GELOSIA
Sbuffò rigirandosi infastidito.
Non riusciva a prendere sonno per colpa di quella sensazione.
Quella sensazione che gli rivoltava le viscere e bruciava le vene.
Geloso.
Bepo era dannatamente geloso.
Capitava raramente che il capitano decidesse di ancorare il sottomarino emerso per la notte e, quando accadeva, di solito Law dormiva sul ponte con lui.
Ma erano vicini a una stupida isola estiva e, a detta del Capitano, faceva troppo caldo per dormire immerso nel caldo pelo dell'orso.
Così era andato nella sua cabina, dove trascorreva già la maggior parte delle notti, quando restavano sott'acqua, e Bepo era geloso.
Del materasso, del cuscino.
Sì, Bepo era geloso del letto del suo Capitano.
Perché per quanto ridicolo e infantile, quando Law aveva annunciato che avrebbero ancorato la nave restando in superficie, subito lui si era emozionato, impaziente che quel momento tutto loro arrivasse presto.
E ora...
Incrociò le zampe al petto, puntando lo sguardo al cielo.
Un improvviso peso gli gravò sul fianco, facendogli sollevare la testa e piegare il mento verso il petto.
Sgranò gli occhi nel riconoscere la zazzera corvina di Law appoggiata alla sua pancia, mentre il capitano si accoccolava contro di lui, voltandogli le spalle.
Rimase a fissarlo ancora qualche istante finché il moro, probabilmente sentendo lo sguardo del compagno su di sé, non decise di spiegarsi senza voltarsi a guardarlo.
-Non riuscivo a prendere sonno- disse, atono.
Bepo riappoggiò la testa sul legno del ponte, smuovendo le spalle e rilassandosi.
Chiuse gli occhi mentre un sorriso sereno gli si disegnava sul volto.
Andasse come andasse, per Law lui sarebbe sempre rimasto il miglior letto del mondo.
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