pubblico”.
“Nome?” domandò il padrone del Pub
appena li vide
salire sul palco. Era un tipetto dall’aria furba e in quel
momento li stava osservando da sotto la montatura di occhialetti alla
Elton John.
“Siamo i The Great E-Skate” esclamò
energicamente Melissa con la sua vocina civettuola.
Scosse la liscia chioma bionda di lato e i suoi occhioni verdi
brillarono: a Kim ricordò molto il principe azzurro di
“Shrek”.
“E suoniamo punk-rock…”
“Ma sei scema?” l’esclamazione
uscì della
bocca di Karen e Kim un po’ più forte di come
l’avevano immaginata. Il gestore del pub le
osservò
incuriosito. L’occhiata malefica di Melissa non
passò
inosservata.
“Kary,Kim, quante volte ve lo devo ripetere?è vero
che noi
suoniamo anche cose un po’ moscette…Ma in genere
facciamo
punk-rock..prendi i Vanilla per esempio…”
“I Vanilla sky sono tanto punk quanto il mio pastore
tedesco…” osservò Karen appoggiando il
mento al
basso.
Il barista osservò il gruppo interdetto.
“Sembrate un gruppo .. emh.. Molto
affiatato…”
“Oh, sì certo!” rispose Kim
con voce sarcastica.
“Infatti, da quando suono con questi qui, mi sento sempre il
fiato sul collo…” aggiunse a bassa voce.
“Allora, vogliamo cominciare?” domandò
Melissa che iniziava a sentirsi ignorata.
“Do io il tempo!”
“Ah davvero?e com’è
soleggiato o nuvoloso?” esclamò Kim
sorridente.
Uno dei pochi clienti presenti, abbozzò una risatina.
Melissa si voltò verso Kim e la squadrò con
un’occhiata di sufficienza.
“Vedi di non alzare un po’ troppo la cresta,
tesoro…Cerca di ricordare che il capo non sei tu!”
“Perché dovrei abbassare la cresta?Siamo un gruppo
punk no? ….Tesoro?”
Karen non riuscì a trattenere anche lei una risatina.
Melissa finse di non aver sentito (beh doveva avere le orecchie
parecchio otturate) e si voltò.
“Incominciamo allora…Cinque, sei, sette e
otto…”
La musica partì. Le luci in sala si spensero.
Il locale era avvolto da un’atmosfera decisamente rilassante.
La
canzone (una cover melodica di Umbrella) era rilassante. Karen e Kim
NON erano rilassate.
You have my heart, and we'll
never be a world apart
Maybe in magazines, but
you'll still be my star
Ma
perchè sono qui?Come mai ci è venuto in mente di
unirci
ad un gruppo di bambini stupidi che danno retta solo a sé
stessi? E Melissa, poi? Non la reggo, è inutile. Questa
è
stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e questa è
decisamente l’ultima volta che suono con loro.. O meglio, per
loro….
Baby cause in the Dark, You
can`t see a shiny Car
And that's when you need
me there
With you I'll always share
Non
ha senso stare qui… Sentendomi costretta a fare quello che
amo,
tutto perde il suo valore. La musica si sta trasformando in un circolo
vizioso e io non voglio questo… Perché la musica
è
un modo di esprimersi… è uno stile di vita, non
solo un
mezzo come un altro per rendersi noti, per uscire là fuori e
diventare qualcuno. La musica è un qualcosa che ti devi
sentire
dentro… E dentro di me una cosa è certa: non
voglio
appartenere ad un qualcosa, dove l’unica cosa di cui
avrò
un bel ricordo è il nome. Ho deciso… Basta con i
Great
E-Skate…Questa volta per davvero.
Because
When the sun shines
We’ll shine
together
Told you I'll be here
forever
said I'll always be your
friend
Took an oath Imma stick
it out 'till the end
Chissà
se Karen sta avendo gli stessi miei pensieri…A giudicare da
come
sta suonando, direi che abbiamo in mente la stessa identica cosa.
Ebbene, ci leveremo dai casini assieme, qualunque cosa
succederà…Però che palle questa
canzone!
Now that it's raining more than
ever
Know that
we`ll still have each other
You can stand
under my Umbrella
You can stand
under my Umbrella
So
che se deciderò di andarmene, Kim verrà con me.
