Salve a tutti! Io mi chiamo Francesca! “Ma a noi cosa importa?” Vi
chiederete. Beh, dovrebbe importarvi invece, e tra un po' capirete
il perché. Sono qui per raccontarvi come la mia vita è cambiata in
modo radicale.
Tutto iniziò da un giorno qualsiasi, ero appena uscita da scuola,
abbastanza velocemente dato che non volevo incontrare il
compagno con cui stavo discutendo a causa del suo ego
smisurato. Pioveva, ed avevo lasciato l'ombrello a casa, ma era
meglio così. Amavo ed amo ancora camminare sotto la pioggia,
mi fa sentire libera! Presi un tramezzino da dentro lo zaino, quel
giorno sarebbe stato il mio pranzo e non avevo alcuna intenzione
di aspettare per mangiarlo.
-Prosciutto cotto e maionese! Non c'è nulla di più buono al
mondo!- Esclamai, sapendo di trovarmi sola in quella strada
isolata che mia madre mi aveva raccomandata di non prendere.
Amavo il silenzio, e poi di lì ci ero passata così tante volte ormai.
“Non può succedermi nulla.” Pensavo sbagliandomi, non rifletti
mai sulle conseguenze delle tue azioni finché non si verificano.
Mentre mangiavo il mio amato tramezzino qualcuno da dietro mi
trascinò in un vicolo e mi coprì la bocca sporcandosi la mano di
maionese, mentre io ridevo di gusto vedendo la faccia schifata
dell'uomo appena accortosi di avere la mano sporca. Era un uomo
alto, sulla ventina. I capelli erano biondi ma tutti pieni di gel.
Sembrava robusto, ed indossava semplici jeans neri ed una
maglia del medesimo colore.
-Ma cosa... che schifo! Dammi tutti i tuoi soldi e non gridare!-
Esclamò mettendomi un po’ di timore addosso ma lasciandomi
comunque indifferente nonostante il coltello che mi puntava
contro.
-Allora... tu sei un ladro, con un coltello... che chiede ad una
ragazzina di 13 anni con solo uno zaino dei soldi! Insomma
perché io dovrei portarmi dei soldi appresso andando a scuola!
Comunque chi vuoi che mi senta gridare in questa strada desolata?- Dissi, lasciandolo sorpreso e non poco della mia
risposta -Dunque non sei qui per dei soldi! Nessun ladro è così
stupido! Quindi che vuoi da me?-
Non so se era più strana la faccia del rapinatore che era tipo "Ora
ti ammazzo..." Oppure i miei pensieri, che nonostante sapessi che
non poteva derubarmi dato che oltre al mio tramezzino non avevo
nulla avevo comunque paura di che altro avesse potuto volere da
me. Comunque nell'attesa e nel silenzio tirai un morso al mio
tramezzino.
-Ne vuoi un po’?- Dissi cercando di essere il più calma e
amichevole possibile.
-Ma non hai paura di me? Davvero sono così innocuo ai tuoi occhi
dopo averti tirata a forza in un vicolo buio?- Disse, facendomi
pensare un attimo sulla risposta da dare.
-Dovrei avere paura?-
-Ho un coltello. Ho anche una pistola per spararti in caso tu
scappassi. Credo proprio di si.-
-Ma io sono tranquilla finché non so cosa vuoi da me.- Intanto
continuai a mangiare noncurante di lui che continuava ad
osservarmi curioso.
-Posso bere la coca cola che ho nello zaino mentre tu rifletti su
chissà quale mistero riguardo la vita ultraterrena?-
-No! Tu ora vieni con me!-
-Ma ho sete!-
-Non parlarmi in questo modo ragazzina! Qua si fa ciò che dico
io!- Disse mettendosi accanto a me e puntandomi una pistola al
fianco mentre mi dirigeva in chissà quale posto.
Compro horror, ne sono ingordo...
Mi squillò il cellulare facendomi sobbalzare, e l'uomo me lo prese
dalla tasca.
-È tua madre.-
-Che le dico?-
-Hm. Non rispondere.-
-Ma si starà preoccupando!-
-E quindi? Ora dovresti essere tu a preoccuparti.-Non risposi,
andando avanti dove mi portava lui fino alla fine della stradina
dove c'era una porta arrugginita e malmessa. Mi fermai e non camminai più quando vidi che mi voleva portare là.
-Che ti prende? Cammina!- Gridò.
-Cosa vorresti fare, cosa c'è lì dentro?- Per il mio cervello
passarono svariati pensieri abbastanza inquietanti, quello fu uno
dei pochi momenti in cui credetti di dover vedere meno film horror.
