Every Breath You Take

di PandaCho
(/viewuser.php?uid=73223)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


nb. a libera interpretazione.
sono abbastanza in vena di cose a caso in questo periodo, coff
.


 

Nomini il mio nome.
Io nomino il tuo tra una frase e l'altra tanto che non ne sono nemmeno sicuro di farlo ..per quanto sia pieno, al sicuro, caldo di te.
Sono quei “Dio Steve, sei bellissimo” di cui non mi chiedo il motivo e nemmeno tu lo fai.
Semplicemente inspiri le mie parole come fai con l'aria, sospiri e giù nel tuo corpo.
Come se nulla ti bastasse di me.
Come se ne volessi ancora e ancora ma non chiedi. Aspetti nei miei silenzi, nei momenti in cui sai potarmi altrove.
E tu stai sempre lì, aspetti paziente. Occhi blu in un mondo colato di nero.
E poi lo fai – respiri.
Mi respiri.


Dio.
Mi hai sempre aspettato.
L'hai fatto senza chiedere se mi andasse bene, se anche a te andasse bene.
Il ghiaccio e l'oceano sopra di te, un cielo impenetrabile senza nuvole né luce.
Almeno hai avuto la fortuna di dormire, nell'attesa.
Io no.
Allora ero io ad aspettarti, ma non lo sapevo nonostante fossi lì che attendevo che qualcuno potesse raccogliermi.
Raccogliere i miei sospiri, le mie mani in altre mani, i miei sguardi affinché potessero perdersi e specchiarsi in altri.
Aprivo la bocca e avevo solo la mancanza di qualcosa che quietavo con parole, troppe parole.
Quel qualcosa eri tu.
Tu, semplicemente.


Ed allora bevimi, assaggiami, respirami finché puoi.
Perché forse per qualcuno, per destino, ci siamo incontrati.
Ora siamo noi.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2838368