Dopotutto
ci siamo ficcate in questa situazione assieme e sono sicura che ne
usciremo altrettanto unite. Poco importa se andandocene ci ritroveremo
al punto di partenza…Certo che questa canzone sta prendendo
una
piega decisamente nauseante…
Ella ella eh eh eh
Under my umbrella
Ella ella eh eh eh
Under my umbrella
Ella ella eh eh eh
Under my umbrella
Ella ella eh eh eh eh eh
eh
Karen guardò Kim. Kim guardò Karen. E
all’istante capirono ciò avevano intenzione di
fare.
Non appena ci fu uno stacco di strumentale, Karen improvvisò
un
assolo di basso e Kim la seguì a ruota con la sua chitarra.
Non
era nei programmi, ovviamente. Ma per la prima volta si stavano
divertendo.
“Ragazze piantatela!Così rovinate la canzone!
“Non me ne frega un cazzo!” Fu
l’aggressiva risposta
di Kim. Era decisamente partita in quarta e non si sarebbe fermata
tanto facilmente.
“E poi..stiamo andando a tempo!”
continuò Karen
sorridendo. Si sentiva libera, tutto qui. Nessuna costrizione assurda,
solo musica… La sua passione… Era così
che sarebbe
dovuto essere.
Dopo questo piccolo cambiamento di programma, Karen e Kim decisero di
tornare ad attenersi alla versione originale e terminarono la canzone
come previsto.
A esibizione completata, parecchie persone del pubblico applaudirono,
compreso il padrone del pub. Ma non sembrava molto convinto.. Semmai
divertito.
“Non male,davvero…” borbottò
facendo pressione sulla stanghetta dell’occhiale.
“Ma decisamente…Non posso prendervi.. Insomma,
sembrate
avere parecchie questioni in sospeso fra di voi e… Non
è
così che si comporta un gruppo…Una band prima di
tutto… Ma lavorateci su, eh? Presentatevi la prossima volta
dopo
che avrete superato le vostre..emh..divergenze, chiamiamole
così, e forse ci sarà una possibilità
per i Great
Escape….è tutto!”
Battè due volte le mani e si alzò, subito imitato
da un altro paio di clienti.
“Siamo i The Great E-Skate..” lo corresse Kim a
bassa voce,
mentre i compagni incominciavano a ritirare l’attrezzatura.
“Eravamo..”ribattè Kary, sistemando la
custodia del suo basso elettrico sulle spalle.
“Io mollo…”
“Sono con te…” continuò Kim
sorridendo convinta.
“Ma come mollate?” esclamò Fabio
inseguendole per il palco.
“Ma sì, lasciale andare Fa…”
borbottò Melissa, avvolgendo il microfono nella plastica.
“Ce ne troveremo altre…”
“Perfetto, arrangiatevi… Ma fareste meglio a
cambiare il nome alla band.. The Great E-Skate è
nostro.”
“Ah, mi sta bene… Tanto quel nome non mi
è mai piaciuto.. Lo trovo completamente fuori
luogo..”
Karen e Kim inarcarono le sopracciglia.
“Ciao eh?” esclamò Kim prima di voltarsi.
“Buona fortuna..” aggiunse Karen imitando
l’amica.
Afferrarono le loro cose ed uscirono a passo svelto dal locale.
“Aaaah era ora!” esclamò Kim una volta
fuori, facendo una piroetta e sorridendo serena.
“Ahy, cacchio!” esclamò dopo essersi
lasciata cadere sul muretto.
“Lo sai… I muretti sono fatti di
pietra… E la pietra è DURA!” la
rimbeccò Karen.
“...Kary..Non ti senti… Leggera?”
Kary diniego col capo.
“…è che mi scappa la
pipì!!”
Kim scoppiò a ridere.
“Signorine, signorine?” Un uomo si stava
avvicinando a loro
a gran velocità: era il cliente che aveva riso della battuta
di
Kim.
“Che diavolo vuole?” sussurrò la ragazza
a Karen.
“Sii?” domandò poi con espressione
disinvolta.
L’uomo le raggiunse e si fermò per riprendere
fiato e
sistemarsi la cravatta: era di bell’aspetto sui
quarant’anni, impeccabilmente vestito.