-Tu vieni e basta!- Decisi di continuare mentre la paura Iniziava a
prevalere sui pensieri positivi, cercai di calmarmi pensando che
l'uomo misterioso poteva avere pietà verso di me data la mia età.
Stavamo scendendo una lunga scalinata fino a quando non
arrivammo davanti ad un'altra porta, e quando la oltrepassai ciò
che mi si presentò dinanzi mi lasciò a bocca aperta: C'erano
pavimenti in acciaio, mura bianche e decine persone passavano
velocemente da una parte all'altra. Appena entrammo c'era
nell'angolo destro un bancone con dei documenti ed un uomo
dietro di esso, mentre alla nostra sinistra c'era un bancone di un
bar. Più lontano c'erano varie stanze di cui non si poteva vedere
l'interno. Il signore dietro il bancone a destra ci guardò ed iniziò a
parlare col biondo che non aveva smesso per un attimo di
puntarmi la pistola addosso.
-Ehi André! Che ci fai qui con una ragazzina?- Domandò l'uomo
alto e snello dietro il banco che aveva una camicia bianca, una
cravatta e dei pantaloni neri quasi identici ai Jeans dell'uomo che
avevo capito si chiamasse André.- Non so, il capo mi ha chiesto di
portarla qui. Sembra strano anche a me ma sono ordini suoi!-
Io intanto vedendo che si era distratto feci un piccolo passo
indietro e fortunatamente non se ne accorse, idem per l'uomo che
chiacchierava con lui ed ogni tanto guardava le persone che
camminavano con i documenti e li lasciavano sul banco. Io
continuavo a fare piccoli passettini indietro e appena fui
abbastanza lontana da non avere la pistola a mezzo centimetro
da me corsi verso i lunghi corridoi di quel posto immenso, appena
iniziai a correre André dandosi dell'idiota iniziò ad inseguirmi.
Correvo il più veloce possibile in preda al panico per paura che
iniziasse ad usare la sua arma, o che prendendomi si arrabbiasse
con me. Quando non lo vidi più continuai comunque a correre per
arrivare il più lontano da lui ma andai a sbattere contro un altro
uomo, normalmente alto, capelli alla Goku, un cappello rosso e nero ed una specie di impermeabile dello stesso colore. Poi sulla
schiena aveva una spada lunga non poco, appena lo vidi mi
scusai quasi balbettando spaventata dall'idea che anche lui fosse
uno che voleva uccidermi.
-Uh... non preoccuparti! Devo essere io a scusarmi piuttosto!- Lo
ascoltai e sentii dietro di me i passi frenetici di qualcuno che
correva, subito allora mi nascosi dietro un mobile lì vicino. Avevo
l'affanno e pensavo che il cuore da un momento all'altro mi
uscisse dalla gola. Intanto vidi che André fu fermato dall'uomo con
cui mi ero scontrata. Subito sgranai gli occhi ed il terrore mi
pervase. "È la fine. " Pensai, ed ascoltai ciò che si dicevano i due.
-Ehi André! Dove vai così di corsa!-
-Oh! Jack! Hai per caso visto una ragazzina correre da questa
parte?-
-... no, mi spiace. Ma perché la stai cercando?-
-Il capo mi ha ordinato di portarla qui ma come uno scemo me la
sono lasciata sfuggire! Potresti avvertirmi se la vedi?-
-Certo! Non preoccuparti! Sta sicuro comunque che di qui non è
passata!-
-Grazie mille! Sei un vero amico!- Tirai un sospiro di sollievo
quando vidi il mio inseguitore allontanarsi e mi calmai, chiusi per
un attimo gli occhi ma quando li riaprii mi venne un colpo vedendo
l'uomo, che a quanto pare si chiamava Jack, davanti a me che mi
fissava scrutandomi incuriosito. Si alzò e mi porse la mano per
alzarmi.
-Grazie.- Pronunciai in un misto tra paura e confusione mentale.
-Come mai il capo ti vuole?-
-Beh... io non so né chi sia il capo, né cosa voglia da me. So solo
che quel tizio di nome André mi ha portata in un posto che io non
conosco per niente puntandomi addosso una pistola! E tutto ciò
non è molto rassicurante.- Mi era sembrato di sfogarmi un po’ con
quelle parole. Jack mi fece segno di seguirlo ed entrammo in una
stanza. Dopotutto era stato l'unico ad avermi difesa dicendo ad
André di non avermi vista . Mi fece segno di sedermi. |