Non puoi resistere

di frosty lily
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Faceva freddo. La pioggia scrosciante si abbatteva su Venezia e il livello dei canali si alzava pericolosamente, minacciando di straripare.

Beatrice si guardò intorno, in lacrime. Guardò Venezia, la sua Venezia, devastata dalla pioggia e dal colera.

"No..." sussurrò disperata.

Corse per la strada, passando sopra i ponti scivolosi, bagnati di pioggia e di sangue, sia italiano che austriaco.

Ad un tratto inciampò. Non volle guardare cosa aveva fermato la sua corsa, perchè con ogni probabilità era uno dei tanti cadaveri, che giacevano in varie zone della città, sterminati chi dalla fame, chi dal colera, chi dai soldati avversari.

Stanca e infreddolita, bussò a una porta.

Udì un rumore di passi strascicati, un gemito, poi un tonfo e la porta si aprì, arrivandole sul naso.

Quando rialzò gli occhi sulla porta, si accorse che la porta era stata sfondata dal corpo di un uomo sui quaranta, ucciso dalla malattia che imperversava a Venezia.

La ragazza strillò terrorizzata, e solo in un secondo momento riconobbe l'uniforme dell'uomo.

Un soldato austriaco.

Realizzò con orrore che le era caduto addosso, impedendole di muoversi.

Divincolandosi, riuscì finalmente a rialzarsi, ma un rumore di zoccoli le annunciò che la sua corsa era finita.

Non osò alzare lo sguardo.

Sta arrivando...

Passi.

Calmati, Beatrice...

Sempre più vicini.

È finita...

Una voce.

"Beatrice."

Beatrice rispose al richiamo, come se fosse stata una melodia.

"Roderich."

Nel suo campo visivo entrarono due scarpe molto eleganti, poi una mano bianca si tese per accogliere la sua.

L'orgoglio di Beatrice neutralizzò il muscolo della mano, che già si stava per tendere verso Austria.

"Arrenditi. Non puoi resistere da sola, Venezia." a quelle parole la bionda alzò la testa rivolgendogli uno sguardo velenoso.

"Non importa." rispose la ragazza combattendo contro il suo buon senso "Morirò piuttosto che accettare il tuo aiuto!!" gridò chiamando a raccolta tutte le forze che le erano rimaste e mettendo da parte tutto il suo amor proprio.

L'austriaco alzò un sopracciglio.

Beatrice sentì che le braccia stanche non le davano più appoggio e le gambe avevano smesso di rispondere ai suoi comandi. Buio.

 

Roderich sospirò e si avvicinò a Venezia. La sollevò delicatamente e salì a cavallo, tenendola con un braccio. Lei e il suo maledettissimo orgoglio...

 

 

 

 

* Angolino della pazza dell'autrice*

Buondì!!! *le arriva una remata (?) da Venezia*

Venezia: Tu!!! Come hai osato mettermi con quel f*****issimo bastardo di un austriaco???

Roderich: *si schiarisce la voce* Ehm... io sono qui...

Venezia: Non me ne frega un c***o!!

Io: Siamo un pò volgari oggi, Venice?? -.-"

Venezia: Non chiamarmi con quel f*****issimo nome!!!! Io odio gli inglesi!!!

*Arthur si deprime*

Io: -.-" Siete incorreggibili-aru... Arthur!!! Di nuovo 'sto f*****issimo trucco-aru???? *incazzata nera*

Ivan: Calma... pensa al risotto...

Io: DOVE??? *^* <---- maniaca del risotto

Ivan: In tavola!

*l'autrice corre via sbavando*

Ivan: Oh, per tutte le Russie... -.-"

 





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