“Scusate se ho il fiatone..” mormorò.
“Vi ho inseguite sin dall’ingresso del pub. Avete
il passo svelto eh?”
Karen e Kim sorrisero.
“sì, beh, avevamo fretta di andare
via…”
scrutarono l’uomo con curiosità e sospetto. Che
diavolo
poteva volere da loro?
“Mi presento… Sono Jefferey D. Dunham…
J.D.D… questo è il mio biglietto da
visita.”
Così dicendo, porse a Kim un foglietto di carta plastificato.
“Sono il fondatore di un’accademia estiva di
musica, la Dunham Summer Accademy”
Karen non riusciva a capire.
“Ebbene?” Kim le tirò una gomitata.
“Shhh!” sussurrò. Dunham
continuò.
“è un accademia piuttosto recente situata nel
centro di
Roma. È una buona scuola. E non lo dico solo
perché
l’ho fatta costruire io.”
“Sinceramente.. Non l’ho mai sentita
nominare.” Borbottò Kim.
“è una scuola privata. Noi tentiamo di mantenerla
nell’anonimato per quanto possibile. Ma a Roma è
discretamente conosciuta.”
“Non la seguo signore… Se è una scuola
privata che
deve rimanere conosciuta… Perché ne sta parlando
a
noi?”
Dunham incrociò le lunghe dita abbronzate.
“Fra qualche giorno ci saranno le audizioni per la borsa di
studio. Si terranno al Teatro Regio di Torino. I criteri di
valutazione, certo sono piuttosto insoliti. Ma voi mi sembrate
possedere le qualità adatte. Dovreste fare un
tentativo.”
“Noi?” Karen lo guardò confusa.
“Perché no? Siete creative e dotate di un buon
senso
dell’umorismo; due doti essenziali per un’artista
di
prim’ordine.”
“sì, ma…”
“Le audizioni si svolgeranno lunedì dalle 15.30
alle
19.00. Le discipline che vengono insegnate alla Dunham sono molte, vi
consiglio di consultare il sito dell’accademia. Alle
audizioni
dite che vi ho mandato io…”
“Ma, signor Dun..”
“E mostrate loro il biglietto!Devo andare, scusare!”
Strinse loro la mano frettolosamente ed attraversò la strada.
Karen e Kim rimasero in silenzio per qualche istante incantate a
fissare l’ombra di Dunham che si dileguava; che fosse stato
tutto
uno strano sogno?
“Dunque?” domandò infine Karen
sconcertata.
Kim si rigirò il biglietto fra le mani.
“..beneficiario dell’istituto Dunham Summer
Accademy…” lesse.
“Diceva che è una scuola
d’arte…”
“Io non so disegnare!” scherzò Karen
prendendole il biglietto dalle mani.
“musica arte e spettacolo…”
mormorò soprappensiero.
“Che si fa?” Kim si strinse nelle spalle.
“Che ne dici se andiamo a dare un’occhiata al
sito?” rispose infine.
*
“Sembra davvero interessante…”
constatò la madre di Kim facendo scorrere le rotellina del
mouse.
“Mmmh non saprei…Nel senso… Non ci
prenderanno mai…”
“Secondo me dovremo provarci!” esclamò
Kim.
“Mah non so… Magari è tutta una
bufala..”
“però dovremo provarci..”
“e se…”
“Credo che dovreste provarci!” intervenne la mamma
di Kim.
“Ma allora ditelo che vi siete messe
d’accordo!” esclamò Karen esasperata.
Poi però sorrise.
“E va bene, ci andremo… Che giorno sono
già le audizioni?”
“Lunedì… Dalle tre alle
sette… Che fortuna… Non vi perdereste neanche a
scuola…”
Kim assunse un espressione angelica.
“mammina, ci accompagneresti tu a Torino, per
favore??”
“No, mi sa che dovrete arrangiarvi…
Lunedì lavoro…”
“Ok, mi sa che ci toccherà prendere il
treno…” constatò Kim.
“No dai prendiamo l’aereo!”
“Già peccato che l’unico aeroporto nelle
vicinanze sia a Torino…”
“Un elicottero?”
“No..”
“il paracadute?”
“Soffro di vertigini!”
“In bicicletta?”
