Yes, sir

di hisui AdF
(/viewuser.php?uid=27124)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Untitled Document

Yes, sir.

 

Se ora potessi alzare il volume della pioggia così che copra tutti i pensieri che mi tengono bloccato su questo maledetto letto d'ospedale...

 

01. teardrops from heaven

 

L'odore acre dei medicinali e disinfettanti ha impregnato tutto in questo posto, pungente, forte, intenso fino alla nausea.

Nemmeno la pioggia sembra ricordarsi di me. Dalla finestra aperta posso sentirla cadere a terra e infrangersi al suolo.

Infrangersi come tutte le mie promesse, tutte le mie speranze. Si infrange come la fiducia che provavo verso la gente.

Ognuno sembra avere cose più importanti di me. A varcare la soglia di quella porta verde acqua infatti, da tempo è solo mia madre, con l'anima in pena per un figlio che non sta nè in cielo nè in terra, semplicemente non "sta" più, deve vivere aggrappato alla gente come un parassita.

Pensare questo mi fa bruciare gli occhi. Perchè dico queste cose a me stesso? Dopotutto non ho mai pensato nemmeno un secondo cose simili riguardo ogni altra persona su sedia a rotelle. Se ora ci penso, provavo compassione. Ma perchè non tollero che gli altri ne provino per me?

Ho sempre pensato che qualunque persona con il mio stesso problema avrebbe potuto sbattere in faccia a chiunque la propria dignità, dimostrando di valere quanto il più alto ufficiale dell'esercito. E lo penso ancora. Ma non di me.

Ogni cosa bella che faccio sembra sempre avere un secondo fine.

Bagliori allucinanti entrano a intermittenza dalla finestra aperta. Illuminano la piccola squallida stanza, rivelando quelle inutili protuberanze sotto le mie coperte. Ma non riesco più a chiamarle gambe.

Alla luce segue immediato un rombo fragoroso. Sento il petto fare un balzo. Da quella notte tutti i rumori mi spaventano di più...

Il giorno dopo il Colonnello ed io riuscivamo ancora a scherzare e a sorridere. Credevo fosse una cosa di passaggio, non una condanna lunga una vita.

Ora che ci penso, il Colonnello ha sempre scherzato su di me.

E io ho sempre taciuto, mai risposto per le rime. Perchè l'ho sempre rispettato.

Ma in certi giorni, come questo, quando la mia voglia di vivere è pari a alla colorazione vivace del cielo, inizio a chiedermi...se lui non abbia neanche una minima colpa in tutto questo...

Ma alla fine l'unico che si sente in colpa qui sono io, per riuscire a dubitare di lui, lui che più di ogni altra cosa voleva la mia incolumità, solo per poter incolpare qualcuno se ora sono qui...

L'unico piacere che riesco a provare mi è concesso solo una volta al giorno.

Si, tabacco...divino, sovraeccellente tabacco, tanto superiore a tutto il loro oro, pietre filosofali, sovrano rimedio di tutte le mie malattie...

Posso sentire il sapore amaro del fumo che mi entra dentro, fin nei polmoni, tanto ormai non ho più niente da perdere...Riesco a calmare la mia ira, dimenticare la mia tristezza e mi abbandono così, sul cuscino, aspettando che le ore passino, come ogni giorno...sempre allo stesso modo...

Ma qualche leggere colpo alla porta e la voce di una delle tante infermiere mi desta dalla mia solitudine.

-Signor Havoc, delle visite per lei.-

 


Salve a tutti! In questi giorni mi è venuta una gran voglia di scrivere fanfic, e ho voluto iniziare postando questa che ho scritto circa ad agosto 2007. E' incompleta, per ora ho solo i primi due capitoli. Non so nemmeno io se svilupparla in una shounen ai...sono aperta a consigli di tutti i tipi comunque.

 

 

 

 

 

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=285287