lettere senza destinatario

di reve99
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Trema la mano, mentre scrivo,
stanca
di questo mondo ostile,
dell’indifferenza degli sguardi.
La pallida lacrima che germoglia
Dal viso scuro
Si unisce al mare,
Al mare nero.
Il giorno vola
Come una vela
In lontananza.
Fissa la luna da un mondo inesistente:
“va con Dio vecchio fantasma.”
Le stelle non hanno più da splendere
Nel cimitero delle nubi.
Questa notte puzza di vecchi pensieri
Mai dimenticati.
E non c’è più spazio tra l’amore
E la noia:
splende e si rabbuia in un istante il cuore:
languisce nelle trame dell’illusione…

non han più sapore i baci dimenticati,
gli amori decaduti
e si nascondono i miracoli
nel cuore dei sognatori.
Si distacca l’umanità vuota
Oltre il bianco solo,
nella tempesta infinita
del silenzio.
“Amore non lasciarmi!”
Sei già lontana.
I gridi sono muti e grigi
Sotto il cielo alto e vitreo.
La vita è un labirinto di solitudini:
non ho voglia di gettarmi
tra le anime di cristallo e di nebbie,
tra gli spettri vuoti.
E la musica incessante, eterna,
non si ferma mai,
mai.
Si staccano dalle nubi
Le armonie degli animi dispersi.
L’umanità è una schiera di statue
Immobili
Fredde
Lo sguardo bianco.
E le statue lattescenti
Non hanno più nulla da cantare
Nella pioggia

Sono di nuovo solo.





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