“Ma sei scema?”
“E va bene, in monopattino..”
“Ma piantala!” Kim afferrò un cuscino e
lo
tirò all’amica che si nascose dietro alla
scrivania del
computer.
“Non vale!!Quello è territorio sacro!!”
esclamò l’altra.
“Allora, che si fa?” domandò Karen
uscendo dall’angolo ed accoccolandosi sulla poltrona.
“Non ne ho idea…Tu che proponi?”.
“Non saprei… Sul sito internet non c’era
nulla a proposito…”
“Penso che stia a noi decidere…”
“Ho capito, ma non esisterà alcun tipo di
criterio? Voglio
dire se noi avessimo intenzione di suonare l’Aida in pigiama
con
la cornamusa e a canone con Kyla*, ci sarebbe permesso?”
“Perché no? Dunham non diceva che un
buon’artista deve essere creativo?”
L’espressione di Karen si sarebbe potuta benissimo
tradurre con: -_________-“
“Ok, ok, scegliamo una canzone..”
assentì Kim.
“I puffi!!” esclamò l’amica.
“Perché non cantate qualcosa della
Nannini?” commentò scherzosamente la mamma di Kim.
“Beh, Kyla potrebbe cimentarsi con gli acuti!” La
ragazza imbracciò la sua chitarra.
“Kary, che ne dici se facciamo Your love is a lie?”
“C’è una parolaccia in mezzo, e visto il
tipo di scuola,meglio di no..”
“Mmmh..Victims of love?”
“E come facciamo a suonarla in acustico?”
“Senti, perché non improvvisiamo??”
Kary la guardò storto.
Kim sbuffò.
“Oh, non lo so accidenti….” Prese un
plettro ed incominciò ad arpeggiare un motivetto.
Prima che entrambe avessero il tempo di accorgersene, stavano
canticchiando.
Paper bags and plastic cars
All are belonging to
shopping cars
It’s good
bye…But we got one more…”
“Kim!”
“Kary!”
“Kim!”
“Che c’è??”
“Che cos’è che stai suonando?”
“La chitarra!” Karen incenerì
l’amica con lo sguardo.
“Kiiiiim!!”
“Che c’è?Che cos’è
che sto suonando?”
“The great escape!!”
Kim riprese ad arpeggiare.
“Ma certo!Mi era venuto un vuoto!Non riuscivo a ricordare il
nome… Beh sarebbe perfetta per le audizioni!”
La grande fuga… Quale canzone avrebbe potuto starci meglio?
Una
fuga dal passato, una fuga dal presente…Una fuga nel
futuro…
“è la versione acustica giusto?”
“Pensi di riuscire a rimediare le note per il
basso?”
“Credo di sì… Dopo d tutto
c’è ancora un bel po’ di tempo, ce la
possiamo fare.”
Kim lanciò il biglietto plastificato nelle mani
dell’amica.
“Due giorni Kary…” esclamò
lasciandosi cadere sul letto.
“Abbiamo solo due giorni…”
*
“Da questa parte!!!!Forza sbrigati!”
“Sto facendo più in fretta che posso!!Guarda che
Emo
pesa” Emo era il basso di Kary…Strano nome per un
basso,
ma gliel’aveva affibbiato quando aveva incominciato a notare
che
moltissimi bassisti portavano la frangetta asimmetrica. La nuova moda
“emo” per l’appunto.
Varcarono il portone d’ingresso del teatro e incominciarono a
correre per i vari corridoi, finchè non raggiunsero le
quinte.
Una ragazza stava uscendo proprio in quel momento.
“Buona fortuna!” si limitò a dire loro
in tono non
del tutto amichevole. Afferrò la custodia rigida di una
chitarra
ed uscì.
I lunghi capelli chiarissimi le rimbalzarono sulle spalle un paio di
volte.
“Però che tipo..” commentò
Kim, facendo ingresso sul palco.
Tre persone, erano sedute ad un tavolo in prima fila. Due uomini (uno
dei quali, un poì più anziano degli altri, pareva
essere
il preside) e una donna.
A parte a loro, la sala era completamente vuota.
“Siamo ancora in tempo?” domandò Karen.
Aveva ancora
un po’ di fiatone. Kim controllò
l’orologio:
mancavano ancora dieci minuti.
