Tonight, Not Again

di Fireflie
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Beta: Eowie
Disclaimer: Personaggi tratti dal manga di Takehiko Inoue; nessun riferimento a fatti o a persone realmente esistenti, bla bla, non c’è niente di mio, e non traggo alcun guadagno dalla pubblicazione di questa storia.
Note: • Fic un po' vecchiotta e mai postata. Di recente mi sono rifissata con Slam Dunk e in particolare con questa ship (che è palesemente il mio OTP, ormai è sicuro), quindi mi sono detta: perché non caricarla? :)
• Titolo ad cazzum preso non mi ricordo dove.





Tonight, Not Again



Riavere indietro Hisashi non è affatto come Tetsuo se lo era aspettato: è una persona diversa, ora, anche se sembra lo stesso di tre anni fa, solo senza tutta la rabbia e l’odio e il rancore che si portava dietro e che sembravano inghiottire qualsiasi cosa toccasse.

Così, adesso, le sere estive trascorse in giro a zonzo per le strade di Kanagawa sono momenti tranquilli, quasi seri. Parlano poco e mai del basket o del futuro, perché paiono questioni talmente lontane e distanti da indurli a pensare che sia persino inutile soffermarcisi sopra.

«Ho trovato lavoro», annuncia il ragazzo, durante una di quelle uscite.
«Ah sì?», replica l’altro, che ormai non è più un ragazzo da lungo tempo. Dà una boccata dalla sigaretta e poi resta in attesa.
«Sì», conferma Mitsui, guardandolo di sottecchi, quasi si aspettasse una qualche reazione.

L’uomo si limita a fissare davanti a sé, continuando ad aspirare il fumo, un tiro dopo l’altro.

«È uno schifo di lavoro come meccanico, giù all’officina del quinto blocco», riprende il più giovane, «nulla di che, insomma. Ed è part-time, quindi…». Quindi niente, non ha il coraggio di affermare che potrebbero anche continuare a vedersi.
«Quindi?», chiede Tetsuo, dopo aver gettato il mozzicone a terra ed essersi voltato verso di lui.

Negli attimi di silenzio che li circondano, l’uomo si ritrova a riflettere su quella situazione assurda. Chiunque li vedesse ora, seduti fianco a fianco, penserebbe a due randagi incapaci di mettere insieme due parole di fila e dare nome ai sentimenti.
Lui non è così, invece, lui se l’è sempre cavata, è solo che quel ragazzino gli crea uno scompenso dentro, come se stesse cercando di correre dietro al vento.

«Quindi?», domanda nuovamente e, questa volta, Hisashi lo guarda dritto negli occhi e gli offre quel ghigno storto che ha sempre scandito il tempo trascorso insieme.
E tanto basta.




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