It's gonna be a long night, but at least you are beside me

di flatwhat
(/viewuser.php?uid=685418)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Il prompt era "I Miserabili, Grantaire/Enjolras, sussurri all'orecchio".


Grantaire aveva sussurrato spesso, all’orecchio di Enjolras.

Va bene, in realtà, questa era stata la sua intenzione. Erano davvero scarne, le volte in cui questi sussurri arrivavano effettivamente all’orecchio di Enjolras, e, quando ciò accadeva, non suscitavano la reazione sperata. Enjolras sembrava ignorarli.
Ma, in effetti, in che reazione sperava, Grantaire? Non lo sapeva bene nemmeno lui.
Ben lungi da lui, infatti, era l’intenzione di dare fastidio ad Enjolras, ci riusciva già abbastanza bene senza sussurrare, non con le parole, ma per ciò che faceva. O meglio, ciò che non faceva. Grazie tante. 
Dio solo, o chiunque sia al posto suo, poteva sapere quanto l’idea di farsi odiare apposta da Enjolras non sfiorava nemmeno la mente di Grantaire, diamine! Lui voleva ben altro, non il suo disprezzo.
Eppure, all’inizio quei sussurri non erano stati del tutto amichevoli, nelle intenzioni.
Forse erano una sfida. “Ascolta, Enjolras. Vedi che sono capace di parlare piano?”, o qualcosa del genere. 
(Non che dicesse mai davvero una cosa simile, si limitava ai suoi soliti commenti che avrebbe detto tranquillamente anche ad alta voce).
O forse, aveva voluto, in qualche modo, costringere Enjolras a sforzarsi di udire la sua voce, di continuo, per fargli capire che razza di sensazioni gli dava lui, dalla mattina alla sera.
Perché era stato Enjolras, a cominciare con i sussurri.
Non Enjolras in carne ed ossa, ma per Giove se la vocina che Grantaire sentiva non era uguale a quella di Enjolras!
Ci mancava solo che la sua coscienza suonasse esattamente come lui, giusto perché, evidentemente, Grantaire non pensava già abbastanza ad Enjolras. Maledetto il suo cervello.
Sì, ahinoi, era proprio la sua coscienza che lo ammoniva con la voce di Enjolras, ma, e questa era la cosa più divertente, lo faceva solo riguardo a cose che Enjolras stesso non avrebbe approvato. Che, ultimamente, sembravano essere aumentate.
E, così, anche quando Grantaire non era con gli Amis, e anche quando Enjolras stesso non lo rimproverava (va detto, lo faceva solo quando Grantaire disturbava pesantemente le discussioni importanti, la maggior parte del tempo lo lasciava in pace, per quanto non fosse d’accordo con il suo stile di vita), ecco la voce di nuovo a importunarlo. “Smettila di bere!”. “Davvero sei convinto che si possa vivere non credendo in nulla?”. E via dicendo. Niente esisteva, di più pedante di quella stupida vocina, che era ironicamente frutto della mente di Grantaire. Persino Enjolras avrebbe dato di matto, ad ascoltarla.
Forse era un po’ l’effetto che aveva cercato Grantaire.
Lui stesso si era accorto di quanto non fosse propriamente carino, cercare di fare andare in escandescenze la persona che si ama, soprattutto per un motivo così bizzarro.
E, in ogni caso, mai e poi mai Grantaire sarebbe potuto essere la coscienza di Enjolras. La sola idea lo faceva ridere.
Così, aveva cambiato programma. Non più una sfida o una rivincita.
Aveva cercato di dare anche a questi sussurri l’intenzione che c’era nelle sue parole ogni volta che si faceva umile e proclamava ad Enjolras la sua devozione.
Eppure, e questo avrebbe dovuto immaginarlo prima, questi sussurri erano stati inascoltati, esattamente come i precedenti. Se non di più. Perché Enjolras non aveva cosa farne, delle parole di un cinico.

Era stato l’assoluto silenzio, a svegliarlo dal suo torpore.
Non si udiva neanche una parola, neanche dalla voce nella sua testa.
E, quando era giunta la fine di tutto, Grantaire non aveva sussurrato, quando aveva detto ai soldati “Viva la Repubblica!”, anzi, lo aveva gridato forte e chiaro, affinché lo sentissero.
E quando aveva chiesto “Permetti?” ad Enjolras, non aveva sussurrato, affinché tutti, soldati, Enjolras, e chiunque altro, potesse sentire.
Questa volta, Enjolras ascoltò e gli offrì la mano e un sorriso.
Nessuno dei due avrebbe parlato più, né sussurri né grida, né in carne e ossa né nell’immaginazione.
Ma sarebbero state le loro azioni, a venire ricordate.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2858436