“Appena in tempo, oserei dire!” esclamò
il “capo” dei tre con un sorriso benevolo.
Le due sospirarono.
“Meno male…Vede il fatto è
che… Abbiamo
perso il treno.. Allora abbiamo chiesto a suo fratello di accompagnarci
con la macchina… Ma poi ha incominciato a
piovere… Lui si
è perso.. Poi ci siamo perse noi... Un tipo ci ha fermate
per
uno strano sondaggio e non riuscivamo a scrollarcelo di dosso, e
finalmente..siamo qui!” Kim disse tutto questo quasi senza
prendere fiato.
“Una storia interessante…”
mormorò il “capo” accarezzandosi il
mento.
“Mi potreste dire il vostro nome?”
“Io sono Karen e lei è
Kimberly…Cioè lei
è Karen e io sono Kimberly.” Borbottò
Kim dandosi
silenziosamente della scema.
“Siete straniere, care?” domandò
l’uomo alla destra del “capo”
controllandosi le unghie.
Karen e Kim si scambiarono un’occhiata inarcando le
sopracciglia.
“Beh, ci siamo trasferite qui dall’Inghilterra
quando
eravamo molto piccole. I nostri papà lavoravano e lavorano
alla
stessa ditta, quindi siamo cresciute praticamente assieme. Ad ogni modo
siamo italiane a tutti gli effetti.”
“Capisco, capisco…E ditemi… In che modo
siete
venute a conoscenza dell’esistenza di una certa Dunham Summer
Accademy?”
“Il signor Dunham ce ne ha parlato e così abbiamo
consultato il sito… Vede,l’abbiamo incontrato
all’uscita di un locale e lui ci ha consigliato di venire
qui. Ha
detto anche di mostrarvi questo…”
Esclamò Kim tirando fuori dalla tasca il biglietto
da visita e porgendolo al “capo”.
“Oh, perfetto perfetto!” esclamò lui
battendo una volta le mani.
“Karen e Kim giusto?Beh sarebbe corretto che ci presentassimo
anche noi a questo punto. Io sono Gerald Bash, il preside della Dunham
Summer Accademy, mentre loro sono Roberta Corvi ed Antony Sharman, due
membri del corpo insegnanti delegati di quest’anno per la
visione
delle audizioni.” Karen e Kim annuirono cortesemente.
“Bene!Arriviamo al dunque!Avete portato qualcosa da
mostrarci?”
“Beh, noi in effetti…”
“Qualcuno ha delle domande da fare?Roberta?Sherman?”
L’uomo alla sinistra di Bash alzò la mano.
“Vorrei sapere… Dove avete preso quei
pantaloni?”
Le due ragazze si lanciarono un’occhiata disorientate.
“..Nell’armadio?”
“Avete anche delle giacche intonate?”
“Sherman!Per favore..” lo ammonì Roberta.
“..E poi Sherman, che io sappia…I capi
d’abbigliamento hanno una voce
terribile…” aggiunse Bash.
“Tranne i mocassini!Io adoro i mocassini!”
“Sì, hanno un bel suono!”
“Signori,signori, vogliamo tornare
all’audizione?”
domandò Roberta sorridendo. Kary notò che
sorrideva
spesso. Ed aveva un’aria comprensiva ed incoraggiante. Doveva
essere una brava insegnante.
“Avete altre domande da fare?” chiese ancora.
Bash si toccò la punta del naso.
“certo che sì Roberta, ma c’è
sempre tempo
per le domande. È arrivato il momento dello show!”
Kim incominciò a sentire una leggera fitta al ventre.
“Kary, ho mal di pancia…” si
lamentò.
L’altra annuì.
“Anch’io… Cerca di non pensarci e
andrà tutto bene. Poi si rivolse agli esaminatori.
“Non avevamo idea di che tipo di audizione avremo dovuto
sostenere. Perciò abbiamo preparato solo una canzone. Non
è niente di che, ma quello che dice è molto
importante
per noi…”
“S’intitola “the Great escape”
e questo
è un riadattamento acustico della canzone. Kary, se vuoi
incominciare…”
Karen inspirò profondamente. Dopodichè chiuse gli
occhi
ed immaginò di essere sola nella penombra di quel gigantesco
teatro. Nessun’altro la stava
guardando..C’era solo
lei..
