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Yes, sir.
Se ora potessi alzare il volume
della pioggia così che copra tutti i pensieri che mi tengono bloccato
su questo maledetto letto d'ospedale...
01. teardrops from
heaven
L'odore acre dei medicinali e
disinfettanti ha impregnato tutto in questo posto, pungente, forte, intenso
fino alla nausea.
Nemmeno la pioggia sembra ricordarsi
di me. Dalla finestra aperta posso sentirla cadere a terra e infrangersi al
suolo.
Infrangersi come tutte le mie
promesse, tutte le mie speranze. Si infrange come la fiducia che provavo verso
la gente.
Ognuno sembra avere cose più
importanti di me. A varcare la soglia di quella porta verde acqua infatti, da
tempo è solo mia madre, con l'anima in pena per un figlio che non sta
nè in cielo nè in terra, semplicemente non "sta" più,
deve vivere aggrappato alla gente come un parassita.
Pensare questo mi fa bruciare
gli occhi. Perchè dico queste cose a me stesso? Dopotutto non ho mai
pensato nemmeno un secondo cose simili riguardo ogni altra persona su sedia
a rotelle. Se ora ci penso, provavo compassione. Ma perchè non tollero
che gli altri ne provino per me?
Ho sempre pensato che qualunque
persona con il mio stesso problema avrebbe potuto sbattere in faccia a chiunque
la propria dignità, dimostrando di valere quanto il più alto ufficiale
dell'esercito. E lo penso ancora. Ma non di me.
Ogni cosa bella che faccio sembra
sempre avere un secondo fine.
Bagliori allucinanti entrano
a intermittenza dalla finestra aperta. Illuminano la piccola squallida stanza,
rivelando quelle inutili protuberanze sotto le mie coperte. Ma non riesco più
a chiamarle gambe.
Alla luce segue immediato un
rombo fragoroso. Sento il petto fare un balzo. Da quella notte tutti i rumori
mi spaventano di più...
Il giorno dopo il Colonnello
ed io riuscivamo ancora a scherzare e a sorridere. Credevo fosse una cosa di
passaggio, non una condanna lunga una vita.
Ora che ci penso, il Colonnello
ha sempre scherzato su di me.
E io ho sempre taciuto, mai risposto
per le rime. Perchè l'ho sempre rispettato.
Ma in certi giorni, come questo,
quando la mia voglia di vivere è pari a alla colorazione vivace del cielo,
inizio a chiedermi...se lui non abbia neanche una minima colpa in tutto questo...
Ma alla fine l'unico che si sente
in colpa qui sono io, per riuscire a dubitare di lui, lui che più di
ogni altra cosa voleva la mia incolumità, solo per poter incolpare qualcuno
se ora sono qui...
L'unico piacere che riesco a
provare mi è concesso solo una volta al giorno.
Si, tabacco...divino, sovraeccellente
tabacco, tanto superiore a tutto il loro oro, pietre filosofali, sovrano rimedio
di tutte le mie malattie...
Posso sentire il sapore amaro
del fumo che mi entra dentro, fin nei polmoni, tanto ormai non ho più
niente da perdere...Riesco a calmare la mia ira, dimenticare la mia tristezza
e mi abbandono così, sul cuscino, aspettando che le ore passino, come
ogni giorno...sempre allo stesso modo...
Ma qualche leggere colpo alla
porta e la voce di una delle tante infermiere mi desta dalla mia solitudine.
-Signor Havoc, delle visite per
lei.-
Salve a tutti! In questi giorni mi è venuta una gran
voglia di scrivere fanfic, e ho voluto iniziare postando questa che ho scritto
circa ad agosto 2007. E' incompleta, per ora ho solo i primi due capitoli. Non
so nemmeno io se svilupparla in una shounen ai...sono aperta a consigli di tutti
i tipi comunque.
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