Skjøre

di Sottopelle
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In uno scontrarsi d'ossa già spezzate:
i corvi s'alzeranno in volo ancora.
E torneranno le maree,
a baciare le caviglie nostre,
bianche di tremori.
Debole:
t'abbracci stretto,
coi respiri ancora freschi d'incubi,
non chiedi rassicurazione dalle labbra mie,
avide di voce.
La mia voce.
Ma che non si dica che
io sia forte:
tremo allo stesso modo tuo.
Tu colpivi a mani nude,
estraneo ai tuoi stessi
tentativi d'impormi strade migliori,
nonostante io cercassi sempre
d'andare nella direzione
opposta alla tua.
Mi pesava la
tua compassione nei
miei confronti.
E ha scavato nella
mia anima un vuoto che
la distanza tra noi
non poteva colmare.
Ho fatto dell'inchiostro la mia lama.
E t'ho colpito più volte,
nella speranza di
vederti finalmente cadere a
terra morente,
con negl'occhi ancora
un sussurro:
"Non cambierai così, le cose."
Ma invano.
Che io t'ho deluso.
Più volte.
Ma ancora mi guardi con lo stesso affetto di ieri.
E ti deluderó.
Come sempre.
E ancora mi sorriderai con la dolcezza di oggi.
Ancora mi porgi la mano
affinché io mi rialzi quando
t'ho sempre fatto cadere,
pur di poter essere almeno
una volta io a doverti
guardare con pietà.
Eppure,
tu ancora metteresti la mano
- già usionata -
sul fuoco,
per me,
a sancire patti che
non manterró mai.
E il fuoco brucia,
questo lo hai imparato a tue spese.
Il tradimento,
però,
arde ancora di più.
Ma nonostante le tue ferite
tardino a rimarginare,
ancora rischieresti.
E guarderesti le mie mani colpevoli,
e le stringeresti con le tue,
calde a causa dei miei sbagli volontari.
"Dopotutto non sei così fragile".


Agerath
 
 




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