“..5,6,7 e 8…” le prime note
gravi si
diffusero nella sala. Le vibrazioni si insinuarono fino alla gola dello
stomaco della ragazza e quasi le parve di tremare con loro. E poi la
chitarra si fuse al basso e la canzone prese vita.
“Ora sbaglio, ora sbaglio..” incominciò
a pensare
Kim innervosita: erano tre giorni che sbagliava l’attacco
iniziale ed era convinta che quella volta non sarebbe andata
meglio.
Invece tutto filò liscio.. Nonostante le sue mani
tremassero, lo
stomaco le lanciasse segnali di aiuto e il suo cuore battesse
all’impazzata come durante uno di quei terribili compiti in
classe di tedesco, le note riprodotte dalla sua meravigliosa chitarra
acustica erano limpide e chiare.
Incominciarono a cantare e prima che Karen e Kim avessero il
tempo di accorgersene, erano arrivare al ritornello.
Throw
it away
Forget yesterday
We'll make the great escape
We won't hear a word they say
They don't know us anyway
Il bello di cantare una canzone a cui tieni particolarmente
è la
sensazione di benessere che ne trai e l’emozione che
trasmetti
sia agli altri che a te stesso. Karen e Kim non volevano e non dovevano
sbagliare, eppure ad un certo punto, smisero di controllare ogni minimo
accordo, ogni sfumatura, ogni singola nota; si lasciarono andare.. Si
concentrarono non sulle semplici parole, ma su ciò che quel
testo significava per loro, E l’agitazione rese ancora
più
grande la sensazione di attaccamento a quelle note. In quel frangente
più che mai, sentirono imminente il bisogno di una grande
fuga… Un immensa voglia di libertà...E di
musica…
Watch it burn
Let it die..
Cuz we are finally free
Tonight
La canzone terminò con un magico Do arpeggiato per mano di
Kim.
Quando anche le ultime note si furono volatilizzate, un leggero
applauso si librò nell’aria.
“Non male ragazze… Bella
interpretazione..”
“Sapete controllare bene i vostri strumenti..”
“è la vostra posizione predefinita?” fu
la criptica domanda di Bash.
“Intendo dire… Avete sempre suonato quegli
strumenti?Sono
quelli che apprezzate di più?Non c’è
n’è nessun altro che vi stuzzica”
“Beh sì, cioè no…
Cioè.. Vede
io ho incominciato con il pianoforte… E poi ho preso lezioni
di
chitarra… Ma continuano a piacermi entrambi in egual
modo…” spiegò Kim.
“Per me invece il discorso è diverso..”
disse invece Karen.
“Vede signore, più che lo strumento, è
la musica
stessa che mi appassiona. Per questo non riesco mai a trovare una
singola cosa che mi colpisca e mi appassioni. Ho suonato il piano per
un paio di anni. Prendevo lezioni, ma arrivai ad un certo punto che non
ce la facevo più a leggere spartiti. Sei mesi fa,quasi per
gioco, ho incominciato a strimpellare la chitarra e adesso non potrei
mai farne a meno. Poi è stata la volta del basso, e tra una
cosa
e l’altra ho incominciato anche con la batteria.”
“Sei un’autodidatta insomma..”
“Beh, sì, ma non per mia
scelta…”
“Capisco… E che mi dite del canto? Mi pare che ve
la caviate piuttosto bene..” li interruppe Roberta.
Le ragazze si guardarono e fecero spallucce.
“Beh, non abbiamo mai preso lezioni, ma ci
piacerebbe..”
Spiegò Kim.
“Forse è la cosa che mi interessa più
di tutte..” aggiunse Karen.
“Cantare…Non so, lo trovo il miglior modo in cui
una persona si possa esprimere..”
Bash annuì.
“Certo certo, sono d’accordo con te..Io amo
cantare!Ad ogni
modo alla Dunham Accademy, abbiamo un’insegnante molto
competente
in quel campo..La signorina Reece”
“Sally è davvero deliziosa!” Aggiunse
l’uomo chiamato Sherman.
“Dovete sapere ragazze, che i corsi musicali alla Dunham si
dividono in due grandi filoni..” lo interruppe Roberta..
