As the first time

di Stilistire
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Capitolo 12
Le parole feriscono.


- Sono una grandissima cretina. - dissi con una mano sulla fronte e il telefono poggiato in un orecchio, pentendomi di ciò che avevo detto o fatto la sera prima. Davide non riusciva a sentirmi, ero in bagno. Ero nel suo bagno. Lui dormiva ancora beato, dopo la gran bevuta di ieri non poteva fare altrimenti. 

- Cosa hai combinato per telefonarmi alle 10 di domenica mattina e soprattutto dopo avermi abbandonato alla festa? Mi hai fatto preoccupare un casino! - Miriam aveva un tono quasi incavolato. Dopo minimo 10 telefonate che mi aveva fatto senza risposta, visto che non le avevo sentite, gli lasciai un messaggio dicendo "Non preoccuparti, sono a casa" senza specificare quale casa. 

- Sono da Davide, Miriam. - dissi quasi sussurrando.
- Cosa? Parla più forte! - avevo sempre dubidato che avesse un problemino a recepire le cose importarti al primo avviso..
- Sono da Davide! Sono a casa sua! Ho dormito nel suo letto..- risposi alzando il tono di voce, forse anche troppo.
- Cosa? Ma come..? Avete di nuovo fatto l'amore? - 
- No... ho solo dormito da lui, dopo averlo portato a casa.- spiegai.
- Ahia.. iniziano i casini! - disse scherzando, anche se c'era davvero poco da sorridere.
- Eh..? -
- Beh..non avete fatto l'amore..che avrete passato la notte a farvi le coccole come i cinquantenni? - disse lei, mettendosi a ridere. SERIETÀ! Almeno Miriam, cavolo!
- Ma smettila...devo andare a casa, ti racconto meglio dopo.. - 
- Okay capo..ciao! - mi salutò e riattacai.

Ritornai in camera sua e la percorsi in punta di piedi per non svegliarlo. Mi chinai per raccogliere le scarpe e lo sentii mugolare. Era mezzo coperto e mezzo scoperto, una gamba spuntava fuori da sotto le coperte, come il suo petto che rimaneva nudo. Sarebbe morto di freddo, se in quella casa le temperature del riscaldamento non fossero state così alte. 

- Dai ritorna a letto..- ma che è matto? Davvero vuole fare il cinquantenne? Le parole di Miriam ormai mi ballano in testa.
Rimasi un po' a terra, per prendere coraggio e riacquistare contegno.
- Devo andare a casa. - risposi io. 
Sarà stato pur ubriaco, ma non potrei mai dimenticare la sua lingua sulla bocca di un'altra, quando è proprio lui che fa il moralista per un mio amico. 
- Chi devi andar a salutare il tuo nuovo BoyFriend? - lo disse con un aria talmente da sbruffone che lo avrei preso a calci.
- Sei geloso per caso? - mi alzai e iniziai a fissarlo con un sopracciglio alzato. 
- Io geloso? Mi fai ridere! Poi non ricordo assolutamente niente di ieri o di ciò che ho detto o fatto, quindi almeno che non abbiamo scopato.. - si fermò e controllò sotto il lenzulo - e non mi sembra, dimentica tutto. - in un primo momento sbiancai, ma non potevo essere debole, almeno non questa volta.
Quella parole mi ferirono. Aver creduto almeno per degli attimi che in quel momento in cui mi aveva confessato il suo amore fosse serio, per poi scoprire che non ricordava proprio nulla...beh, fa davvero schifo. 

- Sai che c'è? Dovremmo prenderci una bella pausa. Chiudere certi buchi..- non usai il doppio senso a caso, questa volta.
- Vuoi mettere in Time-Out la nostra scopamicizia? - chiese preoccupato, come se gli dispiacesse.
- Non ti fai problemi a centrare bocche di altre con la tua lingua, non credo che avrai problemi a trovare nuovi buchi..- dissi con nonchalanche e con un tono abbastanza arrogante, che io stessa facevo fatica a riconoscermi così coraggiosa. 
- Vediamo se riesci a starmi lontano, allora! - e rise, ma i suoi occhi erano terribilmente maliziosi... e belli. La sua era una sfida. Ma in un certo senso sapevo già di aver perso in partenza. Io non provavo solo attrazione fisica verso lui, purtroppo.
Presi un bel respiro, posai le decolletè per terra e mi avvicinai verso lui, ancora a letto e sollevato sui gomiti.
- Che vinca il migliore.- dissi posandogli un bacio sulla fronte, strategia perfetta per far capitare le mie gemelle proprio davanti ai suoi occhi.  Vestito scollato, ti ringrazio!
Sussultò e poi si schiarì la voce, ma non disse niente. Le parole gli erano morte in gola.

E invece io avevo una terribile voglia di vincere, almeno questa volta, almeno contro lui. 





SPAZIO AUTRICE:
Mi scuso per il ritardo, e ringrazio chi è stato capace di aspettarmi. Avevo scritto questo capitolo tempo fa, poi per un motivo o per un altro non lo avevo più pubblicato. È corto e anche abbastanza insignificatante, non mi piace molto. L'ironia nei miei capitoli - come nella mia vita - direi che non manca mai, quindi spero l'apprezzerete. 
Buona lettura, alla prossima.
Stilistire




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