Fandom:
Doctor Who
(Serie Classica)
Rating:
Verde
Personaggi/Pairing:
Romana II,
K-9, Fourth Doctor e
Adric
Tipologia: FlashFic
Genere:
Family
Fluff
Avvertimenti:
Cronologicamente
posto tra State Of
Decay e Warriors' Gate.
Disclaimer:
Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò
che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente
storia, non mi appartengono.
ADRIC,
WHERE ARE YOU?
Il
Dottore uscì fischiettando dalla biblioteca della TARDIS con
un
pesante volumone sottobraccio, rilegato e apparentemente molto
vecchio, diretto verso la sala di controllo, sicuro di trovarci il
più giovane dei suoi compagni di viaggio.
“Ad
Adric piacerà tantissimo!” decise tra
sé e sé, stringendo la
costa del volume tra le dita: “Sapevo che doveva essere da
qualche
parte, era il libro di analisi trigonometrica dei flussi temporali
che avevo in Accademia!” esclamò, raggiungendo
infine la stanza.
Che
però era deserta.
Con
aria pensierosa e confusa, il Dottore si guardò attorno ma
niente,
la sala comandi era proprio vuota, il pannello ronzava pigramente e
lo schermo segnalava l'inserimento dell'autopilota.
Dove
diavolo potevano essere finiti tutti?
“Romana!
K-9! Adric!” gridò al nulla.
Il
Dottore tornò infine sui propri passi e bussò
alla porta di Romana,
ma dall'interno giunse solo la voce attutita di K-9 che computava
qualcosa e quella più irritata della Time Lady che gli
intimava di
sparire.
Oh
beh, due almeno li aveva trovati...
Ma
dove era finito quel benedetto ragazzino?
Ancora
più confuso, si diresse quindi verso la stanza di Adric,
trovandola
però vuota e, come al solito, in disordine, con pile e pile
di fogli
pieni di calcoli complicatissimi che però strapparono un
sorriso
orgoglioso al Dottore.
Era
veramente geniale.
“Ah,
ma che devo fare con te?!” borbottò tra
sé e sé, cominciava a
preoccuparsi: benchè sapesse che fuori dal TARDIS non poteva
essere
andato, non aveva però la minima idea di dove cercarlo.
C'era
la possibilità di dover vagabondare per ore, se non per
giorni,
mesi...
Sarebbero
potuti anche morire di fame nel mentre.
Tentò
con un altro paio di porte ma senza successo, da quelle parti
–
molto poco utilizzate – faceva anche freddo e, per un
momento, il
Dottore desiderò riavere la sua sciarpa ma anche quella era
sparita
da qualche ora.
Chissà
dove l'aveva lasciata...
“No,
prima Adric, poi la sciarpa!” si disse, imponendosi la linea
d'azione.
Stava
ormai disperando di ritrovarlo con le proprie forze, e al contempo
meditando sul come strappare K-9 dalle grinfie di Romana per farsi
aiutare, quando udì distintamente una strana musica
provenire da un
misterioso corridoio laterale.
Con
ancora il libro sottobraccio e il cappellaccio calato saldamente in
testa, aprì la porta da cui sentiva provenire più
forte la melodia.
E
ciò che vide nella penombra gli strappò un
sorriso.
Con
la compagnia di una vecchia radio recuperata non ricordava
più dove
– sospettava durante una vecchia visita ad un grazioso
paesino
tedesco tutto montagne e neve -, Adric dormiva profondamente su di un
logoro tappeto e ravvolto dalla sua sciarpa: lunga e arrotolata,
avvolgeva il ragazzo come una morbida coperta.
Il
Dottore non aveva cuore di svegliarlo.
Con
estrema cautela, gli si avvicinò, rimboccandogli la sciarpa
fino al
collo, e depositò il libro accanto alla sua testa spettinata.
“Dormi
bene, Adric...” gli sussurrò, accarezzandogli i
capelli.
Poi
uscì nel corridoio e prese a chiamare a gran voce Romana: il
loro
viaggio doveva continuare.
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