“La parte classica e la parte moderna.. Oltre ovviamente alle
varie materie obbligatorie e valide per entrambe le parti; voi due
verso che genere di musica sareste più orientate?”
“Mmmh..” Kim consultò il suo cervellino
per qualche istante.
“Penso più verso la classica..” rispose
infine.
“In fondo è il genere base per i tipi di strumento
che mi
piacerebbe imparare a suonare… Ma non mi dispiacerebbe
imparare
anche qualcosa di più moderno…”
“Perfetto Kimberly. E tu Karen?”
“Io punterei sul moderno… Ho sempre preferito quel
genere
musicale e in particolare lo trovo più adatto a
me…”
“Oh molto bene, avete le idee ben chiare!E per quanto
concerne le
altre discipline?Danza, teatro?Avete mai fatto qualcosa del
genere?” chiese sempre Roberta con un tono di voce gentile.
“Ho frequentato diversi corsi di danza da piccola, ma
è da
molto tempo che ho smesso di eseguire piroette e gran
jetè…” esclamò Kim
sorridendo.
“Io invece ho cominciato hip hop da poco… Non sono
un gran
che, ma mi piace veramente molto. Ogni singola mossa mi dona
un’energia incredibile.. Per quanto riguarda il
teatro…Beh
a parte qualche poesiola qua e là…Non ho mai
fatto niente
del genere..”
“stessa cosa vale per me..” aggiunse Kim.
“Beh, c’è sempre tempo per
imparare!” esclamò Bash sorridendo benevolo.
”Un’ultima domanda, se non vi
dispiace…Quali sono i vostri progetti per il
futuro?”
Kary scrollò le spalle.
“Non ne ho davvero idea… O per lo meno…
Non ho
un’idea che si possa definire normale… La mia vita
al
momento ruota intorno alla musica, ma so che non sarà mai
ciò che farò per vivere. Mi piacerebbe scrivere
per il
cinema, ma è molto complicato trovare lavoro in quel
campo…”
“Io vorrei fare la tecnica di
laboratorio…” esclamò decisa Kim.
“Deve essere un bel lavoro.. Me ne hanno parlato bene..
Sarà un po’ difficile i primi tempi, dato che
avrò
molto a che fare con la chimica e in classe ne abbiamo parlato
pochissimo..Ma se mi impegnerò potrei anche farcela ed
è
così che ho intenzione di fare..”
“Perfetto perfetto!” Bash si alzò,
subito imitato da Roberta.
“Audizione conclusa. è stato un piacere Kimberly e
Karen.
I risultati delle audizioni dovrebbero essere pronti entro un mese..
Nel caso verrete scelte, troverete tutto il necessario nella
le…”
“ Aspetta Gerald!Ho un’ultima domanda!”
“Oh Sherman, non di nuovo quella domanda, ti prego!”
“No ti prego caro, credo che queste due giovincelle sapranno
darmi la risposta giusta!”
Karen e Kim si lanciarono un’occhiata incuriosita: che
diavolo di
domanda avrebbero dovuto aspettarsi?Sherman si alzò in
piedi,
permettendo alle due ragazze di riuscire a vedere i suoi stravaganti
abiti. Era decisamente un tipo fuori dal normale.
“Beh la domanda è molto semplice confettini:
Secondo voi..
In un incontro di pugilato fra Mike Tyson e Paris Hilton, chi
risulterebbe vincitore?”
“Paris Hilton!” esclamarono entrambe le ragazze
all’istante.
“Per un paio di semplici ragioni:
1)Paris ha i tacchi a spillo e devono fare molto molto male se rifilati
nella stomaco di qualcuno.
2) Il cagnolino di Paris potrebbe rivelarsi ben più di
quello che sembra!”
3) Ammesso che quell’oca di Paris non abbia le
potenzialità per battere Tyson.. Beh allora basterebbe che
chiamasse il paparino e mi creda.. non penso che Tyson voglia mettersi
contro il signor Hilton…”
“ehy c’è ancora un altro
punto!” esclamò infine Kim
“Benji Madden la salverà dalle terribili grinfie
di Tyson…”
“W Benji!” esclamò Karen scoppiando a
ridere.
“Risposta esatta!!!” esclamò Sherman
battendo le
mani soddisfatto,mentre Roberta tratteneva a stento una
risata.
