Padre, secondo te, esistiamo? di tilia (/viewuser.php?uid=175340)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Salvataggio
La temperatura era ancora più bassa
di quella che Ludwig si era aspettato. Rabbrividì
violentemente, ma se lui
aveva freddo ed era in movimento, poteva immaginare suo padre e gli
altri fermi, magari svenuti o feriti. Strinse i denti e
aumentò la
velocità.
Non
appena arrivò al luogo dell'esplosione lo scenario era
desolato. I
pezzi di quello che una volta era stato un dirigibile giacevano
anneriti e bruciati dalle fiamme. Tutta la neve si era sciolta
lasciando solo del terreno carbonizzato.
Ludwig
si concentrò e cercò qualche segno di vita,
proteggendosi gli occhi con
una mano dai fiocchi che cadevano sempre più velocemente.
Finalmente
trovò un puntino rintanato nel bianco abbagliante e corse
verso
quell'unica speranza.
In
mezzo alla neve era stata eretta una struttura malmessa usando parti
rotte del dirigibile. Il vento impetuoso rischiava ad ogni colpo di
spazzarla via. Formava una specie di cupola contro la tempesta. Era
stata scavata la neve ai lati in modo da conferirgli una leggera
stabilità, ma non avrebbe dato più di un ora di
vita a una simile
costruzione.
Ludwig
illuminò con lo scettro il cammino, continuando ad avanzare
poteva
percepire un leggero tepore provenire dalla cupola. Si
tranquillizzò
leggermente, era stato uno stupido a preoccuparsi.
"Padre"
urlò tentando di superare il suono della tempesta.
"Ludwig?"
rispose qualcuno all'interno della struttura. Non capì se
era stato suo
padre oppure qualcun altro. Le parole erano ovattate ed estremamente
deboli.
"Sì"
gridò di nuovo "Dovete uscire, vi porterò al
castello!"
"No, Jr è
troppo congelato devi usare il teletrasporto"
Ludwig
spalancò gli occhi spaesato, aveva usato quella magia solo
su se stesso
e, già così, era davvero stancante. Suo padre lo
sapeva, non sarebbe
stato in grado di trasportarli tutti. Oltre ad esaurire le sue forze,
avrebbe rischiato di spostarli da qualche altra parte, magari nel cuore
della tempesta.
"Ma..."
protestò scuotendo la testa, era una follia. Era rischioso,
davvero troppo. E se poi davvero faceva qualche errore?
"Ludwig! Siamo tutti
esausti, smettila di pensare solo a te stesso"
Il
maggiore serrò le mani sullo scettro, una nuova ondata di
rabbia lo
invase. Suo padre si preoccupava di tutto tranne dei suoi figli, Jr era
l'unico fortunata eccezione fra loro. Avrebbe messo persino l'idraulico
davanti al loro benessere, anzi, già lo faceva uscendo la
vigilia di
Natale. Era furioso, gli venne un'immensa voglia di lasciarli
lì a
congelare.
Se solo per un minuto si
fosse accorto di loro!
I suoi
fratelli soffrivano ogni giorno, ognuno in modi diversi, ognuno
tentando di non darlo a vedere, ognuno recitando d'essere felice. Si
sentiva imponente. Suo Padre
poteva anche ignorarlo, non gli importava, era il primo genito doveva
essere forte, ma i suoi fratelli meritavano un po' di attenzione.
"Ludwig, sbrigati! Jr
sta davvero male"
Jr,
Mario, Peach, solo loro esistevano. Il suo figliolo eletto, la sua cara
nemesi e la sua amata. Strinse ancora di più le mani intorno
allo scettro.
Lo avrebbe fatto per i suoi fratelli e Jr, nessun
altro. Avrebbe lanciato l'incantesimo solo per loro, perché
meritavano
ancora un padre e perché se fosse morto ne sarebbero stati
distrutti,
anche se forse sarebbe stato meglio.
Chiuse gli occhi e si
concentrò. Chissà quante persone erano
all'interno della
cupola. Probabilmente tre. Ce la poteva fare.
Sospirò, lasciò che la magia lasciasse il suo
corpo e si convogliasse nello scettro. Contò mentalmente
fino a tre e...lanciò l'incantesimo.
Ludwig spalancò gli occhi e un ondata di nausea lo colse,
riuscì a rimanere in piedi anche se per miracolo. Stava
tremando, non capiva bene se era per il freddo o la paura. Non appena
riuscì a mettere a fuoco l'ambiente, però,
sospirò di sollievo.
La
cupola era apparsa nell'atrio del castello sotto lo sguardo sconvolto
degli altri Bowserotti. La struttura venne divelta da Bowser, che
teneva fra le braccia il corpo rannicchiato di Jr. Non appena vide le
coperte, che i suoi figli avevano fra le mani, le prese e lo avvolse
immediatamente.
"Ha bisogno subito di
cure, andate a chiamare Kamek" urlò il drago furioso.
"Ma..."
"Subito!"
sbraitò stroncando l'obiezione.
"Kamek
è andato con Kameka, hai dato loro la giornata libera"
ribatté Roy.L'unico che avesse ancora il coraggio di parlare
dopo quella sfuriata. Il
suo sguardo, però, vagava dal re Padre al corpo immobile del
fratellino. Non
riusciva più bene a mascherare la preoccupazione,
perché la sua voce
risultò leggermente incrinata.
