Straordinariamente normale

di xitsgabs
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Straordinariamente normale
I
La risposta alla lettera che avevi scritto arrivò veloce, portata da un meraviglioso gufo bianco come la neve.
Ne comprerò uno uguale quando andrò ad Hogwarts, pensasti stupidamente, mentre con un sorriso afferravi la lettera attaccata alla sua stanza e l’aprivi.
I tuoi occhi brillavano di sicurezza. Eri così convinta del lieto fine.
Posasti immediatamente l’attenzione sulle righe, meravigliandoti per la meravigliosa calligrafia di quell’Albus Silente: era chiara e pulita, senza neanche un’ombra di sbavatura o quant’altro.
Prendesti un respiro profondo e cominciasti a leggere, il sorriso che pian piano svaniva, i sogni che si distruggevano.
Non eri una strega, quindi non potevi essere accettata. Eri normale. Eri straordinariamente normale.
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II
Tua sorella partì.
Scegliesti di non andare con lei a King’s Cross, scegliesti di non salutarla prima di partire.
Le dicesti che era un mostro e, dopo essertelo ripetuto più volte in mente, riuscisti a convincerti del fatto che lo era davvero.
Non era più la sorellina con cui giocavi con le bambole, con cui guardavi i cartoni animati.
Era una strega. Era un mostro. Era una dannata.
Un tempo, però, volevi essere un mostro anche tu.
No, non volevi esserlo affatto. Fu una cosa passeggera, un capriccio stupido di una dodicenne che voleva disperatamente essere al centro delle attenzioni della propria famiglia.
Tu eri così normale, eri straordinariamente normale.
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III
Tua sorella tornò.
Tornò felice, raccontando a tutti quanto la scuola fosse meravigliosa, quanto il preside fosse gentile.
Puah! Albus Silente, quel vecchio mostro, gentile? Come poteva essere gentile avendo distrutto i sogni di una bambina?
Tu sapevi di dovergli essere grata, perché ti aveva evitato di diventare un mostro.
Ma, per qualche strana ragione, il rancore per quel vecchiaccio non voleva assolutamente andarsene.
Perché alla fine, quel mostro non ti aveva aiutata intenzionalmente.
Eri stata tu ad aiutarti, a capire che non c’era cosa più straordinaria dell’essere normale, del poter risolvere i propri problemi senza poteri sovrannaturali.
Cosa poteva saperne, quell’Albus Silente?
Lei era straordinariamente normale. Non Albus Silente.
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