“Ora siete ufficialmente congedate!”
“è giunto il momento di tornare alla nostra cara
Roma” esclamò il preside Bash afferrando la giacca
e
dirigendosi verso l’uscita.
“Buona fortuna KeK!” i tre insegnanti abbandonarono
la
sala, lasciando le due ragazze sole con i propri pensieri ed i propri
strumenti.”
“KeK…Non è mica male come soprannome
eh?” mormorò Karen grattandosi il mento.
“E anche questa è passata!”
assentì Kim con lo sguardo immerso nel vuoto.
“Sarà andata bene?”
“Beh.. Al signor Sherman siamo piaciute
credo…”
“Quello dei pantaloni?”
“Sì…Non ti è sembrato..Sai
no..”
“Gay?”
“Io lo trovo simpaticissimo!”
“Sì quoto.. E il preside allora?Fa delle battute
troppo forti!
“E Roberta è così
dolce…”
“Già e…Oh oh.. Kary?”
“Sì Kim?”
“Lo sai che ore sono?”
“No, ma suppongo sia tardi.. Che ore sono?”
“Tardi!”
“Lo immaginavo!”
“Forza corri o perderemo il treno!!”
“Eheheh!Emo allacciati le cinture di sicurezza.:Stazione di
Porta Susa stiamo arrivandoooo!”
*
“Apri prima tu..”
“No, col cavolo…”
“Io non apro per prima..”
“E se la aprissimo assieme?”
“Non è originale,fanno così in tutti i
film..”
“Kary?”
“Che c’è?”
“Aprila e basta!”
“Ok…Allora al mio 3: 1…2…3!
Nello stesso momento ad otto km di distanza l’una
dall’altra, due ragazze stavano realizzando un sogno. Ed
è
lì che incominciò la loro avventura: da quella
busta…
“Oh-Mio-Dio..”
“L’hai aperta?”
“Secondo te?”
“Oh-Mio-Dio!”
“Non mi fare il verso!”
“Kary mi hanno preso!Mi hanno preso!”
“Kimy Mi hanno preso!”
“E poi sono io quella che fa il verso??”
L’estate che susseguì quella telefonata fu
un’estate
magica all’insegna della musica e dell’avventura.
Beh e
dell’amore.
Un’estate che Karen e Kim non dimenticheranno mai.
Un' estate alla Dunham Summer Accademy.
N.D.A.
Ed
eccoci
qui…A parlare con voi…Il primo capitolo
è
finalmente completo ed io quasi non ci credo..Non pensavo saremmo mai
riuscite a concludere qualcosa!
Vedete
noi siamo fatte così:
Karen
e Kim, Kim e Karen.
1
ne pensano 100.000 ne fanno e non ne portano mai a termine una.
Beh…
So che questo è solo l’inizio, ma è
già qualcosa accidenti.
E
spero tanto che questa storiella senza pretese vi piaccia.
Qui
dentro ci sono i nostri sogni, le nostre speranze, ma
Il
tutto è incorniciato dalla vita di tutti i giorni.
Perché
noi siamo così.. Ne più né meno
Di
quello che avete trovato di fronte agli occhi.
E
la Dunham
Summer Accademy aprirà le porte anche a voi se solo lo
vorrete…Basterà inserire questo racconto nei
preferiti e
continuare a leggere.
E
certo, ci farebbe piacere anche un piccolo
Commentino
da ciascuno di voi, giusto per
Renderci
conto se ci considerate delle pazze scatenate o se
Magari
vi somigliamo!
Un
saluto ed un abbraccio per ora!
Con
affetto
Karen&Kim
P.S.
Jeff Dunham esiste davvero. È un famoso ventriloquo
americano
davvero divertentissimo. I suoi sketch sono talmente simpatici che
abbiamo deciso di intitolare la scuola a lui.
P.P.S. Essendo un
racconto che vortica perennemente attorno alla musica, ci saranno
spesso citazioni tratte da brani musicali. Ve le riporteremo a
piè di pagina, nel caso vi verrà voglia di
ascoltarle.
In questo capitolo:
Umbrella dei Plain
Withe T’s (è una cover)
The Great Escape
dei Boys Like Girls
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