Castelli

di La Mutaforma
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Per risparmiare spazio, un letto a castello. Per una casa che non era una reggia. 
Il fatto che i letti dei poveri fossero “letti a castello” lo riempiva di dubbi.
Lui dormiva sopra. Far dormire Nageki nel letto basso gli era sembrata un'idea più ragionevole.
Era notte. Forse le 2, magari più tardi. Il prossimo acquisto in lista era un orologio.
Hitori si arrampicò sul suo castello, oltrepassando vestiti dismessi che aveva lasciato lì quella stessa mattina. Si lasciò cadere con un tonfo sordo sul materasso, ma aveva ancora gli occhi aperti.
Tra la stanchezza e la preoccupazione ogni notte si dipingeva sul bianco soffitto un ricordo, ogni volta diverso. E rivedeva il suo castello, il suo vero castello, dove tutti i bambini senza nessuno erano al sicuro. Niente torri di avvistamento, niente mobili preziosi.
Era il loro castello.

E adesso era vuoto. Un pezzo di antichità che male si adeguava al presente. 
Si chiese se anche Nageki lo ricordasse, se ci pensasse, al loro castello. Un castello modesto, di piccole dimensioni, perché i suoi piccoli abitanti non occupassero troppo spazio.  





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