Bowser
lo guardò come se volesse incenerirlo, ma alla fine si
voltò verso la
cupola e ringhiò furibondo "Questa è tutta colpa
tua, dannato
idraulico!"
Abbracciato
a Peach c'era Mario, che guardava la scena con sconcerto, quasi con
senso di colpa. Perché il dirigibile era caduto, a causa
della loro lotta e si sentiva in parte responsabile.
La principessa aveva le lacrime agli occhi e forse
aveva anche pianto a giudicare dalle righe sulle guance.Non aveva mai
visto Bowser così spaventato e preoccupato per qualcuno. Era
in pensiero per il piccolo Jr, che non aveva più ripreso
conoscenza.
Mario, tuttavia, trovò
la forza di ribattere "Tu l'hai rapita!"
Bowser stava per
ribattere qualcosa, ma, improvvisamente,
una voce cristallina li interruppe, prima che potessero scoppiare a
litigare "Adesso basta! Dobbiamo fare qualcosa per lui!"
Peach si era pulita le lacrime e aveva assunto di nuovo il suo
portamento regale, ma gli occhi ancora lucidi tradivano la
preoccupazione. I due litiganti si fermarono, come due bambini appena
rimproverati dalla madre.
Ludwig, per il poco che era riuscito a
seguire, provò un moto di simpatia per la principessa. Intanto lui era finalmente
riuscito a rimettersi dritto, anche se tremava
ancora, questa volta dal freddo. Aveva il mantello bagnato fradicio,
così come i capelli e
ogni scaglia del corpo. Probabilmente l'acqua gli era arrivata fino
alle ossa.
"Ludwig, tu hai
studiato con Kamek, fai qualcosa" ordinò Bowser.
Colto alla sprovvista
il maggiore dei Bowserotti lo guardò interrogativo "Cosa
dovrei fare?"
"Aiutalo, dannazione
possibile che
sei così inutile? Anche prima, perché ci hai
messo tanto
ad utilizzare il teletrasporto?"
Larry
sillabò teletrasporto, quasi fosse una parola aliena e
guardò il
fratello maggiore inorridito. Sapevano tutti quanto costasse quella
magia. Ludwig non poteva perdere altre energie.
"Re
Padre, me ne occupo io" decretò infine Roy, anche se nella
voce c'era
un ringhio velato. Bowser lo guardò leggermente accigliato,
ma alla
fine lasciò Jr nelle sue mani.
Le cose si susseguirono talmente in fretta che Ludwig faticò
a seguirle, si era fermato alla parola "inutile". Strinse i pugni fino
a far sbiancare le nocche, tentando di non far trasparire la furia.
"Veniamo
con te" mormorò Lemmy. Sembrava abbattuto, quasi come se in
quel
momento avesse appena realizzato che non sarebbe stato un bel Natale.
Era deluso.
Tutti
i Bowserotti si trascinarono dietro a Roy, solo Ludwig rimase immobile.
Aveva il volto scuro e fissava il padre senza lasciar trasparire alcun
sentimento. I Bowserotti per un secondo temettero che
esplodesse.
Solo Wendy intervenì. Sapeva di rischiare, ma lo
afferrò e lo costrinse a venire con
lei ficcandogli le unghie nella squame tenere del braccio.
Non appena furono al
primo piano Ludwig si chiuse in una stanza. Neanche la sorella era
riuscito a fermarlo.
"Lud,
non fare pazzie" urlò Lemmy sbattendo i pugni sulla porta.
Non
proveniva alcun suono dall'altra parte.
Il maggiore si era premurato di
insonorizzare la stanza e sigillarla. La sua rabbia era veramente al
culmine e dalla
sua bocca esplose una violenta fiammata, che incenerì i
mobili.
I
suoi fratelli sapevano bene, che, per quanta pazienza avesse, quando
s'infuriava sul serio era meglio lasciarlo sbollire da solo. Ne andava
della loro salute. Nessuno aveva mai osato interromperlo in uno dei
suoi momenti d'ira. Si diceva, che perdeva
completamente il controllo. Erano voci di corridoio, ma pareva che in
quei momenti diventasse anche più pericoloso di Bowser e
Mario messi
insieme. Era logico che nessuno ci tenesse ad incontrarlo.
"Wendy, rimani qui,
aspetta che si calmi" ordinò Roy con ancora fra le
braccia Jr.
"E che faccio, se esce
ancora incazzato?" domandò seccata la bowserotta fulminando
il fratello.
"Dagli una camomilla"
fu l'unica risposta.
Wendy
ringhiò per la pessima battuta, ma non si mosse da davanti
alla porta.
Non si sarebbe spostata neanche di un millimetro. Lo sapeva bene, per
quanto odiasse ammetterlo, era davvero preoccupata per il fratello
maggiore.
_
Nota autrice:
Grazie mille, per aver letto anche il secondo capitolo. Sono molto
aperta alle critiche, specialmente se avete accorgimenti oppure dubbi,
perplessità, insomma tutto (anche se la lunghezza dei
capitoli non vi soddisfa, ditemelo!).
Sì, lo so che sono stata abbastanza stronza in questo
capitolo, ma vedremo cosa accadrà nei prossimi!
Ho intenzione di fargliele passare di tutte i colori a questi poveri
Bowserotti, siete avvertiti XD
Al prossimo Sabato!
Tilia =|=
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2855856 |