Trinity

di Camille VanHorn
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Ottava classificata all'Autumn winds contest, indetto da Chaotic Alaska


trinity



Vento.

Soffia impercettibilmente nel tentativo di spazzare via le lentiggini dalla faccia di Trinity.

Soffia con cautela.

Nessuno se ne deve accorgere.

Le fronde fremono.

Le suole dei suoi stivali fanno suonare quel tappeto di foglie giallognole.

Cantano.

A Trinity sembra così.

Le sembra un'armonia tanto dolce che va avanti a camminare solo per ascoltarla.

Ogni cosa è in silenzio,

in ascolto.

"Trinity McGillian apre il nostro concerto con l'Aria delle foglie stanche!"

Le sembra di sentire la voce dell'anziano presentatore dei grandi concerti del Golden Theatre.

E' in tutto.

L'autunno è in tutto,

ed è dentro di lei.

O forse è proprio lei ad essere nell'autunno.

Tutto suona,

e suona,

e suona,

e suona.

Non smette mai.

Il cielo grigiognolo trasmette alla strada un po' di quel freddo che piace a tutti, perché fa venir voglia di scaldarsi.

Trinity si stringe nel cappotto morbido e si guarda,

per un attimo,

intorno.

Come per verificare che quel posto sia solo suo,

che non ci siano intrusi,

che nessuno tenti di interrompere il concerto.

D'altro canto, quella che sta per arrivare è l'aria più bella.

Chiude gli occhi.

Attende.

Eccola, sta arrivando.

E' il soprano,

la cantante,

la voce.

Il vento soffia più forte,

più forte,

più forte.

Le foglie sbattono tra di loro.

Fregolano e cianciano

e si scuotono e si raccapezzano

e si slanciano e si addormentano

e si svegliano e corrono e volano e gridano e sussurrano e cantano e suonano e suonano e vivono.

E' ovunque.

Il cielo sfrutta quel disordine per diventare un pochino più scuro,

senza disturbare.

Un tuono.

E' arrivata.

Possente si dirada nel cielo, nelle cose, nelle nuvole.

Rimbomba ovunque.

E' la voce.

Fa paura,

ma Trinity non piange per questo.

Trinity piange perché è bella.

E le lacrime diventano parte della pioggia.

Ed ogni goccia le scivola fresca sul viso e tenta di portare con sè le sue lentiggini,

ma nemmeno loro ce la fanno.

E l'orchestra riparte,

i rami ballanno e si scuotono dolcemente

e con vigore fanno vibrare le loro foglie che vivono più intensamente i loro ultimi giorni di vita.

E il tuono canta, a squarciagola,

rompe i confini.

Tra cosa e cosa, vi chiederete?

Trinity vi direbbe che rompe i confini di tutto,

tutti,

tutti li rompe,

ci si scaglia contro.

E lei se ne sta lì,

in mezzo a quei confini che vengono infranti e si sente libera.

In mezzo al palcoscenico.

E vive nell'autunno,

una stagione in cui tutto muore,

eppure,

sì,

sembra che tutto viva più intensamente.

Più intensamente.





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